Freddi (Radicali) VS. Bocchi (FdI): botta e risposta sulle politiche migratorie

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Continua lo scontro tra Marco Maria Freddi, consigliere comunale dei Radicali ed Effetto Parma, e l’attivista di Fratelli d’Italia, Priamo Bocchi. Quest’ultimo aveva infatti appellato Freddi di essere una “sciagura municipale” perché partecipante alla manifestazione di Anpi contro il razzismo e fascismo.

leggi: Priamo Bocchi (FdI), duro attacco al Pd e EP: “Farebbero ridere, se non ci fosse da piangere”

Dopo il commento, sui social è nato un dialogo tra i due esponenti politici cittadini. Bocchi, promuovendo la linea politica del suo partito ha dato il via al confronto col radicale Freddi che ha risposto:

Grazie a Priamo Bocchi, Fratelli d’Italia, per le proposte ed il dialogo aperto.
Proviamo ad analizzarle, una ad una.

Scrive Priamo: Fratelli d’Italia si batte per esempio:

Priamo Bocchi: PER LE ESPULSIONI DEGLI IMMIGRATI
✓ Economici
✓ Che non hanno ricevuto asilo politico
✓ Che hanno già ricevuto il provvedimento di espulsione
✓ Arrestati e rimessi in libertà
✓ Sottoposti alla misura degli arrestati domiciliari
✓ In carcere con condanne inferiori a due anni di reclusione;

Risposta: Come saprà il politico locale, le espulsioni le puoi fare solo se hai condiviso trattati intergovernativi.
l’Italia ha accordi di riammissione con: Albania (Implementazione di accordi europei,) Algeria (Accordi di polizia), Libia (Memorandum d’intesa), Marocco (Accordo),
Tunisia (Accordo quadro), Egitto (Accordo di polizia), Turchia (Accordi di polizia), Ghana (Memorandum d’intesa), Niger (Memorandum d’intesa), Nigeria (Memorandum d’intesa), Senegal (Memorandum d’intesa), Sudan (Memorandum d’intesa), Gambia (Accordi tra polizie), India (Accordi tra polizie), Pakistan (Accordo), Filippine (Accordo).

L’Italia ha reali accordi di riammissione solo con Tunisia, Marocco, Pakistan e Filippine e se non hai un accordo, non puoi ri-consegnare “indesiderati” al Paese di origine.
Resta comunque il fatto che se anche le politiche di riammissione iniziano con le prime migrazioni, le migrazioni non si sono fermate.
La gente continua comunque a partire, seguendo rotte più lunghe e pericolose, aumentano i morti lungo le vie delle migrazioni e nonostante la giustificazione ufficiale ( “fermare i trafficanti” ), ovviamente i trafficanti, guadagnano di più su rotte più lunghe e difficili.
Poi, c’è un altro aspetto da considerare che è la stabilità politica del Paese di origine o la sua condizione economico-sociale.
Drammatica è la situazione nel Sud Sudan, alle prese con una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
Il Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
La Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
L’Eritrea è retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
Il Centrafrica continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
Tutta la zona saheliana dal Ciad al Mali i potenti gruppi jihadisti stanno tentando di costruirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera con centinaia di morti all’anno.
In Libia, meglio le Libie con i suoi 147 clan, è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causata dalla guerra contro Gheddafi anziché ricercare soluzioni politiche.
Totale oscurità in informazione in Congo, da dove arrivano i minerali più preziosi utilizzati dall’industria Europea per la fabbricazione dei cellulari.
Sembra non interessare a nessuno dei 30milioni di persone – tutti figli del vostro Dio, per intenderci – a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad.
La peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
Senza poi parlare dai cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
45.000 sono le persone “emigrate” in Senegal in fuga dalla situazione di continua incertezza politica in Gambia, Paese nel mirino del tribunale dell’Aja che analizzerà tutti i crimini perpetrati dal presidente Jammeh.
Le violenze nel nord est della Nigeria, hanno provocato una profonda crisi umanitaria che ha aggravato la già precaria situazione sanitaria. Circa il 57 per cento delle strutture sanitarie non funzionano, a farne le spese sono soprattutto le donne: il tasso di mortalità materna in queste aree è uno dei più alti nella regione.

