Omicidio Kelly e Gabriela: Samuele e Alessio Turco capaci di intendere e volere

0

Erano in grado di intendere e volere Samuele Turco e il figlio Alessio, accusati del tremendo duplice omicidio di “Kelly”, al secolo Luca Manici, e di Gabriela Altamirano, nel casale di San Prospero trasformato dalla nota trans in un locale a luci rosse.

Lo sostiene la perizia psichiatrica, firmata dal medico bolognese Renato Ariatti, che sarà assunta giovedì mattina in corso dell’incidente probatorio.

Samuele Turco, ex fidanzato di Gabriela Altamirano, con la quale condivise prima notti di scambismo, per poi sfruttarne la prostituzione, viene descritto come una personalità “istrionica, narcisistica e drammatizzante”, dunque un uomo bisognoso di attenzioni, ma assolutamente lucido.

Non ci fu follia nella notte in cui, con l’auto prestata da un’amico, insieme al figlio Alessio si recò al casolare e uccise Luca Manici sotto il portico della villa e l’amata Gabriela, ferendola ripetutamente nelle parti intime in ultimo sfregio.

Non c’è follia in lui, e non ve ne è nemmeno nel figlio Alessio, il cui ruolo non è ancora stato del tutto chiarito ma sul quale pende comunque la pesantissima accusa di duplice omicidio  premeditato aggravato dalla crudeltà (potrebbe anche costare l’ergastolo), aggravata nel caso di Samuele dallo sfruttamento della prostituzione e dallo stalking, fino al falso ed alla violazione dei sigilli.

Alessio, che una settimana dopo il delitto crollò al primo interrogatorio, conducendo gli inquirenti sui luoghi dove aveva nascosto il coltello, nel Montanara, ma anche a Cassio, per recuperare computer tablet e cellulari delle vittime.

Alessio, succube del padre così istrionico e vivace, pieno di eccessi, bugiardo, bisognoso di attenzioni: al ventenne, dallo psichiatra, viene riconosciuta una scarsa capacità di elaborare il pensiero, unita ad un disturbo antisociale della personalità.

Una fragilità emotiva di fondo che non basteranno a chiedere la seminfermità: nessun vizio di mente, né in Turco padre, né in Turco figlio. Ma una sorta di sudditanza, che potrebbe rappresentare una piccola ancora per evitare la condanna a vita ad Alessio.

Per evitare che quel padre, così amato e idealizzato fino all’ultimo, ormai inchiodato alle proprie colpe da imputazioni durissime,  diventi del carnefice anche del proprio figlio, oltre che di se stesso, di Gabriela, colpevole solo di averlo lasciato dopo abusi e costrizioni, e della Kelly, che gli aveva portato via “la Gabri”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here