una promozione Bellissima: il pagellone stagionale

0

Una stagione iniziata male ma finita benissimo. Un inizio tormentato, un terremoto in mezzo, una grande festa finale.

Ecco il pagellone del Parma 2016/2017, sulle ali della promozione con rispetto anche per chi c’è stato prima.

Scala Minotti Apolloni (e Galassi): N.G. Troppo bello il passato dei primi tre, troppo bella la promozione dalla D, troppo brutto l’epilogo. Un esperimento di calcio d’altri tempi non riuscito. Poco meno di dieci anni fa, dopo l’esonero di Mimmo Di Carlo, Scala rifiutò di tornare “per non rovinare il bellissimo passato”.  Quello è lì, nelle bacheche e negli occhi. Grazie comunque, Nevio, Lorenzo, Gigi.

Grazie anche al 6 di Stefano Morrone: fa il suo per due partite, limita i danni, torna dai suoi giovani.

Ferrari, Carra, i “magnifici 7”: 9. Il coraggio di cambiare quando hanno capito di aver fallito. Testa bassa, parole chiare, faccia sempre in primo piano, lì, a prendere onori e oneri. Dai trofei riportati “a casa” agli esoneri di lusso, sempre lì. Chapeau.

I PORTIERI

Fall e Coric: N.G. 

Bassi: 5. La grande fuga dopo quattro gare. I perché restano ancora un mistero.

Zommers: 6. Lasciato titolare, forse con eccesso di ottimismo, ha pagato il salto di categoria. Si è visto sfilare davanti Frattali, Bassi, Frattali. Ma è rimasto a fare il suo con intelligenza.

Frattali: 8. E’ sceso di categoria per prendere per mano il Parma e tornarci. I rigori parati contro il Pordenone e due interventi in finale valgono la serie B. Il resto è un parziale di stagione tutto in crescendo.

I DIFENSORI

Lucarelli: 9. Immenso, infinito, mille volte capitano. Il discorso alla squadra prima della finale, quel “portatemi in serie B, vale quello di Steve Jobs a Stanford. Il campo non sempre gli è stato amico, il corpo e l’età hanno fatto qualche scherzo. La testa mai, il cuore neppure. Continuerà, per lasciare il Parma…lui sa dove.

Iacoponi: 7,5. Destro, centrale, a sinistra. Duttile, con poche sbavature. Da lui si riparte in B, da dove è sceso scegliendo Parma.

Di Cesare: 7,5. Imperatore Valerio. Stessa scelta di Iacoponi, qualche fatica in adattamento, poi prestazioni di puro lusso.

Mazzocchi: 6,5. Sacrificato esterno destro di difesa, fatica e non poco. Ma non molla mai, e cresce, un po’ alla volta, partita dopo partita. Senza mai abbattersi per le critiche, senza mai mollare.

Nunzella: 6. Arrivato sugli allori come erede di Benarrivo, partito titolarissimo una volta toccata la panchina non la lascia più. Paga il peggio-avvio del Parma.

Saporetti: 6. Il suo lo fa, senza infamia ma senza erroracci. Giovanissimo, ha tempo per incrementare il numero di presenze.

Canini: 4. Non si ambienta, delude tutti. Se ne va a Cremona senza possibilità di riscattarsi. Lo rivedremo l’anno prossimo. Da avversario.

Messina, Garufo, Coly, Benassi, Ricci: N.G. Infortuni o inesperienza li tengono fuori. Coly si prende la gioia di alcuni minuti in finale, Benassi la prestazione d’orgoglio nel derby d’andata. Grazie comunque.

IL CENTROCAMPO

Corapi: 7,5. Mezzo voto in più per la dedizione, la testa, la voglia e l’anima. Che lo tengono sempre lì, pronto, caldo, gladiatore anche quando arriva Scozzarella e si aprono le porte della panchina. I tifosi lo amano, lui non li delude.

