“Parma attrattiva nell’alimentare. Froneri e Nestlé incomprensibili”

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Sta volgendo al termine, con esito positivo, la situazione della Copador di Collecchio entrata in una grave crisi finanziaria che ha messo a rischio azienda e posti di lavoro. Grazie anche all’impegno che lavoratori e organizzazioni sindacali hanno messo si profila una soluzione tutta interna all’industria di Parma, grazie a Mutti, che al riguardo ha annunciato un importante piano di investimenti.

Analogo esito ha avuto pochi mesi prima l’annosa questione della Pandea che ha visto il subentro di Granarolo, in continuità e senza traumi. Così come il primario gruppo salernitano La Doria ha rilevato l’ex Althea, rilanciando con investimenti la parte produttiva.

In un contesto segnato dalla grave crisi mondiale nata nel 2008 ci sono sicuramente ombre anche nell’industria alimentare parmense, ma quanto sopra dimostra che se c’è volontà imprenditoriale il nostro territorio risponde, potendosi giovare di riconosciute competenze lavorative e indiscussa cultura alimentare. Anche la grave crisi finanziaria di Parmacotto è stata gestita e oggi l’impresa, rinnovata nella governance, vive una fase migliore rispetto al recente passato.
Nella nostra attività quotidiana gestiamo situazioni di crisi ma abbiamo anche confronti su investimenti e sviluppo. Citiamo a questo proposito il raddoppio dello stabilimento sughi di Barilla Rubbiano, che porterà a significative positive ricadute occupazionali.

Nella vertenza che coinvolge Froneri e Nestlé abbiamo un tavolo aperto al Ministero dello Sviluppo Economico in cui tutte le istituzioni hanno dichiarato di voler supportare progetti di sviluppo o riconversione. Attendiamo l’incontro con l’azienda del 6 novembre prossimo, è evidente che in questo scenario non potremmo comprendere né giustificare scelte diverse dall’impegno a costruire assieme una strategia che preservi i posti di lavoro in vista di un possibile sviluppo futuro.

 

 

 

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