Stu Pasubio: notificata a Pizzarotti chiusura indagini preliminari. Procura procede per turbata libertà del contraente?

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Oggi mi è stata comunicata l’informazione della chiusura indagini preliminari relative alla vicenda Stu Pasubio. È una indagine nata cinque anni fa a poche settimane dalla mia prima elezione a sindaco: proprio grazie a quella vendita abbiamo liberato Parma dai suoi primi 40 milioni di euro di debiti, con un’azione concreta che ci aveva permesso di affrontare immediatamente il pesante default del Comune, ora scongiurato“.

Così il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, tramite Facebook comunica di aver ricevuto la notifica di chiusura delle indagini preliminari, un atto che lo mette nelle condizioni di avere venti giorni di tempo per presentare memorie difensive, prendere visione degli atti d’accusa ma anche chiedere di essere sentito dalla magistratura.

Il sindaco prosegue: “Come tutti sanno, la vendita di Stu Pasubio era un’operazione già in atto ancor prima che ci insediassimo: il nostro compito è stato di dare continuità alla procedura del Comune, voluta dall’ex commissario Ciclosi, liberando così i parmigiani dal pesante debito. Peraltro il compratore era l’unico soggetto che aveva interesse ad acquisire la partecipazione per completare l’operazione immobiliare.

Che dire dunque: continuo ad essere tranquillo perché, nonostante l’indagine e pur non occupandomi direttamente dei bandi di gara del Comune – per questo ci sono i tecnici -, so che anche quella volta il risultato è stato salvaguardare gli interessi dei parmigiani.

Mi sono preso un impegno verso la città, assumendomi ogni onere. Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, nel rispetto della legge e a tutela dei miei concittadini.
Con trasparenza e chiarezza continuerò a tenere aggiornati i parmigiani sugli sviluppi della vicenda“.

L’INDAGINE – Il sindaco è sotto inchiesta insieme all’ex commissario governativo Mario Ciclosi – alla guida del Comune dal novembre 2011 alle elezioni del maggio 2012 – per la cessione della quota di maggioranza della società comunale che si occupò della riqualificazione dell’ampia area in pieno San Leonardo, la Stu Pasubio, appunto.

Il reato per cui si procede è turbata libertà di scelta del contraente, articolo 353 bis del codice penale. Secondo le ipotesi d’accusa, il commissario Ciclosi sarebbe stato d’accordo con l’unico partecipante al bando e conseguente assegnatario, l’azienda Remilia Srl di Reggio Emilia (gruppo Unieco). Pizzarotti avrebbe dovuto modificare il bando. Si tratterebbe di un fascicolo aperto autonomamente dalla Procura nel 2012.

Nel mirino anche i membri del cda della partecipata in carica quando ci fu la vendita. Le indagini sono condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinato dalla pm Paola Dal Monte.

“Ho abbassato il debito ma sono indagato” – La notizia l’aveva confermata lo stesso sindaco sul suo profilo Facebook: “Abbiamo liberato Parma da 40 milioni di euro di debiti, ma risulto indagato. Devo comunicarvi che sono venuto a conoscenza di una nuova indagine nei miei confronti […] non mi sono stati comunicati in modo ufficiale ma che ho appreso dalla stampa, so che si tratta della vendita di Stu Pasubio”.

 “Sorpreso dell’indagine” – “Sinceramente mi sorprendo dell’indagine, visto che la vendita di Stu Pasubio era una procedura già in atto e visto che la società in questione era una partecipata che aveva oltre quaranta milioni di debiti. Chi l’ha comprata era l’unico soggetto che aveva interesse ad acquisire”.

“Sono tranquillo, sono sereno”-  “Soprattutto perché non mi occupo dei bandi di gara che escono, ci sono i tecnici per questo. So che anche questa volta il risultato è stato salvaguardare gli interessi dei parmigiani”.

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