“Peculato telefonico”: assolto Giampaolo Lavagetto. Che rilancia l’accusa: “Io scomodo”

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“Peculato telefonico”, assolto Giampaolo Lavagetto.

I giudici della II sezione della corte di appello di Bologna hanno prosciolto dall’accusa di “peculato” l’ex assessore del Comune di Parma, riformulando l’impotazione in “peculato d’uso” (imputazione meno grave) per la quale c’è stato il non luogo a procedere in quanto il reato è prescritto.

Fondamentali i nuovi elementi portati di fronte ai giudici di Bologna dall’avvocato Gianluca Paglia, le dichiarazioni dell allora dg del Comune di Parma, Carlo Frateschi, e la relazione stilata dai funzionari degli uffici comunali. In esse, si chiarisce che i presunti 90 mila euro di bollette “non sono mai esistiti” se non come “un errore di fatturazione fatto ed ammesso da Telecom”.

Dei rimanenti 408 euro dei 4 mesi di telefonia presi in considerazione, sono per 150 frutto di un abbonamento fatto dagli uffici comunali, ma rilevatosi senza reale significato. Soprattutto, la relazione degli uffici comunali, oltre a ribadire l’errore di fatturazione di Telecom, rilevava che l’intera vicenda con Telecom si era svolta a totale insaputa dell ex assessore.

“Dopo otto anni di agonia – dice Lavagetto – grazie anche al lavoro del mio legale, si è chiusa una vicenda che probabilmente nemmeno sarebbe mai nata se non fossi stato quel personaggio politico indipendente che mai si è voluto piegare a certe logiche di potere. Ora, però, si guarda avanti con la stessa determinazione e caparbietà di sempre”.

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