Se Wally Bonvicini era la boss, Sante Scian il suo fido collaboratore, Tom Vigini il referente in Slovenia e Ababacar Diaw, l’unico ancora ricercato, quello in Senegal, e sono finiti tutto in carcere, la rete di collaboratori di FederItalia era fittissima. Così come quella di clienti: e tra quelli finiti nella lente della Procura figura anche il Presidente del Palermo Calcio Maurizio Zamparini.
Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Antoniazzi, 42enne di Varsi e Barbara Oleari, 45 anni, parmigiana, collaboratori stretti di Wally Bonvicini, e gli aretini Sauro Terzuoli e Serena Redditi.
“Solo” indagati, il notaio Domenico Rossi, interdetto per un anno, Carla Toni, Marco Abbruzzese, Francesco Terzuoli, Alberto Pittaro, Maria Loredana Manenti, Massimo Patroncini, Ermenegildo Grossi, Angelo Sgambaro, Immacolata, Mario e Arcangela Francese, Cecilia Simeone, Tatiana e Giovanni Gerardo Stefanini, Fausto Bocelli, Enzo Valentini, Rosalba Lorenzon, Francesco Mattiace, Luciana Boscaini, Fortunato Ferrato, Maurizio Zamparini appunto.
Nel caso del presidente del Palermo calcio, l’accusa è sottrazione fraudolente al pagamento d’imposte. Si tratta di quasi 23 milioni di euro di imposte private, relative alla sua persona fisica, che avrebbe cercato di evadere prima denunciando Equitalia per usura, senza esiti, poi acqusitando, dalla stessa Bonvicini, tramite Sante Scian, il notaio Rossi e un giochino di società, alcune quote di Ravenna sas, in quel momento tutelata dal fondo vittime per l’usura. Un’operazione costata a Zamparini, che comuqnue ora dovrà rifondere il dovuto al fisco, 50mila euro. E un’iscrizione al registro degli indagati.
