Froneri, l’europarlamentare Viotti: “Un’interrogazione alla commissione europea”

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La vertenza Froneri continua a far discutere. A tornare sull’argomento, l’europarlamentare PD Daniele Viotti. Ecco le sue parole:

“Voglio esprimere tutto il mio sostegno e la mia solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della #Froneri srl di Parma, e alle loro famiglie, che da qualche mese si trovano in una situazione decisamente angosciante.

Il 27 settembre scorso, l’azienda Froneri Italy Srl, creata dalla multinazionale Nestlé assieme al fondo Pai Partners, ha comunicato ai sindacati l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 120 lavoratori, di cui 112 nello stabilimento di Parma. Sempre a Parma, sono coinvolti da procedure di licenziamento 80 lavoratori stagionali e 50 lavoratori dell’indotto.
La Froneri ha inoltre previsto tagli per altri 850 posti nel resto degli stabilimenti nel resto d’Europa.

La cosa assurda, però, è che questa azienda non versa assolutamente in condizioni di crisi. Anzi, è diventata un caso di studio “di successo” e recentemente è stata addirittura premiata come “top Private equity business”. Come ho già avuto modo dire questa mattina in un altro post (https://goo.gl/1V6UwC), queste sono le multinazionali dell’Impresa 4.0 che hanno una concezione del lavoro 1.0.

Dato che mi riesce difficile credere che una società presa a modello e premiata possa essere considerata nelle condizioni di attuare tagli così drastici al suo personale, assieme alla collega Cécile Kyenge Kashetu e alla delegazione PD abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere intanto se ritiene che il comportamento di Froneri sia compatibile con i principi di responsabilità sociale dell’impresa a cui le multinazionali come Nestlé sarebbero tenute ad ottemperare. In secondo luogo vorremmo sapere come possa essere giustificabile la chiusura di un sito con buone prospettive industriali; chiusura che sarebbe una perdita sociale ed economica gravissima per il territorio di Parma.

Sono consapevole che il rispetto e l’applicazione delle normative europee spetti alle autorità nazionali competenti, ma credo che un monitoraggio attento del rispetto delle normative europee, soprattutto da parte delle grandi multinazionali, sarebbe, da parte della Commissione sarebbe non solo opportuno, ma segno di responsabilità.

Credo che questo lo si debba soprattutto alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie”.

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