Tir fantasma portati in Africa: patteggiano tre falsari

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Gestivano un’ampia esportazione di auto di lusso, tir e veicoli industriali, rigorosamente rubati, fatti scomparire tra Libia e Nigeria.

Due fratelli italiani residenti nel Parmense, 42 e 51 anni, e un cittadino nigeriano 55enne hanno patteggiato giovedì la pena: 4 anni di reclusione e 4 mila euro di multa.

L’ operazione – La Polizia Stradale di Parma e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Parma hanno portato a termine una vasta indagine, denominata “Ghost Export”, che ha permesso l’individuazione e lo smantellamento di una organizzazione criminale che operava nella provincia di Parma per l’esportazione verso paesi extra U.E. di veicoli industriali.

Mezzi che – è stato accertato – erano provento di furto o di appropriazione indebita ai danni di varie ditte sparse su tutto il territorio italiano e operanti nell’ambito dell’autotrasporto, movimentazione terra e noleggio.

Il modus operandi della banda consisteva nel procurarsi falsa documentazione facendo uso di dati di veicoli esistenti e già usciti a titolo definitivo dal territorio nazionale, che venivano attribuiti a veicoli dello stesso tipo e marca e rubati, a cui veniva alterato anche il numero di telaio. In tal modo si ottenevano dei “doppioni” di veicoli già circolanti in Paesi diversi dall’Italia, facendoli così apparire regolari.

La documentazione utilizzata, nella maggior parte dei casi, era stata rubata in bianco in uffici pubblici, mentre in altri casi sono stati alterati documenti originali.

L’indagine, di particolare complessità e difficoltà proprio per i suoi risvolti transnazionali verso Paesi africani, è stata coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Fabrizio Pensa, ed ha portato all’emissione di tre misure cautelari a carico di chi ha avuto un ruolo di maggiore rilevanza nell’organizzazione criminale.

Si tratta di un cittadino nigeriano residente a Parma e di due fratelli italiani domiciliati da anni nel parmense; altri quattro italiani e due stranieri sono stati indagati in stato di libertà per essere concorsi nei reati occupandosi del reperimento dei veicoli da riciclare.

L’indagine ha preso avvio nel 2013 dopo che un uomo, cui era stata attribuita un’operazione di esportazione di un veicolo in realtà mai posseduto o utilizzato, aveva sporto una denuncia alla Polizia Stradale di Parma.

Da questo embrionale indizio investigativo è emerso – a seguito di accurate attività investigative consistite in perquisizioni, sequestri di documenti e di veicoli ed attività di ascolto delle conversazioni, tutto svolto nella costante collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Parma – un vasto illecito traffico di veicoli riciclati verso l’estero.

Complessivamente sono 32 i veicoli industriali oggetto di riciclaggio internazionale, esportati ed illegalmente reintrodotti in circolazione in Libia e Nigeria.
All’esito delle perquisizioni eseguite sono stati sequestrati documenti di circolazione rubati e documenti di proprietà falsificati, utilizzati anche per favorire la sparizione di automezzi sottoposti a vincoli amministrativi e penali.

Nella sede operativa di una delle ditte sottoposte a controllo sono stati individuati e sequestrati altri tre veicoli commerciali, provento di furto nell’anno 2015 tra Parma e Reggio Emilia, per i quali erano già state compiute attività preparatorie per il riciclaggio, non andate a buon fine grazie all’intervento della polizia giudiziaria

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