Marco Bosi, il nuovo vicesindaco: “Premiati dalla coerenza fino in fondo e da un Pizzarotti “uomo libero”. Gioie e critiche post campagna elettorale

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Marco Bosi è stato per 5 anni al fianco di Federico Pizzarotti come capogruppo e collante della maggioranza in Consiglio Comunale. Era il braccio destro del sindaco già prima, ma ora diventa vicesindaco assumendone il ruolo a tutto tondo.

Giovane, capace, dalla dialettica invidiabile direbbero alcuni. “Sembra che abbia fatto una scuola” quando parla nei dibattiti televisivi. A volte al limite dell’aggressivo, e questo forse un difetto. O forse un pregio se questa indole viene usata con coscienza. A parlare sono i voti di preferenza. Come nel 2012, anche nel 2017, fa incetta di voti posizionandosi primo tra i suoi.

Dopo i festeggiamenti sino all’alba per la vittoria al ballottaggio, ora è momento di riflessioni. Si cambia vita.

Un commento sui risultati elettorali. Supera le aspettative questo 58%?

Sì, è stato un risultato più netto di quello che ci aspettavamo. Ma quello che abbiamo cercato di fare noi rispetto agli altri è stato rimanere noi stessi. Scarpa nelle due settimane di ballottaggio, per raccogliere voti al di fuori  del suo elettorato al primo turno, ha cominciato a prendere posizioni evidentemente non sue. E la sua insicurezza era evidente. Noi abbiamo continuato per la nostra strada e questo è stato riconosciuto.

Ce l’abbiamo fatta da soli. Fondato Effetto Parma ci dicevano che non rappresentavamo più nessuno e invece no. Abbiamo fatto qualcosa di importante, vincendo con la sola forza della nostra lista civica.

Vi hanno detto che la vostra forza è stata saper fare gruppo. Concordi?

Noi l’abbiamo dimostrato in 5 anni che facciamo politica uniti. Non è un segreto che a casa degli altri appena uno si volta volano coltelli. Noi siamo tutte persone che si vogliono bene, che guardano nella stessa direzione e cooperano. Sembrano frasi fatte ma è vero. Quindi questo non è il nostro jolly ma sono gli altri a sbagliare quando pensano di fare politica nonostante divisioni interne assurde. E’ noto che l’idea di Scarpa di imbarcare Parma Unita abbia scontentato tutta una fetta della sinistra, anche del PD. Erano forze politiche troppo diverse e non sarebbero state in grado di governare a mio parere.

Una campagna elettorale fatta di incontri con le persone e giri per la città. E’ stata questa la strategia vincente?

Sì la nostra è stata una scelta che è venuta naturale. Il PizzaBox secondo me è piaciuto alla gente perché ci ha permesso di stare molto a contatto con le persone. Stessa cosa per le biciclette. Ma al di là di questo credo che un sindaco uscente si giochi la campagna elettorale più che altro con la credibilità che si è conquistato in 5 anni e sull’alternativa che gli altri offrono perché di fatto la maggior parte delle persone che non hanno scelto Pizzarotti al primo turno poi hanno ritenuto l’alternativa non credibile. Quindi il fattore gruppo ha influito ma in una città come Parma la vittoria si ha con il candidato.

Comunque sono soddisfatto: siamo stati noi a raccontare di noi. Ci sta che gli altri candidati parlino e critichino il sindaco uscente ma l’hanno fatto troppo e spesso a sproposito.

Maggioranza netta anche nei quartieri che molti dicevano vi avrebbero messo in seria difficoltà: parliamo di San Leonardo, Pablo (per poco vittoria anche in Oltretorrente), principalmente per le criticità sulla sicurezza.

Qualcuno si aspettava che in quei quartieri prendessimo la “botta”, invece, secondo me, le persone, nonostante le difficoltà e il disagio, hanno apprezzato l’onestà intellettuale di dire le cose come stanno. Il dibattito con i CCV del San Leonardo, dove evidentemente si erano organizzati con la claque, ha dimostrato questo. Le persone normali hanno visto che c’era volontà di migliorare. All’inizio della campagna non abbiamo affrontato il tema sicurezza con la dovuta attenzione ma le persone hanno visto che dall’altra parte c’erano persone che parlavano solo per qualche voto in più.

Grandissima attenzione mediatica a livello nazionale, eravate l’alter ego del Movimento 5 stelle. Vi ha premiato?

I parmigiani hanno premiato l’indipendenza. Quando c’è stata la tensione con Beppe Grillo, noi abbiamo compattamente scelto Parma e questa cosa i cittadini l’hanno capita. Persone che non vedevano di buon occhio soprattutto il M5s hanno visto in Federico una persona libera. L’opposizione ci diceva “dimissioni, dimissioni”. Mentre i cittadini ci dicevano “andate avanti, andate avanti”.

Adesso vicesindaco. Quale saranno le sue responsabilità e deleghe? Quale sarà il suo primo progetto?

Il mio ruolo sarà evidentemente più politico rispetto agli altri assessori. Era quello che serviva. Abbiamo scelto persone tecniche 5 anni fa, alcuni di loro ora sono diventati politici (Michele Alinovi, Cristiano Casa) però ci serviva una persona che desse una mano a Federico per permettergli di fare di più il sindaco. Per troppo tempo credo, infatti, abbia fatto l’amministratore.

Per ora ho la delega alla semplificazione.  Ci sono una serie di processi comunali che vanno recuperati perché molte cose sono ferme da tanti anni e bisogna rimetterci mano. Sicuramente prenderò altre deleghe perché sono 50 per 9 assessori. Stiamo facendo delle valutazioni in base alle persone in Giunta ma anche di “incastro” con le altre deleghe. Lo Sport per esempio era prima legato alle politiche giovanili ma stiamo pensando di agganciarle alla Cultura. Mente Sport avrebbe dei progetti che si potrebbero seguire insieme agli Educativi. Parleremo meglio quando avremo trovato gli ultimi due assessori che per le quote rosa dovranno essere donna. Non ci sono tantissime donne disponibili perché purtroppo la politica è ancora un mondo molto maschile.

Immaginava il ruolo da vicesindaco? Una soddisfazione che ripaga il lavoro svolto in 5 anni?

Avere un ruolo del genere non l’avrei sicuramente immaginato 6-7 anni fa. Poi è anche vero che in questi 5 anni insieme a Federico ho fatto un percorso quindi penso che ci possa stare che ora il sindaco avesse voglia di avermi in Giunta per dargli quel supporto che sentiva di aver bisogno.

Umanamente fa molto piacere. Essere appassionato di politica e trovarsi vicesindaco a trent’anni è una soddisfazione enorme. Spero di esserne all’altezza.

Vedremo presto nascere Effetto Italia? 

Ora pensiamo a Parma. Certo abbiamo sempre detto che la condivisione di esperienze tra città diverse può essere un’opportunità di crescita e maturazione. Le realtà civiche sparse per l’Italia sono tante e metterle in rete potrebbe essere già un valore aggiunto per tutti. Parlare di progetti più ambiziosi, con riferimento alle elezioni politiche del 2018 lo trovo fuori dalla nostra portata sia come carico di impegno in termini di tempo, sia come possibilità economiche. Per costruire progetti politici seri ci vuole tempo e le prossime elezioni sono troppo ravvicinate. Quelle tra 6 anni sono troppo in là con il tempo per pensarci ora.

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