Si è invaghito della vicina di casa, 11 anni più giovane, fino a tormentarla con telefonate, inseguimenti, appostamenti. Tanto da farle cambiare posto di lavoro, tanto da dirle “tranquilla a te penso io vediamo chi ride ultimo”.
Nemmeno un divieto di avvicinamento lo ha placato: ora è in carcere per stalking.
Lui, 31enne, residente a Brescello coi genitori. Lei, 20 anni, abita accanto, con la famiglia. Ma a nulla è servita la mediazione delle due famiglie, che ha cercato di “placare” il giovane: i tormenti sono durati un anno.
La ventenne, dopo che anche la madre aveva tentato di parlare col giovane, disoccupato con piccoli precedenti, e coi suoi genitori, invano, aveva cambiato lavoro: era dipendente di un negozio in un centro commerciale, e se lo trovava sempre li. Le chiedeva di uscire, e perchè non lo volesse.
Un anno di molestie, inseguimenti in macchina, telefonate, poi, la denuncia ai carabinieri di Brescello per stalking: ad aprile al 31enne è stato recapitato un divieto di avvicinamento.
Inutile: sabato mattina incontrandola le ha sibilato “tranquilla a te penso io vediamo chi ride ultimo”. Poi, a mezzanotte, si è presentato nel bar, zona Barilla Center, dove ora lavora la ventenne. Alla sua agitazione, hanno risposto i presenti, chiamando il 112.
Arrestato, privo di documenti ma riconosciuto grazie alla fotosegnalazione, è stato arrestato e condotto in Via Burla.