Caos Pd, Dodi: “Lavagetto si dimetta”. Lavagetto: “Non ho attack a mandato da segretario”

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Non c’è pace nel PD parmigiano, dopo la batosta elettorale e la polemica di Paolo Scarpa per un presunto endorsment verso Pizzarotti dei dem nazionali.

Ora tocca a Lorenza Dodi, segretaria cittadina del Pd dimessasi dopo la sconfitta di Bernazzoli del 2012, alzare i toni.

Lo fa su Facebook, chiedendo le dimissioni dei segretari cittadino e provinciale.

La Dodi replica ad un post di Lorenzo Lavagetto, attuale segretario cittadino del PD (RILEGGI):  “Spero siano parole dettate solo dal dispiacere della sconfitta e che vengano ritrattate. Perchè oggi il Pd per rimettersi in piedi, dopo un disastroso 14%, ha bisogno di leggere la realtà e di fare una autocritica molto profonda proprio del percorso.

Quello che ha portato a perdere per strada il popolo di centrosinistra che, o non è andato a votare o ha votato per altri. E questo prima del ballottaggio.

Nel 2012, dopo la sconfitta, i due Segretari si sono dimessi subito, consapevoli che sulle loro spalle ricadesse la responsabilità più grande. Gesto di cui vado fiera. Si è lasciato il campo ad altri che oggi hanno provato e non son riusciti.

Le cause le analizzeremo nelle sedi opportune mi auguro a lungo. Mi attendo dai Segretari attuali ugual senso di responsabilità nei confronti dei militanti del Pd e di tutta la città.”

Lorenzo Lavagetto, non replica direttamente alla Dodi ma in un lungo post su Facebook chiarisce la sua posizione: “Non ho il super attack al mio mandato”.

“Due parole (anche tre) sulle ultime notizie post elezioni vorrei dirle.

Parto dal tormentone nato dalle dichiarazioni di Stefano Bonaccini, Presidente della Regione.

Il Presidente Bonaccini ha espresso il suo pensiero post elezioni e apprezzo lo stile che ha usato fin qui, senza mai farsi tirare per la giacchetta dall’una e dall’altra parte. Allo stesso modo si era espresso il vicesegretario Lorenzo Guerini, quando venne a Parma nell’aprile 2016, chiudendo definitivamente la porta ad un confronto con Pizzarotti: “Il Pd di Parma è alternativo a Pizzarotti”, disse.

In questa fase delicata dobbiamo essere onesti con noi stessi, senza cercare alibi o appiccicare colpe a casaccio. Abbiamo perso le elezioni, abbiamo scelto noi, qui a Parma, non altrove, quale strada percorrere e lo abbiamo fatto insieme.

Abbiamo creduto in un progetto nato dalle primarie, dalla scelta libera degli iscritti, dei militanti e dei cittadini di Parma.

Partivamo da due scuole di pensiero opposte: chi voleva dare voce ai cittadini creando il maggior coinvolgimento possibile versus chi proponeva una soluzione unitaria (senza fare le primarie, attraverso un accordo). Abbiamo discusso, abbiamo litigato, abbiamo mediato e alla fine abbiamo votato all’unanimità per dare il via libera alle primarie. Lo voglio ricordare a quelli che oggi sembrano essersi dimenticati questo passaggio.

Primarie cui hanno partecipato con una loro candidatura quelli che le sostenevano da sempre e quelli che all’inizio non le volevano fare. Primarie che hanno visto un risultato netto, direi, cui non hanno fatto seguito, però, un compattamento e una vera unità d’intenti e il nostro segretario Paolo Calvano è stato chiarissimo in questo senso, spiegando che “A Parma è mancata una ricomposizione vera di tutto il nostro campo dopo le primarie”. Sottoscrivo le sue parole. E mi auguro che non sia vera la notizia che ho letto martedì e su cui sto indagando, circa festeggiamenti di alcuni dei nostri durante la sera della sconfitta.

La verità è che sono il primo a farmi carico di questa situazione e credo di averlo dimostrato mettendoci subito la faccia in Piazza dopo la sconfitta. Mi prendo quindi le mie responsabilità di segretario che ha agito non contro ma con il supporto di tutto il nostro partito, separando quello che non ha girato da quello che ha funzionato bene.

Chi predica di gettare tutto alle ortiche non lo fa in buona fede. La strada delle primarie è quella che ci ha permesso di scegliere davvero il confronto con la Comunità. Questa è la strada da seguire e su cui continuare ad investire anche per le scadenze elettorali future e tantissimi e tantissime di voi me lo hanno testimoniato con grande affetto in questi giorni.

Infine, a chi mi chiede cosa farò adesso: non mi piacciono i paroloni, ma non ho mentito dicendo che le 1.268 preferenze che sono arrivate per me, mi hanno cambiato la vita. Da ora e per i prossimi cinque anni lavorerò duro dall’opposizione nel gruppo consiliare del Pd per non deludere queste persone e tutti i cittadini di Parma. Quindi, proprio perché non ho mai creduto ai doppi incarichi come formula per guarire i problemi di questa città e di questo Paese, farò quello che è da sempre nel mio stile: convocare il mio partito, mettere il mio mandato a disposizione, discutere e decidere insieme sul da farsi. Non ho il super attack sulla seggiola da segretario cittadino del Pd, vedo che alcuni sono agitati e vorrei tranquillizzare tutti.

Ps: Lavoreremo in Consiglio comunale senza preclusioni ideologiche, senza dire no a priori, valutando di volta in volta le proposte del Sindaco Pizzarotti e della sua Giunta. Cosa che ho detto al Sindaco in un confronto televisivo. Credo che le Istituzioni debbano dialogare, tutte. E di quelle Istituzioni fa parte anche l’opposizione, che non farà sconti, ma lavorerà nell’interesse esclusivo della città. Per capirci: il riconoscimento di Parma Città Unesco della gastronomia, proposto da Pizzarotti e appoggiato dalla Regione, è stato un risultato che ha fatto bene a Parma, non solo a chi lo ha pensato. Quando e se in Consiglio arriveranno progetti che ugualmente faranno crescere la Città, li valuteremo per questo e non sulla scorta di altre motivazioni, così come non esiteremo a contestare fermamente ciò che non va in questa direzione.”

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