Università: Andrei e Garziera si candidano per il posto di Rettore

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Rinaldo Garziera - Paolo Andrei

Il 27 settembre ci saranno le votazioni per il nuovo rettore dell’Università di Parma.

E’ stato Carlo Quintelli il primo a candidarsi per sostituire Loris Borghi. Ora ufficializza la sua candidatura anche Paolo Andrei, presidente di Cariparma. Sempre oggi si è candidato anche Rinaldo Garziera, professore a capo di Ingegneria ed Architettura dallo scorso gennaio. Entrambi, gli ultimi due, dichiarano di voler mettere un freno ai personalismi alla guida dell’Ateneo parmigiano.

Paolo Andrei, classe 1962, è Professore Ordinario di Economia Aziendale e Presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA). Presidente anche della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Credito su Pegno di Busseto. Da 2003 al 2010 fu Pro Rettore con delega per la didattica dell’Università. Dal 2002 al 2006 fu Preside Vicario della Facoltà di Economia. Si pone come punto di rottura dal passato ed è tra i più gettonati. Fin’ora infatti non c’è stato un Rettore forte che provenisse dall’Ateneo di Economia.

Quintelli, classe 1958, è docente di architettura, pro rettore dell’area edilizia, “papà” della Mastercampus Strategy, idea per la  messa a sistema degli interventi di rigenerazione e sviluppo dei diversi poli insediativi dell’Università di Parma attraverso quattro campus. Molto legato al rettore dimissionario Loris Borghi rappresenterebbe la continuità con il passato.

Rinaldo Garziera, classe 1962, è dal 2001 professore ordinario di Meccanica Applicata alle Macchine presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Parma. Il prof. Garziera si occupa di vibrazioni dei sistemi meccanici, di meccatronica e dello sviluppo di metodologie di diagnostica non distruttiva basate sull’analisi modale.

Ecco la lettera inviata Garziera ai colleghi per ufficializzare la sua candidatura e le sue linee programmatiche:
“L’Università di Parma ha una storia di eccellenza e merita di continuare a scriverla,
valorizzando e investendo sul suo capitale umano, premiando il merito e
potenziando la ricerca. Per questo serve il contributo di ognuno, senza
personalismi, in un’ottica di collaborazione e di visione condivisa. A beneficiarne
sarà l’Ateneo, ma anche il territorio e le giovani generazioni, la cui alta
qualificazione è ormai una condizione sine qua non per competere sul mercato del
lavoro.
Il prestigio del sistema universitario italiano, ormai da qualche anno, decresce
rispetto a quello storicamente accordatogli. Nell’attuale contesto opaco, dove cause
ed effetti si rincorrono e si confondono, il minor prestigio porta con sé minori
finanziamenti. Si innesca così una spirale sfavorevole che getta nell’ incertezza e
nella demotivazione chi opera nell’Università e fa presagire inequivocabilmente
uno scenario di progressivo declino.
Il nostro Ateneo non è purtroppo indenne dagli effetti della infelice congiuntura
economica. Le sfortunate circostanze che hanno portato a questa nuova tornata
elettorale possono e devono trasformarsi nell’occasione per ridisegnarne obiettivi,
direzione e contorni, con una visione strutturata non per fasti momentanei e
personalistici ma per un’affermazione di lungo periodo.
Serve una nuova visione, fatta di coraggio, di concretezza e di apertura. Il coraggio
è quello che ci vuole per riconoscere i propri punti deboli, per ammettere i propri
errori, per uscire da sterili e autoreferenziali dinamiche verticistiche di governo
dell’Ateneo.
La concretezza deve favorire un ritorno alla normalità e a un clima di lavoro
sereno, dove cominciare a costruire democraticamente il progetto di crescita
credibile e lungimirante di una “comunità di pari”.
Il nostro Ateneo fa della sua vocazione generalista il suo punto di forza. Occorre
per questo aprirsi al nuovo che avanza in tutti i settori, in tempi drasticamente
mutati. La mente e la passione devono essere pronte ad uno scatto d’orgoglio per
riconquistare la posizione che ci spetta, in termini di attrattiva, di fucina del Sapere
e di motivazione per giovani ricercatori.
Non credo a sogni velleitari, proclami iperbolici o obiettivi palesemente
irraggiungibili. Bisogna fare i conti con il fatto che le risorse finanziarie devono
essere costantemente inseguite e reperite anche attraverso canali alternativi. A
maggior ragione le risorse acquisite devono essere sapientemente impiegate per
valorizzare le persone a beneficio di un prestigio duraturo e ricondurre l’Università
di Parma ad essere un polo di riferimento sempre più autorevole, spendibile ed
eletto, con conseguente attrazione di finanziamenti e inversione della spirale
negativa. E il compito di invertire la spirale avversa che ci avvolge è senz’altro alla
portata della nostra forte e sana comunità scientifica.
Bisogna premiare il merito. Migliori condizioni di lavoro consentiranno di
esprimere tutto il potenziale che nasce dall’amore e dalla passione per la didattica,
per la ricerca, per le attività organizzative presenti all’interno dell’Università di
Parma. Questa passione deve essere alimentata a tutti i livelli, dalla docenza
all’amministrazione, dal personale di laboratorio agli studenti, garantendo
prospettive certe di carriera a chi si impegna per la crescita dell’Ateneo.

Mi ripeto. L’Università di Parma deve tornare ad investire sul suo bene più
prezioso: le persone. Nessuno dovrà sentirsi in balìa di disegni astratti,
imprigionato dalla burocrazia o vittima di mosse incomprensibili su una scacchiera
che non sente sua. Solo così si implementa il circolo virtuoso della nostra civiltà, a
cui la nostra Istituzione contribuisce da più di un millennio .

