Froneri: “No ai licenziamenti” – Lavoratori e sindacati in presidio: “Per il lavoro, la dignità i diritti guadagnati in anni di impegno”

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In principio era Italgel. Ogni parmgiano aveva un parente più o meno stretto che ci faceva lo stagionale, e portava a casa quintali di gelati di risulta.

Poi fu Nestlè, quando la crisi si stava spazzando via la Battistero dove gli stagionali, dopo i gelati, si chiudevano a fare pandori e pandorini.

Poi Froneri, con la prima erre allungata, è il progresso baby, le multinazionali e il futuro che scappa via.

Da Froneri a crisi, il passaggio è stato breve, nell’estate, forse anche prima, qualche spiraglio di avvisaglia, poi un’estate di superlavoro: i dipendenti raccontano di turni allungati, stagionali tenuti fino all’altro ieri per produrre scorte.

E ieri, mercoledì, la lettera che ha scosso tutti: si chiude la produzione, tutti a piedi, salvi, forse, gli impiegati. Oltre 120 esuberi, una pec gelida per congedare anni, ite, dedicate all’azienda. Giovedì pomeriggio il presidio, davanti all’azienda, alla presenza del sindaco Federico Pizzarotti, delle sigle sindacali, del mondo di manodopera che ha appena visto crollare il proprio futuro.

“Speravo almeno di laureare i miei figli prima di perdere il lavoro” – racconta una lavoratrice. “Io ero qui dal 79” – aggiunge un’altra.

Qualcuno accetta di parlare, di raccontarsi

Non c’è voglia di rassegnarsi agli amortizzatori sociali,

ma c’è anche tanta paura per il domani.

Il futuro, una lunga battaglia sindacale. Per la dignità dei lavoratori, i diritti conquistati negli anni, un territorio che non può perdere un’altra realtà.

Sabato, alle 16, previsto il prossimo presidio, in Piazza Garibaldi, davanti alla Nespresso.

Le parole di Antonio Mattioli, Responsabile politiche industriali e contrattuali, segreteria Cgil Emilia Romagna-  La storia della produzione del gelato a Parma ha radici lontane nel tempo e, attraverso incorporazioni e riorganizzazioni, è passata nelle mani delle multinazionali.
Nel corso degli anni le lavoratrici e i lavoratori di Parma hanno fatto la loro parte e pagato un prezzo caro per garantire la continuità del sito produttivo.
Con un’operazione finanziaria e di mercato Nestlè ha contribuito a costituire questa Newco, “Froneri”, strumento utile per un’operazione di “pulizia”, tipico del Dna di questa multinazionale.
Quanto è accaduto in questi mesi non solo è inaccettabile, ma merita una risposta decisa di tutta la comunità.
Questi qui, parliamo della Froneri, prima (a luglio) assicurano e sottoscrivono un verbale che smentisce le “voci” di chiusura, dichiarando anche che perseguiranno chi le diffonde, poi (due mesi dopo) dichiarano la chiusura “augurandosi” che i lavoratori trovino occupazione.
I responsabili della Froneri sono soggetti moralmente ed eticamente indefinibili, basta vedere quello che succede in altri siti produttivi, e devono sapere che stanno facendo un’operazione indecente sulla pelle di 250 lavoratrici e lavoratori di una regione e un territorio che, con il Patto per il lavoro, ha bandito questo tipo di atteggiamento.
Devono recedere dalla decisione assunta, in caso contrario saranno responsabili di un conflitto senza precedenti i cui effetti non sono prevedibili.
Riconosciamo il ruolo ed il lavoro che sta mettendo in campo il comune di Parma e riteniamo che la vertenza debba coinvolgere anche la Regione Emilia-Romagna e il Governo.
Per quanto ci riguarda metteremo in campo ogni azione per contrastare la chiusura e i licenziamenti della realtà di Parma e saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori unitamente alle nostre strutture locali.

L’intervento di Patrizia Maestri alla Camera dei Deputati –  Pochi secondi per richiamare l’attenzione del Parlamento e del Governo sull’annunciata chiusura da parte della direzione aziendale, dello stabilimento Froneri di Parma, una multinazionale con sede in Gran Bretagna, nata nell’ottobre 2016 come joint-venture tra Nestlé e R&R Ice Cream, specializzata nel settore del gelato, del surgelato e del settore lattiero-caseario refrigerato.

Tra le sedi produttive di Froneri in Italia vi, appunto, è lo stabilimento di Parma, ex Nestlé, adibito al confezionamento di gelati, nel quale sono impiegati 180 lavoratori fissi che, nel periodo stagionale, raggiungono le 250 unità.

Nonostante l’azienda, nel luglio di quest’anno, abbia smentito alle RSU le prime voci circa l’imminente intenzione di FroneriItali srl di cessare l’attività, ieri il management della sede ha comunicato alle RSU l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Parma e avviare la conseguente procedura di licenziamenti collettivi. Immediatamente i lavoratori presenti hanno dichiarato lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e delle flessibilità e hanno dato mandato ai sindacati di intraprendere ogni azione utile per ottenere l’annullamento delle procedure di licenziamento e l’avvio di un confronto che scongiuri la chiusura dello stabilimento.

il sito produttivo di Parma ex Nestlé è parte integrante del patrimonio industriale provinciale di Parma ed è inserito in quella filiera di produzioni alimentari di cui la città emiliana è il simbolo in Italia e nel mondo. La sua chiusura avrebbe conseguenze non trascurabili sull’industria parmense e sui livelli occupazionali determinando immediatamente la perdita di oltre 200 posti di lavoro.