Tutto questo per dire, che annunciare un principio, non vuol dire renderlo effettivo e credo che la legge Bossi-Fini ed il reato di clandestinità siano lì, a dimostrarlo.

Priamo Bocchi: PER NON SMANTELLARE I CENTRI DI PERMANENZA
Il Governo PD ha l’intenzione di procedere alla chiusura dei CPT comportando un riversamento sul territorio dello Stato di migliaia di immigrati irregolari.

Risposta: I centri vanno superati, perché non hanno funzionato.
Anche qui chiedo un bagno di pragmatismo e valutare ciò che nella nostra storia recente hanno significato i centri di identificazione ed espulsione o come nel tempo si sono definiti centri di permanenza temporanea.
Le denunciano continui episodi di violenza, rivolta, tentativi di fuga e autolesionismo all’interno della strutture a cui si aggiungano, sfruttamento e speculazioni “italianissime” durante il periodo di detenzione. Il bilancio tra costi e risultati ottenuti in termini di espulsioni conferma l’inutilità, l’inefficacia di queste strutture la cui presenza di centinaia di persone non permette alcun progetto di integrazione.

I piani Sprar, al contrario, i progetti dei piccoli numeri, garantire una equa ripartizione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati basata su criteri di proporzionalità e sostenibilità, ripartizione prevista su scala regionale e poi comunale.
I piani Sprar sono uno strumento per assicurare una gestione diffusa, equa e programmata dell’accoglienza, che garantiscono il corretto equilibrio delle presenze e il pieno coinvolgimento dei comuni.
Progetti di inserimento partendo dallo studio della lingua italiana e di corsi di avviamento al lavoro.
Detto questo, solo 2500 comuni d’Italia applica i piani Sprar, su 8050 comuni.
Questo non solo è rappresentativo di una non-visione politica di governo ma anche, questo sì, di un tradimento al giuramento alla Repubblica di quei Sindaci che antepongono le convenienze di partito o le ideologie al giuramento stesso.

Qui, però, ancora una volta parliamo di legge Bossi-Fini.
Negando i flussi legali, quelli programmati per ricerca di lavoro – i rifugiati sono protetti da convenzioni internazionali – negli ultimi anni chi emigrava verso l’Europa si è visto costretto a richiedere un permesso di soggiorno come rifugiato che, come tu sottolinei, spesso sono rifiutati.
Qui si apre l’annoso problema.
Se vieti gli ingressi legali, programmati e poi lasci chi non ottiene protezione internazionale scoperto da qualsiasi diritto, quale politica stai praticando?
Chi è senza diritti, chi non può provare ad integrarsi, fragile, più facilmente diventa vittima della italianissima criminalità dello spaccio.
Credo che un laico confronto sul fallimento della legge sia necessario.
La sicurezza, la garantisci garantendo pari diritti e doveri, il resto rimangono slogan.

Sempre guardando ai numeri, gli immigrati irregolari delinquono, statisticamente, molto di più degli immigrati regolari (che hanno un tasso di delinquenza quasi pari – più basso – a quello degli italiani), il che dimostra che, proprio per ragioni legate alla sicurezza, integrare conviene, e regolarizzare è il primo, necessario, passo.

Priamo Bocchi: PER FAR REVOCARE IL PERMESSO DI SOGGIORNO DEI PREGIUDICATI
Il Questore deve revocare i permessi di soggiorno concessi per motivi di lavoro o famiglia e procedere all’ accompagnamento alla frontiera di coloro che arrestati o gravati da precedenti penali destano particolare allarme sociale.

Risposta: Anche qui, vale tutto ciò sopra scritto.
Rimpatri e sicurezza, sostenibilità e efficacia delle leggi, le ottieni nell’ordine, nel rispetto di ciò che è sostenibile.
Il proclama è ottimo, magari anche condivisibile ma inapplicabile, come lo è stato durante i 20 anni di governo delle destre, che come ti ho scritto, ha fatto due maxi sanatorie, certo non espulsioni.

