Gestione rifiuti: il modello di Verona con Miglioranzi. SìAmo Parma: “A Parma quota differenziata è uno specchietto per le allodole”

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Ieri, martedì 9 maggio, all’hotel Link124, il presidente di AMIA Verona spa, Andrea Miglioranzi, si è confrontato con i candidati di SìamoParma e i cittadini sui benefici apportati dal modello di gestione veronese nell’azienda municipalizzata di gestione ambientale.
Sono stati fatti dei confronti: se un appartamento di 100 metri quadri con 3 residenti a Parma paga attorno ai 200 euro a semestre, nella città scaligera ha una tariffa attorno ai 130 annuali.
Buona parte del dibattito si è poi incentrato sui costi della raccolta differenziata, sia umani che sociali; se a Verona un cassonetto intelligente, interrato a rasoterra, che sostituisce una batteria di trenta cassonetti tradizionali costa circa 200mila euro (nella sua forma tecnologica più avanzata), a Parma una ecostation costa attorno ai 450mila euro, finanziati dai cittadini che pagano per conferire fuori orario (di fatto, una doppia tassazione).
Ciò che il presidente Miglioranzi ha ribadito, confrontandosi con i candidati Maria Cristina Lottici di SìamoParma, Massimo Bax di Fare! con Tosi e Giuliano Amadasi di Unione Civica Parmigiana, è che un’azienda interamente pubblica non ha come obiettivo il profitto e la distribuzione di dividendi, bensì la produzione di servizi in regime di eccellenza alle tariffe più basse possibili, con il costante reinvestimento in mezzi e tecnologie per operare in regime di efficienza.
“La gestione veronese è prima in Italia per il riciclo di plastica, alluminio, sughero e sabato le sarà conferito il premio di migliore in Italia per il recupero dell’acciaio; – spiega Miglioranzi – è la prima azienda in Europa ad avere una partnership internazionale, con Tirana, per la gestione congiunta dei rifiuti nella capitale albanese. Ma il modello gestorio non si ferma qui: le terre di spazzamento derivanti dalla pulizia delle strade verranno riconvertite in fertilizzante agricolo grazie ad un avvenieristico impianto di trattamento in costruzione, mentre nuovi impianti per produrre metano da riscaldamento grazie alla biodigestione dei rifiuti fanno parte del piano industriale”.
“La quota di differenziata (che a Parma supera il 70%) – ribattono i candidati di SìAmo Parma – è in realtà uno specchietto per le allodole: difatti Verona, prima città in Italia con il 53% di differenziata pre conferimento, lavora il rifiuto in impianto con ulteriore recupero di risorse, mandando in discarica solo il 10-15% del rifiuto. Le differenze con Parma sono evidenti: a Verona sta partendo l’installazione di cestini con capienza attorno ai 100 litri che hanno un posacenere su ogni lato e una trappola per topi nel basamento. In questo modo con un solo prodotto si risolvono tre problemi, riducendo i costi economici e sociali di raccolta dei mozziconi e controllando il numero di ratti prima che diventi incontrollabile”.
“Si è visto, insomma, come la gestione del rifiuto non debba essere ideologizzata o cavalcata per creare consenso” chiude Caterina Galli, coordinatrice provinciale di Fare! con Tosi “ma gestita in maniera pratica ed efficiente tenendo con un occhio il benessere del cittadino e con l’altro la riduzione del costo. Non è un caso se in 6 anni a Verona la tariffa dei rifiuti è stata ridotta già due volte. E si sa, non c’è due senza tre.”

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