Con queste premesse, in questo contesto e con forte motivazione, intendo mettere a
disposizione dell’Ateneo di Parma l’esperienza che ho maturato come Direttore di
Dipartimento e in Senato Accademico, dove ho sempre sostenuto con forza le idee
che Vi ho esposto. La solida credibilità e la considerazione di cui gode la nostra
Università, malgrado qualche indice legato a valutazioni più o meno condivisibili,
non è sicuramente stata scalfita da qualche improvvido passo falso o da qualche
saltellamento nelle posizioni di una classifica da quotidiano.

Sarà mio compito, qualora ottenessi la Vostra preferenza, rinsaldare questa
reputazione, che l’Ateneo di Parma e la città si scambiano vicendevolmente.
Questo dev’essere un obiettivo perseguito a tutti i livelli, con la certezza che la
libertà del Sapere non può e non dev’essere subalterna o succube di indirizzi
provenienti dall’esterno”.

Sintesi delle linee programmatiche di Rinaldo Graziera

Autonomia
L’Ateneo dovrà diventare lo snodo tra i valori dell’educazione superiore e il mondo
imprenditoriale. Ma occorre determinazione nell’evitare sudditanze di qualsiasi
genere, sia politiche sia economiche.

Reclutamento

La ridefinizione delle priorità nell’allocazione delle risorse è l’unico strumento in
grado di garantire lo sviluppo delle carriere, della didattica, della ricerca e quindi,
in ultima analisi, dell’autorevolezza dell’Ateneo.
Studenti e didattica
Sono intenzionato a sperimentare nuovi strumenti già diffusi a livello
europeo, come il prestito d’onore. E’ fondamentale rafforzare la tensione dell’Ateneo verso l’internazionalizzazione, sia nella formazione degli studenti, sia nello sviluppo delle politiche ad essa funzionali.

Organi e strutture dell’Ateneo
Sono profondamente convinto della necessità di riaffermare la centralità del Senato
Accademico, del CdA e dei Dipartimenti nel governo dell’Ateneo. Solo un
confronto dialettico e diretto tra Rettore e tali Organi, consentirà di ripristinare una
condizione di “normalità istituzionale”. Occorre invertire la tendenza attuale,
garantendo il rispetto dell’autonomia che la legge garantisce ai Dipartimenti.
Autonomia nella programmazione dello sviluppo del corpo docente, nella
definizione delle strategie per la didattica e la ricerca, nelle relazioni con i soggetti
terzi. Bisogna favorire l’instaurarsi di rapporti non mediati tra i Dipartimenti e il
governo dell’Ateneo, che dovrà ascoltare con attenzione le valutazioni interne ai
Dipartimenti stessi, anche riguardo al recente processo di accorpamento.

Personale docente
Il legislatore prima e la Corte Costituzionale poi hanno riservato ai docenti una
disparità di trattamento economico, che ne ha svilito il ruolo, rispetto alle altre
categorie del lavoro pubblico. Mi impegno a perseguire una strategia che difenda i
diritti retributivi dei docenti, e favorisca la semplificazione degli oneri burocratici
su di essi gravanti.
Personale Tecnico e Amministrativo
Sono indispensabili procedure e flussi di lavoro lineari con la definizione certa di
compiti e responsabilità nel quadro regolamentare di Ateneo. E’ necessario un
ritorno alla normalità dell’organizzazione interna, modellata sulle reali esigenze dei
procedimenti amministrativi e non rispondente a logiche astratte di
“riorganizzazione strutturale”. Occorre dedicare attenzione, e reperire adeguate
risorse per le attività di aggiornamento e di formazione del personale tecnico e
amministrativo.
Ricerca e Terza missione in solidarietà fra i Dipartimenti
È strategico incentivare le attività di Ricerca e di Terza missione svolte dai
Dipartimenti, e in generale la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze
verso il contesto socio-economico. Occorre per questo offrire grande supporto
amministrativo ai Docenti nella partecipazione a bandi europei competitivi, e nelle
attività di trasferimento tecnologico.
Al contempo, al fine di promuovere la ricerca anche in quei settori dove le
collaborazioni con gli enti esterni e le imprese sono meno frequenti (rispetto al
caso ad esempio di Ingegneria, che conosco direttamente), occorre istituire un
fondo di solidarietà tra Dipartimenti. Questo sarà finanziariamente sostenuto dalla
rimodulazione delle trattenute interne sui contratti di ricerca.
Dottorati
È opportuno ripensare una nuova strategia per valorizzare i Corsi di Dottorato di
Ricerca, prevedendo una specifica dotazione finanziaria per il loro funzionamento,
e disciplinando la relativa offerta didattica con il riconoscimento, ai docenti, dei
crediti svolti.
Rapporti con la CRUI e altri soggetti
Credo che il prossimo Rettore dovrà spendersi in prima persona e in maniera
sistematica e continuativa nella gestione dei rapporti con la CRUI, con il Ministero,
con la Regione e con le realtà produttive locali.
Qualità e assicurazione della qualità
Perseguirò con determinazione l’esito favorevole del processo di accreditamento
del nostro Ateneo, in vista della visita Anvur del 2018. Occorre a tal fine effettuare
un’analisi accurata dell’attuale organizzazione, centrale e periferica, e definire,
attraverso l’attività del Presidio di Qualità, processi di gestione monitoraggio e
riesame, non fini a sé stessi, ma che generino una continua tensione all’incremento
della qualità del nostro Ateneo.

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