Bassa Reggiana- Violenza sessuale su minore disabile: revocati i domiciliari al 21enne

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Sono stati revocati di domiciliari al 21enne pakistano richiedente asilo arrestato mercoledì scorso con l’accusa di aver violentato un ragazzo disabile nella Bassa reggiana.

Lo ha deciso il Gip di Reggio Emilia Giovanni Ghini dopo l’interrogatorio di garanzia durante il quale l’indagato ha confessato di aver avuto un rapporto con il minorenne lo scorso 10 luglio, sostenendo però che il giovane fosse consenziente.

L’indagato deve ora sottostare all’obbligo di firma ed è stato disposto anche l’allontanamento dalla vittima della violenza e il divieto di espatrio.

Il sostituto procuratore di Reggio Emilia Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta sull’abuso condotta dai carabinieri, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per il 21enne e ha annunciato il ricorso al Riesame contro la decisione del Gip. (ANSA).

1 commento

  1. Caterina Galli, Coordinatrice Fare! Emilia Romagna

    Un Paese che consente a un pedofilo reo confesso di tornare a piede libero è un Paese che si è perso, che ha perso la sua autorevolezza, che ha perso il senso della realtà – queste le parole di Caterina Galli, coordinatrice regionale di Fare! con Tosi, che continua – Non possiamo considerarci una democrazia compiuta se non riusciamo a proteggere i più deboli. Quando un bambino con disabilità viene aggredito nella maniera più vigliacca, portandogli via la fiducia, creandogli un trauma, violando la sua intimità, non si può non reagire. E le reazioni sono state fin troppo moderate, confidando in una giustizia che non è arrivata. Questa è la cosa che fa più paura. Non potersi più fidare dello Stato, neppure in caso di crimini gravissimi. Il reo confesso è stato lasciato a piede libero perché la famiglia non lo vuole in casa e quindi non è stato possibile applicare gli arresti domiciliari, ma come si può pensare di dare gli arresti domiciliari a un violentatore di bambini? Quali crimini devono essere commessi oggi in Italia per finire in galera? Questa è l’amarezza più grande, anche se spero che alla scadenza del permesso di soggiorno sia rispedito in Pakistan, da dove viene, e che possa scontare la pena nel carcere del Paese di provenienza. Non commento il fatto che il permesso di soggiorno non possa essere revocato nemmeno in casi così gravi, creando un assurdo giuridico che lascia libero il criminale reo confesso; questo è il risultato di una politica sugli ingressi buonista e permissiva, che non effettua sufficienti controlli su chi fa richiesta di ingresso e permanenza nel Paese, lasciando soli gli amministratori dei territori e generando mostri giuridici che di fatto bloccano l’attività dei tribunali. Noi non cavalchiamo il populismo, ma che lo stupro di un bambino rimanga impunito è totalmente inaccettabile: speriamo se ne accorga anche quella parte di sinistra che ha fatto del manifesto dell’accoglienza degli immigrati e della loro tutela senza fare controlli ne differenza un gigantesco manifesto di propaganda politica, oltre ad un business miliardario saldo nelle mani di pochi.

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