Export – Made in Parma in crescita

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Cresce l’export per le medie e piccole imprese (meno di 50 addetti) italiane che nel 2016 hanno registrato + 1,3% rispetto all’anno precedente: a rilevarlo è il centro studi di Confartigianato Imprese.

I settori che sono aumentati maggiormente sono alimentari e legno (entrambi a +3,6%). L’abbigliamento (+2,3%) è l’unico comparto con dinamica migliore rispetto all’anno precedente. Seguono, con aumenti inferiori alla media, altre industrie manifatturiere e pelle (entrambi a +0,8%), mobili (+0,5%), è stabile il tessile mentre sono in calo il metallo (-0,8%).

A livello territoriale l’80,3% dell’export nei settori di MPI (medie e piccole imprese) si concentra in cinque regioni: Lombardia (25,6%), Veneto (21,2%), Emilia-Romagna (12,6%), Toscana (12,1%) e Piemonte (8,8%). Tra queste principali regioni la maggiore crescita si registra per Lombardia (+3,6%) ed Emilia-Romagna (+2,4%).

Parma è tra le 21 province che crescono più della media, attestandosi al 5° posto con (+4,7%), sorpassata solo da Roma (+13,3%), Venezia (+10,0%), Milano (+7,5%) e Bolzano (+5,6%).

«Siamo molto soddisfatti di questi dati – spiega Leonardo Cassinelli presidente di Confartigianato Imprese Parma – e per continuare ad aiutare la crescita dell’export, che riteniamo essere la strada principale verso la ripresa, Confartigianato Imprese Parma organizzerà, il prossimo autunno, in collaborazione con ICE (Istituto per il commercio estero), un incoming per il settore moda con buyer stranieri al quale potranno partecipare le aziende produttrici di abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori moda».

L’analisi per mercato di destinazione evidenzia che le economie avanzate concentrano quasi i tre quarti (74,4%) del totale export di MPI e crescono dell’1,9% rispetto al 2015 mentre si evidenzia la frenata della domanda dei paesi emergenti ed in via di sviluppo che sono in calo dello 0,4%.

Crescite più accentuate si rilevano in Repubblica Ceca (+9,8%), Grecia (+6,4%), Corea del Sud (+6,0%), Polonia (+5,6%), Spagna (+5,4%), Romania (+4,8%) e Giappone (+4,5%) mentre le flessioni più ampie si rilevano per Emirati Arabi Uniti (-9,4%) e Turchia (-7,4. Si stabilizzano le vendite nei settori di MPI in Russia (+0,9%) dopo il crollo del 31,3% registrato nel 2015.

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