Dall’Olio: Elezioni in Siclia – Una doppia sconfitta da non ripetere

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Ad uscire sconfitto dall’elezione regionali della Sicilia non è solo il PD, ma il centrosinistra tutto. Il risultato di Fava e di MdP è infatti ancora più deludente, rispetto a quello del PD e del suo candidato Micari, che in qualche modo era annunciato. Sappiamo che divisi si perde. Ma non solo. Anche sommando i risultati dei due candidati, si prendono molti meno voti di prima. Significa che la divisione che c’è stata invece di richiamare più elettori del centrosinistra sotto bandiere distinte li ha allontanati. I separati sono stati entrambi puniti dal proprio elettorato: sia chi è uscito; e sia chi non ha fatto nulla perché questo non avvenisse.

Il risultato è che la sfida a tre rischia di trasformarsi in una sfida a due delineando un nuovo bipolarismo tra centrodestra e movimento 5 stelle che potrebbe richiamare voti di elettori del centrosinistra verso questi ultimi per impedire il ritorno al potere di Berlusconi e dei suoi alleati di comodo Salvini e Meloni. È quanto in parte già avvenuto in Sicilia con un forte voto disgiunto verso il candidato dei 5 stelle Cancelleri  (che ha preso il 34,7% rispetto a un risultato di lista del 26,7%) da parte di chi ha votato le liste a sostegno di Micari. 

Se non si pone rimedio ora, a marzo si rischia il prosciugamento del proprio bacino elettorale. E per porre rimedio bisogna per forza di cose trovare le condizioni per rimettersi insieme su un progetto di governo comune tenendo anche conto del nuovo contesto della legge elettorale che, sui collegi, premia le coalizioni. È una legge elettorale a mio avviso pessima, che non consente di esprimere le preferenze e il voto disgiunto e non garantisce una maggioranza di governo il giorno dopo il voto. Ma quella abbiamo e con quella si deve giocare. 

I partiti del centro sinistra possono però dimostrarsi migliori della legge nel dare voce e rappresentanza ai propri elettori. Come avvenuto nel 2012 ai tempi del porcellum la scelta dei candidati, quantomeno quelli dei collegi uninominali, deve essere fatta attraverso delle primarie aperte a tutte le forze della coalizione. Sarebbe il modo migliore per tornare a coinvolgere il proprio elettorato, dimostrando di volere lavorare insieme e di non demandare tutte le scelte ai giochi interni delle segreterie.

Era uno dei principi fondanti del partito democratico, lo stesso che ha consentito all’attuale segretario di essere alla guida del partito. Vediamo di non smentirlo e di non tornare indietro per avere gruppi parlamentari formati unicamente da nominati fedeli al leader di turno. Produrrebbe solo ulteriori disaffezione ed emorragia di voti a vantaggio degli altri due schieramenti che avrebbero davvero il campo libero per un inedito bipolarismo senza la sinistra.

Nicola Dall’Olio
Direzione regionale PD

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