Uccise per mille euro d’affitto: Salvatore Mineo torna in carcere

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Aveva ucciso con cinque colpi di coltello Renato Padovani, per un affitto non pagato, nell’androne di un palazzo “vista Torrente” il 12 settembre 2014. Condannato a 11 anni, Salvatore Mineo aveva beneficiato dei domicialiari ma ora la sua condanna, confermata dalla Cassazione, dovà essere scontata in carcere.

Mille euro di cauzione e lo sfratto esecutivo pesante come un macigno, la moglie e la figlia in casa, malate e inferme: troppo per Salvatore Mineo che il 12 settembre del 2014 in un raptus aveva ucciso Renato Padovani, 75 anni, elettrotecnico in pensione nell’androne di un lussuoso palazzo affacciato sul Torrente all’imbocco di Viale Maria Luigia.

Il maestro in pensione, origini siciliane ma a Parma da sempre, era stato sfrattato per morosità da Padovani, il quale gli aveva chiesto mille euro di caparra per affitargli un altro alloggio: l’ennesima richiesta di denaro che fece scattare in Mineo una furia. La rincorsa lungo le scale, poi cinque coltellate, fatale quella all’aorta.

La condanna, con rito abbrevviato, a undici anni di galera. Dopo alcuni mesi, il beneficio dei domiciliari, ma con braccialetto elettronico per scansare il pericolo di fuga. Condanna confermata in Appello, ed ora in Cassazione.

E per Mineo ora si sono riaperte le porte del carcere finché le sue condizioni di salute non richiederanno l’intervento del Tribunale di Sorveglianza. 

 

 

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