Pazienti come cavie, formazione e strumenti pilotati: arrestato Fanelli, il “mammo” della terapia del dolore (e altri 18)

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L’arresto di 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico, 75 persone indagate, 17 aziende coinvolte in attività illecite e il sequestro di due società e di circa 500mila euro. Tra gli arrestati il luminare della terapia del dolore, Guido Fanelli, tra gli indagati il rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, tra le case farmaceutiche l’Angelini.

Le convalide degli arresti sono state rilasciate questa mattina, 8 maggio.

 

Le parole del Procuratore capo di Parma, Antonio Salvatore Rustico:

Questo il bilancio di una operazione condotta dai Carabinieri del Nas a seguito di un’indagine concentrata sulla Terapia del dolore e sulle cure palliative partita dalla nostra città che ha portato agli arresti domiciliari il prof. Guido Fanelli, 62enne, direttore della Seconda Anestesia del Maggiore e docente universitario, Massimo Allegri, 43enne dirigente della Seconda Anestesia, Ugo Grondelli, 71 anni, residente a Montecarlo e domiciliato a San Michele Tiorre, Felino, membro del cda di Alteco Medical AB, Marcello Grondelli, 45 anni, amministratore delegato dell’azienda Spindial Spa di Lemignano di Collecchio, Giuseppe Vannucci, 66enne di Montechiarugolo, agente di commercio e amministratore della società Appmed srl.

In tutto sono state arrestate e poste ai domiciliari 19 persone, tra cui Fanelli, tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico, altre tre sono ricercate perché momentaneamente all’estero. Di questi 5 sono stati arrestati a Parma. Sono state effettuate 33 perquisizioni di cui 10 a Parma. Sotto accusa non solo medici e dirigenti delle società farmaceutiche ma anche i provider delle ECM, educazione continua dei medici.

Le parole del comandante dei Nas, Gianfraco Di Sario:

In tutto sono 75 sono le persone indagate, 17 le aziende coinvolte in attività illecite. Due società di comodo sono state sequestrate in modo preventivo. La Crag Up e la Doctor Consulting erano state allestite per il riciclaggio del provento delle attività. Sequestrati anche mezzo milione di euro quale profitto per la commissione del reato di corruzione.

Coinvolte grandi case farmaceutiche come l’Angelini, produttrice di noti e consumatissimi antiinfiammatori e antidolorifici da banco. Sarebbe proprio uno dei famosissimi prodotti farmaceutici dell’Angelini a essere sotto il mirino degli investigatori.

Un operazione che si è estesa in 7 regioni: le principali tuttavia sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. In Emilia Romagna, oltre a Parma, le indagini si sono avviate anche nell’Hub di Bologna.

Tra gli indagati, il rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, accusato di  abuso d’ufficio, e un dipendente del Ministero della Salute, presente in commissione al momento dell’approvazione della legge del 2010 sulla terapia del dolore. 

Secondo le accuse una struttura medica locale veniva finanziata in modo improprio dalle case farmaceutiche per eseguire sperimentazioni illegali su ignari pazienti che accedevano per le terapie palliative e del dolore: d’accordo con le società farmaceutiche coinvolte, si sperimentavano farmaci tenendo all’oscuro i pazienti (quindi in modo illegittimo); se tutto andava a buon fine si seguiva l’iter corretto, rivolgendosi alla commissione etica e facendo partire la sperimentazione ufficiale. Di fatto si scavalcava in un primo momento il passaggio alla commissione etica che ha il compito di approvare o meno la sperimentazione di un farmaco.

In più c’era il business della formazione professionale dei medici, prevista dalla legge, costosissima, e costruita per favorire le aziende coinvolte nell’indagine. Le case farmaceutiche per legge possono contribuire alla sponsorizzazione dei corsi di formazione dei medici ma possono farlo senza influire o condizionare. In questo caso le società non solo sceglievano gli argomenti da trattare durante i corsi ma determinavano i relatori e chi avrebbe dovuto partecipare.

Oltre a questo c’era anche una sofisticata operazione di divulgazione mediatica a favore delle aziende affiliate alla rete. Venivano incaricati ricercatori e relatori per scrivere su importanti riviste scientifiche. In questi articoli non solo si tessevano le lodi di nuovi farmaci prodotti ma si pubblicavano anche i Bias, informazioni di aggiornamento, che screditavano farmaci concorrenti.

Nell’ambito dell’operazione è stato sequestrato anche uno yacht, il Pasimafi 5, (da qui prende il nome l’operazione dei Nas di Parma) su cui era stato affisso anche il logo di una delle aziende farmaceutiche. La barca, di proprietà della Crag Up, veniva usata per scopi associativi. Venivano imputati servizi e consulenze mai effettuate per poter riciclare il denaro. Sequestrate anche auto di lusso e immobili, oltre poco meno di 500mila euro in contanti. Poca roba, considerato che viene ritenuto un giro da svariati milioni di euro.

A dare il via alle indagini, nel 2015, una pompa per le dialisi. Da questo strumento usato per le Terapie del dolore i Carabinieri del Nas hanno iniziato a ricostruire la rete di corruzione e guadagni illeciti. Il Nas, infatti, ha la responsabilità di monitorare anche quando uno strumento medico viene sostituito al posto di un’altro.

La prima casa farmaceutica indagata fu la Alteco Medical AB che ha sede in Svezia.

Tutta la rete è stata “messa in piedi” dopo che uno dei referenti di una azienda farmaceutica, nel 2015, ha individuato in Fanelli l’uomo giusto per creare la rete. Fanelli aveva contatti con tutti i general manager delle 17 aziende coinvolte.

Massimo Allegri, il dirigente medico dell’Hub di Parma, sembra che fosse uno stretto collaboratore di Fanelli. Allegri scriveva anche per le riviste scientifiche mediche ed era a capo di alcuni studi sotto indagine degli inquirenti.

TUTTE LE ACCUSE – I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.

A capo di questa rete di corruzione e di occultamento dei profitti illeciti si ritiene vi fosse proprio  Guido Fanelli,  dirigente medico, fondatore del  grande Hub di Parma per la Terapia del Dolore e “mammo” per sua stessa affermazione della legge 38 del 2010 sulle terapie palliative.

Tra gli altri indagati un suo “vice fidato”, Massimo Allegri, e alcuni dirigenti di vendite di case farmaceutiche conniventi, società di comodo per il giro di denaro e commercialisti che seguivano i transiti del denaro.

I nomi degli indagati e delle aziende nel mirino di controlli e sequestri:

 

 

 

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