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“Operazione oro nero” – Contrabbandavano gasolio, due arresti – VIDEO

Sottraevano gasolio agricolo all’accertamento e al pagamento dell’accisa, destinandolo a usi soggetti a maggiore imposta, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti: per queste accuse sei persone sono finite in carcere e altre quattro agli arresti domiciliari a Catanzaro, nell’operazione della Guardia di Finanza denominata «Oro nero», che ha portato all’arresto di due residenti nel parmense, e ai domiciliari la moglie di uno dei due.

Si tratta di Vincenzo Albanese, 45 anni, residente a Pellegrino parmense, dove nel 2015 aveva aperto l’Albergo Ristorante Sole, ma originario di Altomonte (Cs), della moglie Laura Stavale, 39 anni (ai domiciliari) e di Massimo Mattei, 56 anni, piacentino, residente a Salso, considerato un prestanome di Albanese.

Sequestrati anche beni per quasi 2 milioni di euro. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip del tribunale del capoluogo calabrese, Giovanna Gioia, al termine delle indagini coordinate dalla Procura del capoluogo con il sostituto Debora Rizza e il procuratore capo Nicola Gratteri.

Le indagini hanno appurato anche l’uso di falsi documenti di accompagnamento semplificati, con l’indicazione di luoghi di destinazione e itinerari fittizi, nonchè gli estremi di società operanti nel settore della vendita di prodotti petroliferi risultate ignare delle transazioni commerciali.

I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenuta a Catanzaro. L’organizzazione criminale avrebbe gestito il contrabbando di oli minerali commercializzati in evasione d’imposta ed era radicata nella provincia di Catanzaro ma attiva sull’intero territorio nazionale.

Gli altri arrestati: Francesco Aiello, 55 anni, di Malvito (Cs); Biagio Maurizio La Torracca, 54, di Castrovillari (Cs); Francesco Mancuso, 33 anni, di Simeri Crichi (Cz); Domenico Marinuzzi, 58 anni, di Palagiano (Ta). Agli arresti domiciliari sono finiti: Arturo Giuseppe Corrado, 74 anni, di Cerignola (Fg).

Le indagini, avviate nel settembre 2015 nel settore del contrabbando degli oli minerali e dell’evasione d’imposta, hanno potuto ricostruire le violazioni nelle province di Catanzaro, Cosenza, Foggia, Taranto, Reggio Emilia e Parma, attraverso un’organizzazione composta da 13 persone, tre delle quali sono solo indagate. In tutto sono state sequestrate 5 autocisterne e complessivi 141.682 litri di prodotti petroliferi, prevalentemente gasolio agricolo.

L’analisi della documentazione fiscale acquisita presso le società fornitrici dei prodotti petroliferi ha consentito di ricostruire, per il periodo 2015 – 2016, un’accisa evasa per 1.893.451,62 euro sul prodotto petrolifero commercializzato. Oltre alle misure cautelari è stato emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente sino alla concorrenza dell’importo di 1.893.451,62 euro, quale accisa evasa, da eseguirsi nei confronti delle dieci persone coinvolte.