Priamo Bocchi: Aggiungo a queste proposte qualche numero utile a capire il fenomeno accoglienza in Italia.
Nel 2016 sono sbarcati in Italia 181.000 migranti (costo per lo Stato 4,2 miliardi di euro) mentre nei primi 6 mesi del 2017 gli sbarchi sulle nostre coste sono stati 83.752 (+19,3%);
Nello stesso periodo nel 2017 le domande di protezione internazionale sono aumentate del 44%;
Nel 2016 sono state esaminate 91.000 domande di protezione e solo il 40% di esse ha avuto esito positivo; dei 41.000 migranti rintracciati in posizione irregolare (clandestini) solo 5.800 sono stati rimpatriati;
Solo il 9% dei migranti accolti regolarmente in Italia è realmente un profugo e il 24% dei richiedenti asilo ha ottenuto il permesso umanitario.
Noi insomma facciamo entrare in Italia e troviamo modo di ospitare e mantenere anche chi non ha requisiti per esserlo.
Il risultato è che il sistema di accoglienza (insieme ai comuni italiani) è al collasso:

✓ al 15/07/17 i migranti presenti nei vari centri di accoglienza erano 205.000.
ior parte di loro proviene da Paesi che non sono funestati da guerre o carestie: Nigeria, Bangladesh, Guinea, Gambia, Senegal, Costa d’Avorio. L’80% ha tra i 18 e 34 anni; l’85% è maschio.

Insomma, in attesa di leggi più severe che governino l’esodo africano, ci accontenteremmo del rispetto pieno di quelle esistenti e di una reale parità di diritti e doveri. Ogni comunità deve avere il diritto di scegliere chi fare entrare e chi no.

Risposta: Tutta questa parte è parte della retorica della destra, populista e xenofoba, nel rispetto dei loro valori.
I vantaggi economici provenienti dalla presenza dei 5 e più milioni di immigrati regolarmente soggiornati in Italia, sono documentati da tutti i centri studio.
Contribuiscono con il 9% del PIL nazionale e pagano da contribuenti netti, 640.000 pensioni di Italiani autoctoni.
Infatti, il contributo degli immigrati al fisco supera i 3,2 miliardi, mentre sul totale degli assegni di pensione appena lo 0,3% va a cittadini venuti da altri paesi.

PS: Non avremmo Parmigiano-Reggiano prosciutti di Parma senza lavoratori stranieri. Un’altra eccellenza, il pecorino – Romano o Sardo – esiste ancora perché il 70% dei pastori sono stranieri. Non apro il capitolo servizi alla persona, edilizia, industria dell’acciaio o agricoltura di base. Tutti spazi, lasciati dagli Italiani che giustamente aspirano a qualcosa di più e meglio.

Mi domando davvero perché sia così difficile aprire il quadro, guardare oltre le bandiere e le ideologie e provare a guardare ai numeri, visto che i valori non sono condivisi.
Gli studi di demografia parlano chiaro, secoli di depredazioni “legali” dell’occidente ha lasciato povero il continente più ricco.
Chi povero, come è sempre stato, emigra, ed emigra dove pensa di realizzare un sogno.
Così è stato per i 30 milioni di Italiani emigrati in un secolo di storia e così è per gli africani.

L’Italia per la sua Storia, è per eccellenza un Paese meticcio, senz’altro nel nostro futuro e nel futuro di tutti i Paesi Europei, le società saranno costituite da cittadini di tutto il mondo, molto più di quanto lo siano oggi.
Si stima che l’Europa necessiti di 50 milioni nuovi cittadini europei, da qui al 2050, per supportare sistema industriale e welfare.
Alla fine della seconda guerra la popolazione mondiale era composta da circa 3 miliardi di persone, nel 2050 sarà composta da 12 miliardi di persone e la maggiore crescita sta avvenendo nelle aree più povere, nelle aree dove ancora vendiamo le eccellenze della nostra industria di guerra e ne sfruttiamo le risorse.

Non siamo al collasso, ci vuole coraggio e lungimiranza per governare un fenomeno che, con tante difficoltà può essere governato.

Senza pragmatismo, laicità e senso pratico non si governano i fenomeni, si subiscono e questo, al netto dei valori di partenza”.

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