Giorgino: 7,5. Gioca meno di Corapi, ma la valutazione è la stessa. E il gol nel derby vale tantissimissimissimissimo. Quanto?

Scavone: 7,5. Parte male, come il dolore al naso rotto. Cresce cresce cresce e segna in finale: fisicità e idee, niente da dire.

Scaglia: 7. Arriva quasi da mezza punta, viene ridisegnato esterno di difesa, provato interno ma anche ala. Perde un po’ il filo, ma quando lo ritrova non lo lascia più. Inizia a segnare quando serve davvero, come i campioni veri.

Scozzarella: 7. Le aspettative e l’arrivo a gennaio dopo un brutto avvio a Trapani pesano come pietre sui piedini leggiadri. Ma la classe non si discute. E in B, dove avrà spazi anziché muri davanti, vedremo chi è davvero.

Munari: 6,5. Soffre una categoria odiosa per uno muscolare e tecnico come lui. Ma i gol, i recuperi, la grinta che ci mette in campo e fuori lo salvano. E anche il Parma.

Simonetti e Miglietta N.G. Il primo lo si vede troppo poco, paga gioventù e categoria. L’altro finisce fuori rosa per i limiti nel numero degli over, ma rimane a fare squadra, gruppo, spogliatoio.

L’ATTACCO

Guazzo ed Evacuo: N.G. Uno è pesante fardello dell’anno prima, l’altro arriva su intenti che non rispetta. Il Principe delude, non trova spazio, migra a Mantova. Il suo contratto è scaduto, ma si vede in città: qui ha trovato l’amore. Felicione arriva sugli incensi, non si trova con Calaiò, stenta, parte. In finale tenta lo sgambetto, tra qualche giorno tornerà per fine prestito. Non si sa se sia per rimanere o no. (Sinigaglia: N.G. Arriva a gennaio, il campo lo vede troppo poco).

Edera: 6,5. Poco impiegato all’inizio, fondamentale alla fine. Ha buoni numeri, che sarebbe interessante rivedere in B. Torino, proprietario del cartellino, permettendo.

Calaiò: 7,5. Non è un giocatore che si può discutere. Paga il doppio salto di categoria, paga difese rudi e chiuse, ma quando trova i numeri regala gol da cineteca. E un suggerimento che vale l’1-0 in finale.

Nocciolini: 8. Prezioso, a volte sfinito, ma generoso. Occhio ai muscoli di cristallo, che rischiano di limitare la quantità. Può giocare in B? Arrivava dalla D, ma potrebbe essere una scommessa vinta.

Baraye: 8. Immenso, nel bene e nel male. In crescita costante, di spessore e di gioco. Sta tornando da dove è venuto, dove si era perso, dove merita: nel calcio che conta. Ma non ascolti troppo quelle sirene che il suo agente fa suonare, di tanto in tanto.

LO STAFF TECNICO, ROBERTO D’AVERSA, DANIELE FAGGIANO

D’Aversa: 8,5. Il voto è in condivisione col suo staff. Arriva con una squadra sfiduciata e depressa, col Venezia lontanissimo e i play off da difendere. Ci prende le misure, inanella un filotto impressionante, sfiora la vetta. Non sbaglia mai le gare che contano. Impatta contro tre botte d’arresto, l’umore a terra, le presunte combine contro l’Ancona. Continua a predicare calma, torna a vincere, continua a non sbagliare le gare che contano. Non ne fallisce nemmeno una. E alla fine si prende una promozione che è tanto sua.

Faggiano 7,5: Amato, odiato. “E’ uguale a Leonardi” dice qualcuno. Chi lo trova geniale, chi non lo tollera. Lui fa il suo mercato, rivoluziona la squadra con talenti evidenti, predica calma perché salire in corsa, cambiare in corsa, non è mai una passeggiata. Va per la sua strada, sempre, convinto dei propri mezzi, forte delle proprie idee. E alla fine ha ragione lui, perché centra una B tanto insperata quanto agognata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here