Scandalo Pasimafi: il rettore Loris Borghi si dimette

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La notizia è serpeggiata intorno alle 11,30: il rettore dell’Università Loris Borghi si è dimesso.

Dalla segreteria del rettorato un indicativo “abbiamo appena inviato una mail a chi di dovere” quando scoccano le tredici.

Volti tesi, bocche cucite.

Le Dimissioni chieste da più parti, dopo che il rettore era risultato indagato nell’inchiesta Pasimafi, sullo scandalo medico-farmaceutico legato al settore della terapia del dolore, e che erano state gettate ombre sulla morte del marito della sua attuale compagna, Tiziana Meschi, sono arrivate.

Mentre fervono le indagini della Procura, tra domiciliari e interrogatori, cade la prima testa.

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Il tutto e’ in una nota – lettera conferma. Borghi non adduce motivi di salute anche se “potrei” – fa sapere. Ma parla di “ombre scese su di lui e di convinzione di aver sempre agito per il bene dell’Università, compreso questo ultimo atto”.

L’INCHIESTA PER ABUSO D’UFFICIO GIA’ NEL 2016 – Controversa e senza pace la presenza di Borghi alla guida dell’Ateneo parmigiano. Originario di Palanzano, eletto nel 2013 Rettore dell’Università dove si era laureato in medicina nel 1974. Nel 2013 era Professore interno di medicina interna dopo una lunga carriera da ricercatore. Nel 2016 un primo scandalo lo ha visto protagonista.

Un esposto mandato ai Nas dei carabinieri e poi girato alla Guardia di finanza contestava a Borghi la nomina della convivente Tiziana Meschi alla guida di due strutture create tra il febbraio e l’aprile del 2014: l’unità operativa complessa di medicina interna e lungodegenza critica e il dipartimento geriatrico-riabilitativo dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma.

Gli incarichi erano stati assegnati dall’allora direttore dell’azienda ospedaliera universitaria Leonida Grisendi, d’intesa con il rettore. Su disposizione della Procura della repubblica la finanza sta anche indagando per abuso d’ufficio sul concorso che ha consentito a Meschi, entrata in università come ricercatrice nel novembre 2000, di passare da ricercatore a professore associato di medicina interna. La procedura è stata bandita dal rettore Borghi nel giugno del 2014, dopo che Meschi aveva ricevuto gli incarichi per l’unità operativa complessa e per il dipartimento assistenziale integrato (Dai).

Avvicinato al PD prima, a Effetto Parma poi, considerato un papabile candidato al consiglio comunale o addirittura al ruolo di sindaco, Borghi ha sempre tirato dritto per la sua strada.

Fino allo scandalo Pasimafi, le accuse (ennesime) di abuso d’ufficio, l’indagine sulla morte di Enrico Carra, marito dell’attuale compagna Tiziana Meschi, e lo scandalo Pasimafi, con la nuova inchiesta. Ora la decisione di farsi da parte.

 

7 Commenti

  1. Massimo Bussandri (CGIL)
    “Apprendiamo delle dimissioni del Rettore Borghi a seguito dello scandalo sollevato dall’inchiesta Pasimafi. Si tratta di una decisione doverosa e coerente con quanto accaduto, che per questo merita apprezzamento. Non possiamo tuttavia nasconderci che le dimissioni in quanto tali non risolvono il problema della messa in trasparenza di quella zona opaca tra Università e sanità nella quale si infilano favoritismi e baronie, che così tanto sanno nuocere al bene comune.

    Questo è uno scandalo che ci fa riflettere sul fatto che occorre mettere quanto prima in sicurezza tutta una serie di procedure che riguardano la sanità e il rapporto fra sanità e Università, in particolare per quanto concerne le gare di appalto, le nomine, i concorsi e i rapporti con le aziende farmaceutiche. Ma dobbiamo anche dire con forza che ciò che sta emergendo da questo terremoto non può cancellare il fatto che in questi settori, nella sanità, negli ospedali e nello stesso Ateneo, ci sono centinaia di operatori che ogni giorno lavorano con abnegazione e professionalità per tutelare la salute di noi cittadini, la salute pubblica, la sanità pubblica: un bene preziosissimo. Per questo occorre che si faccia al più presto la massima chiarezza, evitando di far tutto di tutta l’erba un fascio”.

