Il bilancio di fine mandato di Dall’Olio (PD): “Come si è ridotto veramente il debito?”

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Il bilancio di fine mandato di Nicola Dall’Olio. Il rappresentante del Pd, capogruppo del partito d’opposizione per 5 anni in Consiglio Comunale, “ha fatto i conti” sull’amministrazione Pizzarotti puntando il dito principalmente su quella “riduzione del debito al 70% tanto decantata ma che forse non è proprio così. La riduzione c’è stata ma non a quei livelli” dichiara Dall’Olio.

Presenti all’incontro di oggi, 9 maggio, presso il circolo Toscanini, anche il candidato sindaco del centro sinistra Paolo Scarpa e il segretario cittadino, nonché capogruppo della lista PD, Lorenzo Lavagetto.

“L’operazione verità”, come l’ha definita Dall’Olio, è stata una spiegazione più o meno dettagliata, con cifre alla mano, sulla riduzione del debito: dall’intervento del commissario Ciclosi in poi. “Riduzione del debito sì, ma cosa ci rimane oggi delle partecipate smantellate per questo? – continua il piddino – Ne avevamo troppe ma forse ora ne avremo troppo poche”.

Dove sta la balla di Pizzarotti? – continua – C’è una discrepanza tra il bilancio di Ciclosi e quello del 2016 presentato da Ferretti. Da 807 milioni a 846 milioni di euro. Nel 2012 poi Spip è stata fatta fallire stralciando 109 milioni di debito, ma a che prezzo? Stu Pasubio svenduta per niente per cancellare altri 40 milioni di debito. La riduzione effettiva sarebbe del 30% stando ai parametri di Ciclosi. Il commissario ha tagliato tutti i contratti pubblici a tempo indeterminato, aumentato le tariffe al massimo ma Gino Capelli aveva detto anche una cosa “entro il 2013-2015 le tariffe devono tornare ad abbassarsi almeno per i più disagiati” ma così non è stato”.

Il gettito della parte corrente poi “è stato di fatto maggiore che nella giunta Vignali” continua Dall’Olio “Questo ha provocato avanzi di bilancio che sono andati al Teatro Regio e a Parma Infrastrutture ma comunque ci sono soldi che non sono stati investiti, un avanzo di più di 16 milioni di euro. Il paradosso è che non siamo un Comune virtuoso perché creiamo troppo avanzo. Spendiamo meno di quello che vorremmo. Siamo inefficienti nella spesa

Secondo l’opposizione Pd inoltre gran parte delle entrate sono derivate dalle multe stradali dei varchi Ztl, “usati nel modo sbagliato, non certo per favorire il passaggio dei bus”. Nel 2016 il boom di entrate di 19 milioni e 861 mila euro. “Negli anni precedenti l’entrata si aggirava intorno ai 9 milioni”.

“Ma la vera cassaforte – continua Dall’Olio – è stata la vendita delle azioni Iren. Oggi deteniamo meno del 2,5% e Pizzarotti l’ha fatto solo per qualche favore e benefit di Anci anche grazie a qualche sindaco del Pd”.

Sulla raccolta differenziata il bilancio di Dall’Olio è altrettanto negativo, aumentati i costi con servizi scadenti e non efficienti.

Una parentesi è stata aperta anche sui servizi per l’infanzia per cui, secondo l’opposizione Pd, i costi sono rimasti uguali, le tariffe aumentate solo per 0,7 milioni di euro di risparmio. “A discapito tuttavia della scolarizzazione che è scesa da 41% a 34% dal 2012 al 2016 nei nidi e dal 34% al 31% nelle scuole d’infanzia”.

Dall’Olio poi ha fatto pubblicamente outing, lo riferisce lui stesso quando dichiara di aver firmato l’esposto in Procura contro il sindaco per L’alluvione del 2014: “Firmai non per come venne gestita la situazione dopo l’esondazione ma perché mancava e manca in parte tuttora un piano d’emergenza, un protocollo di procedure da seguire”.

Fortemente criticabili per il rappresentante dell’opposizione anche la scelta delle esposizioni temporanee in centro: a partire dalle auto davanti al Regio e in piazza Garibaldi sino al Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.

A conclusione dell’incontro, Paolo Scarpa ha promesso “un programma senza cose folli, come la chiusura dell’inceneritore. Ma promettiamo l’impegno di far cambiare verso a Parma. Quando leggo i 247 punti del programma di Pizzarotti mi viene da ridere. E le proposte del 2012 dove sono finite? Alcune di queste, come quella dei vigili di quartiere le faremo nostre”. 

(AriBe)

 

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