PD, la resa dei conti: dimissionari Lavagetto e Serpagli

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Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino, il segretario provinciale Giampaolo Serpagli e quello regionale Paolo Calvano al tavolo, insieme alla presidente dell’assemblea cittadina, Caterina Bonetti, in prima fila i tre “big”, il senatore Giorgio Pagliari e i deputati Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini. C’erano tutti.

Alla Corale Verdi si è schierato il PD locale domenica sera per la sua notte più lunga, quella della resa dei conti dopo il fallimento elettorale. Sono arrivate le dimissioni, come preannunciate, di Giampaolo Serpagli e Lorenzo Lavagetto, sono arrivate riflessioni sulla scelta di Paolo Scarpa e sulle amministrative perse.

E’ arrivato il rinvio a tra due settimane, oltre l’una di notte. E’ arrivato il rinvio ad ottobre, per il congresso.

Il primo a prendere la parola è stato proprio Serpagli. 

“Lo avevo promesso, due anni di mandato poi me ne vado, solo per arrivare alle amministrative. E dopo una batosta così è giusto che me ne vada a casa” – ha introdotto.

Le sue dimissioni sul tavolo, dunque. Con una frecciatina a Paolo Scarpa: “Ci siamo illusi che le primarie servissero per renderci credibili agli occhi dei cittadini, ma non è stato così, siamo stati percepiti troppo impegnati coi macroproblemi per essere pronti ai reali bisogni dei singoli parmigiani”.

E sul candidato: “Ci ha tenuto a distanza (ripetendo sempre di essere il candidato del centro sinistra e non del PD, di non avere la tessera n.d.a.), ora da la colpa a noi?”. Su Pizzarotti: “Non c’erano i presupposti per un’alleanza”.

Poche ore dopo, l’ultimo commento, affidato ai social: “La politica quando è vissuta con autentica passione non è un gioco, ma è qualcosa che comporta scelte difficili, dolorose, di responsabilità che lasciano una traccia nella vita di chi la interpreta.

Ringrazio chi in questi due anni da segretario provinciale mi ha sopportato è supportato: in particolare i miei amici, il mio collega di lavoro, la mia famiglia e in particolare mia moglie. Ma soprattutto un ringraziamento a tutti i militanti che mi hanno dato tanto in termini di crescita personale e per il lavoro quotidiano che stanno facendo”.

Dopo Serpagli, ecco Lorenzo Lavagetto. In una settimana rovente di polemiche e attacchi aveva già annunciato: “Non sono legato con l’attack alla sedia” (RILEGGI) seppur dichiarandosi fiducioso per il futuro del PD locale (LEGGI) come laboratorio politico.

Ed ecco le preannunciate dimissioni, forte delle oltre 1200 preferenze che gli garanteranno una posizione forte all’opposizione in consiglio comunale. “No al doppio incarico” – ripete con forza. E su Scarpa: “Non era il candidato unitario, qualcosa abbiamo sbagliato, ma anche la situazione nazionale e i voti della destra a Pizzarotti non ci hanno aiutato. Il resto, lo aveva già scritto e detto: Abbiamo fatto un’alleanza con Parma Unita di Ghiretti e con noti esponenti del centrodestra parmense senza neppure discuterla negli organismi del partito – affermavano – Poi abbiamo assistito impotenti alle polemiche a mezzo stampa tra la segreteria cittadina e quella provinciale, tra i candidati alle primarie, ecc. Non ci interessa dire chi ha iniziato le polemiche, ma un partito ben diretto queste cose a poche settimane dal voto non le fa. Noi le abbiamo fatte tra lo scherno e l’incredulità della città. Il giorno dopo il ballottaggio siamo rimasti sbalorditi nel leggere le dure parole di Paolo Scarpa contro il Pd che ha liquidato come un fardello che lo ha danneggiato. La realtà è che Scarpa è andato al ballottaggio grazie al Pd, non nonostante il Pd. Porti rispetto al Pd.”.

Affidato ai social anche il commento di Paolo Calvano: “La passione. Quella che ci fa fare 4 ore di discussione a Parma per interrogarci sugli errori commessi. Quella che ci fa arrabbiare perché non riusciamo a convincere l’altro sul nostro punto di vista. Quella che ci porta a dire “dobbiamo iniziare a pensare cosa facciamo fra 5 anni”. Quella che ha accompagnato il lavoro di Lorenzo Lavagetto e di Gianpaolo Serpagli nel fare il complicatissimo ruolo di segretario di partito.

E la passione sarà quella che ci “salverà” e ci farà ripartire, ogni volta”.

Da dove si riparte ora? Il nuovo interrogativo è questo. Sicuramente riflettendo sul senso di “far fuori” Dall’Olio, magari poco gradito al partito ma molto ai cittadini a beneficio di Scarpa.

Su quello di lanciare in mischia (leggasi primarie) un solo reale tesserato PD ma dal passato non immacolato per i legami con la giunta Vignali (RIVEDI IL VIDEO “SUL PONTE NORD”), Dario Costi.

Sul futuro: tra cinque anni il “Federico Secondo” sarà terminato, e, verosimilmente, con lui, Effetto Parma (o forse no). Potrebbe essere la tornata della Resurrezione, ma dovranno essere guidate da cinque anni di lavoro unitario, non di fazioni sfilacciate. Perchè il potere logora chi non ce l’ha, disse “un signore con la gobba”, ma a Parma ha logorato anche chi combatteva per prenderselo. In barba ai compagni di viaggio.

 

 

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