Lesignano: dopo l’incendio spunta una svastica sul cancello dell’ex caseificio

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Sul cancello d’ingresso all’ex caseificio di San Michele Canava, Lesignano de Bagni – che doveva ospitare 8 richiedenti asilo in accordo con Prefettura, Comune e Ciac Onlus- spunta una svastica.

L’edificio è stato incendiato da ignoti nella notte tra il 2 e il 3 novembre, ad accorgersene alcuni operai giunti il mattino seguente per ultimare i lavori di ristrutturazione.

Non c’è certezza che la svastica spuntata sul cancello sia la firma che rivendica l’incendio doloso, o sia invece precedente al gesto, ma qualcuno è arrivato sino a quel punto, isolato e fuori strada, per esprimere il suo dissenso all’arrivo dei migranti evocando l’ideologia nazista. Il simbolo ritrovato potrebbe delineare agli inquirenti uno scenario preoccupante ma plausibile.

Le Forze dell’Ordine stanno indagando per risalire ai responsabili che hanno reso inagibile la struttura, ma intanto il sindaco di Lesignano, Giorgio Cavatorta, ha espresso la sua intenzione di andare avanti con il progetto e non darla vinta a chi usa strumenti criminali.

Ciac onlus ha invece ringraziato i cittadini che hanno espresso sdegno: “La violenza e la sopraffazione non hanno trovato e non troveranno terreno fertile anche per questa diffusa sensibilità e attenzione che è presente da sempre nelle nostre comunità e che ha accompagnato dalla fine degli anni ’90 la costruzione di un modo di accogliere e di difendere i diritti di tutti – ribadiamo: di tutti – che per noi ha il nome di terra d’asilo”.

“L’accoglienza è prima di tutto un dovere etico ma è anche un diritto, sancito dalla Costituzione Italiana. È ora di dire davvero basta alle false retoriche del “noi italiani” e del “loro stranieri”, di ribellarsi con forza ai discorsi politici che speculano su questa presunta divisione ed affermare con grande orgoglio che questo atto violento non fermerà i pensieri e le pratiche che rendono il nostro territorio l’esempio vivente e lampante che i diritti di ognuno sono la vera sicurezza di tutti. E che ciò che nasce oggi da un mondo segnato da profonde ingiustizie, guerre e sofferenze, ci riguarda e ci coinvolge”.

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