Questa mattina insieme al collega Giuseppe Romanini abbiamo presentato un’interrogazione ai Ministri del Lavoro – Poletti – e dello Sviluppo Economico – Calenda chiedendo la rapida convocazione di un tavolo di confronto con l’azienda e le organizzazioni sindacali con l’obiettivo di scongiurare la chiusura del sito produttivo di Parma e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.

Siamo personalmente e politicamente vicini ai lavoratori che vedono minacciata la propria occupazione e solidali con le loro famiglie e la città. Questa vertenza testimonia il fatto che il segno “più” davanti agli indicatori economici nazionali, a partire dal PIL e dall’occupazione, sia importante ma che ancora sono tante, troppe, le crisi aziendali in atto che non possiamo dimenticare. Così come non possiamo non aprire una riflessione sul ruolo delle multinazionali nel nostro Paese, le cui logiche di profitto finiscono troppo spesso con il sacrificare risorse umane e professionali, impoverendo il tessuto produttivo e sociale nazionale.

Con questo intervento ho voluto portare in Parlamento la voce dei lavoratori che tra qualche minuto si troveranno in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Parma. Siamo con voi!”.

L’intervento di Giuseppe Romanini alla Camera – “Non mi sembra credibile che il sito di Parma presenti inefficienze tali da non essere superabili; le intenzioni della Froneri di chiudere la sede produttiva risultano comprensibili solo in una logica di impresa multinazionale che non attribuisce valore al territorio e non potranno che incontrare una ferma opposizione. Voglio esprimere ai lavoratori e alle loro famiglie la mia adesione ad ogni iniziativa che riterranno utile intraprendere mettendomi, insieme ai colleghi parlamentari, a completa disposizione sul fronte politico ed istituzionale”.

“La produzione dei gelati è parte della storia industriale del nostro territorio, di quella filiera alimentare che ha nella nostra provincia una lunga tradizione ed un comparto di riconosciuta qualità. Non possiamo permetterci di disperderlo. Insieme alla collega Patrizia Maestri abbiamo presentato già oggi un’interrogazione ai Ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: chiediamo al Governo la rapida convocazione di un tavolo di confronto nazionale con l’azienda e le organizzazioni sindacali per esplorare ogni possibile soluzione che consenta il mantenimento in attività della sede di via Bernini e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali”.

Crisi ex Nestlé di Parma del Gruppo Froneri. Lori, Cardinali e Iotti: “Non siete soli, agevoliamo immediatamente l’attivazione di un Tavolo Nazionale e affrontiamo la questione con fermezza” – “È una notizia sconcertante quella dell’annuncio della chiusura dello stabilimento ex Nestlé di Parma del Gruppo Froneri. Sconcertante perché coinvolge 120 lavoratori o forse più secondo i numeri dati dai sindacati. La nostra solidarietà si manifesta con un impegno di collaborazione con l’assessorato regionale, che sappiamo già coinvolto, per avanzare la richiesta di un Tavolo nazionale e tenerne monitorati i lavori”.

Con queste ferme parole i consiglieri regionali Barbara Lori, Alessandro Cardinali e Massimo Iotti entrano nel merito della crisi che sta preoccupando fortemente il territorio, mettendosi a disposizione in modo concreto e operativo per agevolare l’avvio del dialogo tra le parti, per la salvaguardia delle professionalità e dei posti di lavoro. “Ai lavoratori vorremmo inviare il messaggio che non sono soli. La Regione farà tutto ciò che sarà possibile per affrontare immediatamente questa grave situazione e risolverla”.

Fabio Rainieri, Lega Nord, Vice Presidente assemblea legislativa Emilia Romagna – “Piena solidarietà ai lavoratori di Fronieri per quello stanno subendo. È un abbandono di Parma con perdita di posti di lavoro, ripercussioni sociali e impoverimento del tessuto produttivo locale che va assolutamente fermato e che deve vedere in campo tutte le istituzioni interessate, compresa la  Regione Emilia-Romagna”. Queste le parole con le quali il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponete della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha annunciato di aver portato in Regione con una interrogazione il caso dei posti di lavoro a rischio per l’annunciata chiusura dello stabilimento produttivo della Fronieri a Parma.

Nel documento, il Consigliere regionale del Carroccio riferisce come secondo fonti sindacali i lavoratori interessati dal licenziamento collettivo saranno più di quelli ipotizzati, sia perché la cessazione della produzione riguarderà anche circa 70 stagionali, sia in quanto sarebbero già arrivate anche ad addetti amministrativi lettere di licenziamento. Inoltre, solo a luglio i vertici aziendali avevano smentito l’ipotesi della chiusura del sito produttivo mentre tra circa 75 giorni i lavoratori interessati saranno legalmente disoccupati senza che siano stati per essi previsti ammortizzatori sociali.

Rainieri domanda quindi alla Giunta regionale come valuta l’atteggiamento dei vertici aziendali di Fronieri riferito dalle organizzazioni sindacali e se comunque prevede ci sia la possibilità di evitare la chiusura dello stabilimento produttivo e salvare tutti o almeno buona parte dei posti di lavoro a rischio, assicurando per quella parte di lavoratori il cui posto di lavoro non si riuscirà a salvaguardare idonee garanzie sociali. Altra richiesta fatta al Presidente Bonaccini ed ai suoi Assessori è se e come intendono attivarsi per intervenire su questa importante vertenza lavorativa.

 

 

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