Samuele Turco torna in Tribunale: dovrà testimoniare in un processo

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fotocollage Parmapress24.it - immagini La Stampa.it
Dal carcere al Tribunale, ma non per fornire la propria versione dei fatti sulla morte di Gabriela Altamirano e Luca Manici, per tutti “la Kelly”, ma per testimoniare in una storiaccia di assegni fasulli.
Lui, Samuele Turco, 42 anni, in carcere dai primi di gennaio dopo essere stato arrestato, insieme al figlio ventenne Alessio per il duplice omicidio commesso la notte di Natale nel casolare di Via Angelico trasformato da Luca Manici in casa d’appuntamenti, in questo caso è “parte lesa”.
Imputato, un 49enne parmigiano accusato di falsa testimonianza: in un altro procedimento legale contro Turco, avrebbe asserito il falso relativamente allo smarrimento di un assegno. Il titolo di credito, valore 500 euro, doveva essere reso da Turco ad un mediatore immobiliare per l’affitto di un locale commerciale in Via d’Azeglio, nel 2012. Scopo dell’affitto, adibirlo a pizzeria d’asporto.
Impossibile ad oggi sapere quale fosse all’epoca lo stato delle finanze di Turco, ad oggi in bancarotta con il suo ristorante – hotel a Cassio Parmense: secondo gli inquirenti Turco avrebbe costretto la fidanzata, Gabriela Altamirano, a prostituirsi per mantenerlo e proprio la fine della loro storia e il rifiuto della donna sarebbe stata la causa scatenante il duplice omicidio.
Il processo per falsa testimonianza era stato avviato davanti al giudice Gabriele Nigro, poi, andato in pensione. Ora il procedimento è stato riaperto davanti al Gip Maria Cristina Sarli, prima udienza fissata per il 15 novembre: oltre a Turco dovranno essere sentite altre due persone.

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