  2. Laura Cavandoli (Lega Nord)
    “Un gesto dovuto, abbiamo massima fiducia nel proseguimento delle indagini”.
    Coinvolto nell’inchiesta “Pasimafi”, il rettore Loris Borghi, accusato di aver pilotato il concorso disegnato su misura per far entrare in Università Massimo Allegri, il delfino di Guido Fanelli, oggi si è dimesso. “Non avevamo chiesto espressamente le dimissioni di Borghi, ma eravamo fortemente critici sul proseguimento del suo mandato, per questo credo che le dimissioni siano un gesto dovuto, per il bene della città”. Questa la prima dichiarazione a caldo della candidata sindaco del centro destra Laura Cavandoli, che ha aggiunto: “Gli studenti hanno tutte le ragioni per sentirsi offesi nei confronti di chi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di educatore, non solo in ambito accademico ma anche umano, e invece si vede coinvolto nella seconda indagine per abuso d’ufficio negli ultimi due anni”. A intervenire è anche il segretario della Lega Nord Parma e candidato consigliere Maurizio Campari, che ha dichiarato: “Vorrei sapere: cosa pensa dell’intera vicenda Pizzarotti, che dovrebbe essere, ancora per qualche giorno, la prima autorità locale in materia di sanità? Perché, se ha parlato, lo ha fatto con un filo di voce e noi non abbiamo sentito parole ferme e decise di condanna nei confronti di niente e nessuno”.

  3. Luigi Alfieri (Alfieri per Parma)
    L’11 maggio avevamo chiesto le dimissioni del magnifico rettore, un atto di responsabilità a tutela dell’immagine della città e della stessa Università degli Studi: oggi apprezziamo la scelta fatta, il gesto compiuto da Loris Borghi – spiega Luigi Alfieri, candidato sindaco della lista civica Alfieri per Parma».

    «È un atto che sottolinea la volontà dell’Ateneo di dare un segnale di discontinuità e chiudere i conti con una situazione a dir poco sconveniente. Questo è un segnale forte che dimostra l’intenzione di scrivere la parola fine al termine di un bruttissimo capitolo – prosegue il candidato sindaco.

    Ora bisognerà essere prudenti nella scelta del successore di Borghi, che auspichiamo possa confermare la volontà dell’ateneo di voler tagliare definitivamente i legami con il passato.

    In me resta comunque la convinzione che la stragrande maggioranza dei medici ospedalieri, universitari e operatori sanitari che lavorano in ospedale siano persone per bene, capaci e che lavorano con impegno e onestà – conclude Luigi Alfieri».

  4. Daniele Ghirarduzzi (M5S)
    Mentre il sindaco brilla per assenza, noi del M5S di Parma abbiamo risvegliato la coscienza del Rettore della nostra Università, il professor Loris Borghi, che oggi rassegna le sue dimissioni con un gesto di responsabilità istituzionale che noi abbiamo chiesto per primi. Evidentemente il professor Borghi ci ha ascoltato e ciò merita l’apprezzamento di tutti.

    Questa non è una vittoria nostra ma dei cittadini, è il primo segnale di una riscossa etica di cui questa città ha bisogno come dell’aria per respirare. Sia chiaro: noi non siamo giustizialisti e ci auguriamo che l’ormai ex Rettore riesca a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, ma queste dimissioni erano un atto dovuto che non potrà che facilitare l’andamento delle indagini e tutelare l’Università di Parma.

    Einsten diceva che “chi ritiene che una cosa sia impossibile, deve lasciare il posto a chi quella cosa la sta facendo”. Noi stiamo agendo, qualcun altro invece continua a non andar oltre a vacue dichiarazioni di “indignazione”. Noi DEL m5s di Parma facciamo #sulserio e questa battaglia lo dimostra.

  5. Federico Pizzarotti – Sindaco di Parma
    Apprendiamo la notizia delle dimissioni di Loris Borghi dalla carica di Rettore dell’Università degli Studi di Parma. Una presa di posizione che consideriamo un gesto di grande responsabilità nei confronti della città intera e dell’istituzione che Borghi ha guidato fino ad oggi.

    L’inchiesta Pasimafi che ha recentemente coinvolto il sistema sanitario locale, come inevitabilmente avviene in questi casi, ha toccato tutta Parma e l’intera Azienda Ospedaliera Universitaria. Alla luce della gravità dei fatti emersi, maturati all’interno di un sistema che ha messo da parte i principi etici e morali della sanità per far largo a interessi e tornaconti personali, chiediamo che sia fatta chiarezza e che i responsabili paghino. Anche questa volta l’amministrazione in carica sarà pronta a costituirsi parte civile nell’interesse di Parma, come ha sempre fatto in tutte le cause che hanno toccato la nostra città. Ciò non significa, però, che tutto il sistema sia marcio ed è proprio per la tutela nei confronti di quella stragrande maggioranza di professionisti e lavoratori onesti che consideriamo questo passo indietro del rettore un gesto di responsabilità per non lasciare ombre sull’istituzione.

