Via D’Azeglio – Hanno chiuso la Standa (poi Billa, poi Vivo) e ci faranno…un megastore cinese

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“Hanno buttato giù l’Odeon e ci faranno un discount…un altro sogno che uccidono, un’altra volgarità” cantava Eros Ramazzotti.

Parafrasandolo, ecco un altro pezzo di Parma che se ne va. In principio fu Standa, che ha dato da mangiare a generazioni di parmigiani, chi vi lavorava, chi vi faceva la spesa, chi prendeva “il 3, il 4 o il 5” per farci un semplice giro, quando ancora i centri commerciali erano un’immagine lontanta.

Poi divenne Billa, sperso in quell’Oltretorrente che perdeva la sua connotazione di splendore parmigiano e universitario diventando sempre più colonia multietnica.

Poi, fu “Vivo”, con l’angolo di città già patria di spaccio e degrado. Ma l’affitto elevatissimo, la crisi, la città che non c’è più…o comunque non va più lì, è durata solo un anno e mezzo.

Inutili le battaglie dei lavoratori, appoggiati anche da più fronde politiche, contro la chiusura. Poi, la grande paura: che vi aprisse una sala slot, ombra aleggiante nonostante le rassicurazioni del Comune.

Ora, la certezza: aprirà un megastore cinese, di proprietà dei “vicini”, il maxi-store che vende dituttodipiù “Emporio Fashion”. Sarà un lato maxi bazar, con l’obbligo di tenere un angolo per gli alimentari confenzionati e un bar aperto in orario di negozio.

E’ il futuro baby. E se i capitali hanno gli occhi a mandorla, forse quelli salveranno l’Oltretorrente dal naufragio in vetirne abbandonate, sempre troppe e sempre troppo chiuse.

1 commento

  1. CasaPound Parma

    Un nuovo megastore cinese in pieno centro, nel cuore di quell’oltretorrente già preda di spaccio e degrado? CasaPound Parma si oppone all’idea, rilanciata negli ultimi giorni, e affida la propria protesta ad uno striscione che recita: “Degrado e multiculturalità, oltretorrente specchio della città”.

    “Prendiamo atto – attacca Luca Furlotti, responsabile cittadino di CasaPound – dell’ennesimo scempio ai danni di un quartiere che convive da tempo con problemi di insicurezza e degrado, mai affrontati concretamente in questi ultimi anni”. “Basti pensare – spiega, riferendosi alla scritta sullo striscione – ai numerosi negozi etnici o gestiti da stranieri, spesso tra l’altro preda di sanzioni e chiusure per inadempienze dei titolari”. L’oltretorrente, continua, “come tutta la città sta morendo un pezzo alla volta, nel totale disinteresse di un’amministrazione incapace di offrire alternative a cittadini e commercianti”.

    Proprio sul tema del commercio punta il dito Emanuele Bacchieri, candidato sindaco del movimento alle scorse elezioni: “Mentre stanno procedendo nella costruzione di un altro centro commerciale, inutile e ridondante viste le recenti fallimentari esperienze, ecco spuntare megastore cinese”. Bacchieri si domanda se “è così che si intende rilanciare il commercio di vicinato, tanto importante dal punto di vista della coesione sociale e della vita della città quanto, ad oggi, lasciato totalmente a sé stesso?” “Tanto più – prosegue – che l’ipotesi cozza con le promesse, evidentemente vane, di chi in campagna elettorale assicurava di volere sostenere i commercianti parmigiani”.

    “Qualche mese fa – conclude – si parlava della possibile apertura, al posto del supermercato, di una sala giochi, l’ultima di una lunga serie. Forse è andata persino peggio”.

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