Lesignano: no al traferimento di 30 migranti nell’ex Caseificio. Intanto a Fidenza in arrivo 20 richiedenti asilo?

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Il centro di accoglienza migranti nell’ex Caseificio di Mulazzano, Lesignano, che avrebbe dovuto ospitare 30 persone, non si farà più. Il sindaco Giorgio Cavatorta aveva inviato una lettera in opposizione alla decisione che scavalcava l’amministrazione locale al ministro degli Interni, Marco Minniti. Il sindaco si diceva anche pronto a dare le sue dimissioni.

E adesso arriva la conferma che il progetto si congela. E’ intervenuta l’Anci, il ministero si è mosso e anche i parlamentari locali. Un incontro tra il prefetto e il sindaco ha disposto la sospensione del progetto.

Intanto a Fidenza la capogruppo di Forza Italia, Francesca Gambarino, interviene sull’arrivo di 20 migranti che sarebbe imposto dal Prefetto: “Venti nuovi richiedenti asilo in arrivo a Fidenza? Così sembrerebbe dalla graduatoria pubblicata dalla Prefettura di Parma il 24 luglio scorso”.

“Nel documento, infatti, oltre alla società che gestisce la struttura di via Fermi, – continua Gambarini – compare il nominativo di un’associazione a cui sarebbero stati assegnati 20 profughi da ospitare a Fidenza. Dato che nulla ci è stato comunicato, nonostante ci siano stati a disposizione ben due consigli comunali, chiediamo all’amministrazione comunale chiarimenti su quanto pubblicato sul sito della Prefettura. Semplicemente, vorremmo sapere se e quando queste 20 persone arriveranno a Fidenza e dove saranno ospitati. Se il sindaco non è in grado di rispondere, si informi presso la Prefettura, sempre che non abbia paura di disturbare il Prefetto. Colgo l’occasione per ribadire la mia contrarietà al sistema di accoglienza messo in piedi dal Governo e gestito dalle Prefetture. Un sistema alla continua ricerca di posti in cui sistemare i richiedenti asilo non è sostenibile. Il numero di migranti in arrivo in Italia continua ad aumentare e lo Stato continua a chiedere più posti per ospitarli, pagando 35 euro al giorno per ogni migrante ospitato ai privati che li accolgono. Questo vuol dire alimentare un business, che si basa sullo sfruttamento di disperati. Bisogna dire basta e mettere un freno a tutto ciò”.

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