ParmaPress24

“Cassano? E’ stato a un passo dal Parma. Ma non tornerà”

“Cassano? E’ stato a un passo dal Parma. Ma non tornerà”. Amato, odiato, discusso. Rivoluto da alcuni, rinnegato dai più, Antonio Cassano ha “rischiato” di tornare a Parma.

Fantacalcio su FantAntonio? No, parola di chi collaborava con l’entourage che lo ha gestito fino ad alcune settimane fa, quello di Tullio Tinti. “C’è stato un avvicinamento, il giocatore era disponibile. Poi la società, su inidicazioni della squadra, ha lasciato perdere”.

Ecco dunque che si aricchisce di un nuovo flash il lungo film estivo legato al futuro di Antonio Cassano. Qualcuno a Parma lo avrebbe anche rivoluto, riconoscendone il grande talento, i più, tra i colpi di follia e la fuga ai primi scriocchiolii pre crack, hanno auspicato non tornasse.

Legato all’era Ghirardi, a quella facciata di opulenza e grandi nomi intessuta da Leonardi, Cassano evoca miseria e nobiltà. Sarebbe un lusso per la serie B, se avesse voglia di fare il calciatore. Ma non lo sarà a Parma, ammesso lo sia per qualcuno.

Lo spogliatoio che un tempo ha provato a spaccare, ha detto no al suo ritorno. Ammesso che lui potesse davvero tornare, mentre scrive l’ennesimo capitolo della sua personalissima Beautiful.

“Smetto” – ha detto poco dopo aver firmato col Verona. “Anzi no” – ha poi cambiato idea, definendo la possibilità di smettere una cazzata. Poi, di nuovo: “Smetto col Verona, non col calcio”.

L’addio con un messaggio social della moglie, poi sconfessato. “No Carolina si è sbagliata smetto anche col calcio”.

Ma no, ecco la nuova smentita, in questi giorni.  “La vita è fatta di scelte. Anche professionali. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci, è successo miliardi di volte nel mondo. Ma se capita a un calciatore fa più clamore – spiega -. Se poi è Cassano, allora è matto. Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Per il resto, sono abituato a convivere con la pressione mediatica. Sono diventato un k-way, la pioggia mi scivola via. Con l’Hellas Verona non è scattata la scintilla, l’ho capito subito… è come stare con una donna e accorgersi di non avere voglia di passarci del tempo insieme. Una questione di feeling, di aria. L’ho detto al presidente Setti, al direttore sportivo Fusco, all’allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa”.

E sul futuro. “Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra.

Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte. La cosa fondamentale è che mi diverta. Come ho sempre fatto in 18 anni di carriera. Entella? La sfida sarebbe grande, tentare il ‘miracolo’ Serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo accettato, ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in Serie B. Sono rimasto fermo fino alla firma con l’Hellas Verona. Il rapporto umano tra me e Gozzi non è cambiato, è ottimo. Sampdoria? In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori. Data limite? Settembre, altrimenti resto a casa”.

Forse.