    Lasciando alla magistratura il compito di giudicare la verità di quanto accaduto, come sindaco della città non posso che dare merito di un cambio di passo dell’Università cittadina grazie al lavoro svolto dal rettore Borghi e dai suoi collaboratori. In questi anni la città e l’Università di Parma si sono ritrovate ricostruendo un dialogo che mancava da tempo. Nel segno di una collaborazione proficua sono nati progetti importanti, tra i quali MasterCampus, l’apertura al pubblico del Museo Csac, la Erasmus and International Home e la messa a sistema con la Casa della Musica, che hanno visto Ateneo e Comune insieme per offrire svariate iniziative e un punto d’incontro tra la cittadinanza e il mondo accademico. L’Università di Parma, inserendosi in un network di città universitarie europee come Uniforcity che ha visto ospitate in città molte delegazioni internazionali in questi anni, ha saputo reinvestire sull’internazionalizzazione, anche grazie ad iniziative uniche e dal grande spessore culturale e accademico organizzate dall’Ateneo.

    Ci sentiamo, dunque, di voler ringraziare Loris Borghi per l’operato svolto fin qui per l’Università e per Parma, confidando che venga fatta al più presto chiarezza su questa brutta pagina e che Parma e la sua Università possano guardare avanti.

  6. Sinistra Studentesca Universitaria
    Questa mattina abbiamo appreso la notizia delle dimissioni del Rettore Loris Borghi. Nei giorni scorsi, avevamo chiesto di fare chiarezza alla massima carica del nostro Ateneo. Ci sentiamo pertanto di considerare positivamente questo passo indietro e crediamo che possa consentire di uscire più rapidamente dal vortice degli scandali che hanno creato e stanno creando, come già abbiamo avuto modo di affermare nella nota di ieri, zone d’ombra sulla nostra Università.
    Il ribadire che, i reati eventualmente commessi saranno accertati dalla magistratura, non può dispensarci da una valutazione dei fatti dal punto di vista dell’etica professionale, della trasparenza, del rigore. Ci rattrista e ci fa rabbia notare, da quanto emerge dall’inchiesta “Pasimafi”, come una grande istituzione pubblica possa essere ancora così permeabile a condizionamenti illegittimi e interferenze esterne, a dispetto di leggi, codici di comportamento e deontologia professionale.

    Allo stesso modo, ci sentiamo di sottolineare come sia fondamentale, anche in questo momento, distinguere il buon nome dell’istituzione, dalle singole persone coinvolte nell’inchiesta.
    Sarebbe imperdonabile far ricadere le conseguenze di questi errori su un’intera comunità di migliaia di dipendenti e di studenti.
    Decidiamo ogni giorno di fare rappresentanza studentesca per rendere i nostri Dipartimenti, la nostra Università dei posti migliori, e lo facciamo con impegno e passione. Conosciamo professori e impiegati, ad ogni livello, che condividono con noi questo obiettivo e ogni giorno ci aiutano a renderlo un po’ più concreto. Auspichiamo che adesso possa aprirsi una riflessione generale all’interno dell’Ateneo e nella città, affinché il passo indietro del Magnifico Rettore, di cui in alcuni casi abbiamo apprezzato buona volontà ed azioni, possa effettivamente condurre ad effettivi risultati.
    Alla nostra Università, ai professori, ai dirigenti chiediamo un maggiore senso di responsabilità nei confronti della funzione pubblica che l’Ateneo svolge. Serve mettere al centro, ancora di più, il senso profondo di una missione collettiva che abbia come obiettivo lo studente e l’amore per la ricerca scientifica.

  7. Francamente amareggiato e dispiaciuto nell’apprendere la notizia delle dimissioni del Prof. Borghi. Personalmente, essendomi formato nella scuola di specializzazione in passato da lui diretta, non posso che esprimere gratitudine e stima per le conoscenze trasmesse e il livello di apprendimento raggiunto grazie a lui ed al suo successore, Prof.ssa Tiziana Meschi. Per come ho conosciuto e vissuto questi medici e persone, non posso che rimanere sconcertato per le recenti accuse a loro rivolte. E’ grazie anche a loro, alle competenze e umanità trasmesse se sono riuscito a guadagnarmi un lavoro stabile e l’inizio da una carriera da giovane medico. E non all’Università di Parma, per chi avesse da dire qualche maldicenza, ma in un altra struttura sanitaria di una diversa regione.

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