Omicidi – suicidi, una dolorosa scia di sangue nella nostra città

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Violenza, malattia, disperazione. E’ lunghissima la scia di disperazione, dolore, gelosia o insofferenza, che riempie la nostra provincia di sangue e morte. Femminicidi, ma anche omicidi – suicidi: uomini che per mettere fine alle sofferenze, o per non accettazione della perdita della donna amata, la uccidono.

Partendo dalla fine, prima della tragedia di questa mattina (mercoledì) a Felegara (RILEGGI: Felegara – omicidio suicidio nella notte. Vittime Romano e Wilma Carpana – FOTO) solo pochi mesi fa in Via Gibertini una tragedia della gelosia.

Paolo Cocconi, 50 anni, il 27 gennaio ha ucciso Arianna Rivara, compagna da 13 anni, con la quale da alcuni mesi si era allontanato, nel suo alloggio in Via Gibertini. L’uomo aveva tentato invano di ricucire i rapporti con la ex, comprandole un anello di grande valore, trovato nella casa dell’orrore.

Forse un no della donna, al termine di un rapporto intimo, ha scatenato la furia dell’uomo, che ha strozzato Arianna, 43anni, in camera da letto, in un impeto di rabbia e dolore, per poi ammazzarsi imbottendosi di farmaci. (RILEGGI: Parma, omicidio-suicidio in Via Gibertini: muoiono Arianna Rivara e Paolo Cocconi. Vicino ai corpi un anello).

Solo nei giorni successivi sono state trovare lettere piene di amore speranza e dolore di Paolo per Arianna.

Arretriamo con il calendario, attraversando pagine di sangue, femminicidi, famiglie private di figlie da uomini che non accettavano di essere rifiutate. Ma questa è un’altra storia, fatta delle foto di Kelly e Gabriela, Elisa Pavarani e Alessia Della Pia, Florentina Nitescu, Michelle Campos Verde, le prostitute Gouesh Woldmichael Gebrehiwot e Emilia Cosmina Burlan, il trans Dino Curi Huansi, Silvia Mantovani nel 2006.

PER APPROFONDIRE RILEGGI: Femminicidi a Parma, una scia di sangue lunga 11 anni

Arretriamo nel calendario, si diceva, arriviamo al 5 febbraio 2012. In Via Buffolara 62, Ave Ferraguti, 72enne, allettata da una malattia, è stata strangolata dal marito Luciano Ugolotti, devastato dalle condizioni della moglie, e dai continui ricoveri in ospedale.

L’uomo, dopo l’omicidio, ha chiamato i soccorsi e si è costituito.

E ancora,  ottobre 2011 quando a Sala Baganza Pietro Amighetti uccide con un colpo di fucile da caccia la moglie Simonetta Moisè, sposata 26 anni prima, da 25 costretta da una malattia sulla sedia a rotelle. Poi si toglie la vita.

Il 4 febbraio 2012 è stata la gelosia il motore di un omicidio – suicidio: tocca a Domenica Menna, autista di scuolabus, 24 anni. Raggiunta in auto a Fognano, costretta a fermarsi e uccisa con la pistola d’ordinanza dall’ex fidanzato vigilante Salvio Chirullo. Iniziano un dialogo che finisce male, lui le spara. Poi si suicida.

Era invece il 28 marzo del 2006, quando Maria Virginia Fereoli, 17 anni, venne massacrata a coltellate da Stefano Rossi. 470 fendenti, da parte dell’ex che si era portato una pistola, un coltello e un nunchako (due bastoni collegati alle estremità con una catena di ferro) per incontrarla. Rossi l’ha strangolata, uccisa con una stilettata al cuore poi le ha ricoperto il viso di sputi, le ha sfilato le scarpe e le ha infilato i calzini sulle mani. Nella fuga ha sparato in testa al tassista Andrea Salvarani. Condannato all’ergastolo per il duplice omicidio, si è suicidato in carcere.

Diversa ma altrettanto drammatica la storia di Dolores Leonardi, 57 anni, uccisa il 27 dicembre 2013 dal figlio Gabriele Montanari. Una famiglia che ha avuto due vite, nella prima, è stata felice. Nella seconda, il marito di Dolores, Bruno si è impiccato in garage, il figlio Gian Luca è morto a 19 anni affogato dopo un incidente in auto nel gennaio 1997.

L’altro figlio, Gabriele, ha accoltellato la madre, durante un raptus, nell’appartamento all’8 di Via Pacinotti, dopo una vita di sballi, sbandi, fantasmi troppo grandi per conviverci. Dopo una breve carcerazione, per Montanari è scattata la riabilitazione in Opg, con la speranza di lasciare fuori gli incubi: qui ha tentato più volte il suicidio senza successo.

 

 

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