Sgominata banda sarda: traffico di armi da guerra e droga. 5 arresti a Parma. Più di 100 armi nascoste in casa

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I carabinieri del Comando provinciale di Nuoro hanno sgominato una banda criminale dedita al traffico di droga e armi fra la Sardegna ed il nord Italia (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana).

A Parma sono state sequestrate numerose armi, tra cui kalashnikov, bombe a mano, mitragliatori, fucili, Uzi e pistole. Si tratta soprattutto di armi da guerra.

Cinque arresti, una detenzione domiciliare e due obblighi di dimora sono scattati nella nostra città: si tratta di uomini di origine sarda ma residenti in città da decenni, due parmigiani, padre e figlio, e un cittadino albanese. Gli arrestati sono: Giovanni Antonio Mereu classe 70, operaio di origine sarda ma residente a Traversetolo da 20 anni, era la testa dell’organizzazione criminale; Giovanni Succu, classe 68, operaio di origine sarda; Cesare Agresti, classe 59, pensionato parmigiano e il figlio Stefano Agresti classe 86, operaio; Velio Tomaso Marini, classe 75, autotrasportatore. Agli arresti domiciliari T.A. classe 51, di origini sarde. Con l’obbligo di dimora l’albanese I.G. classe 82 e C.L. classe 43, sardo.

Dovranno rispondere di traffico illecito di armi, spaccio e associazione criminale secondo l’articolo 74.

Gli inquirenti hanno accertato che la banda stava progettando anche il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari.

E’ tuttora in corso l’esecuzione di 34 ordini di custodia cautelare assieme a numerose perquisizioni disposte dal gip di Cagliari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

All’opera 300 militari supportati da unità cinofile, elicotteri, uomini del Reggimento paracadutisti Tuscania e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna.
L’associazione a delinquere sarebbe radicata ad Orgosolo (Nuoro) ed avrebbe compiuto reati anche nel nord Italia. Il sodalizio era dedito anche a reati contro il patrimonio e al traffico di droga.

La banda aveva messo in piedi anche un triangolo dello spaccio: cocaina, marijuana ed eroina partivano dalla Calabria, arrivavano a Parma poi, tramite auto o camion arrivavano in Sardegna dove venivano vendute.

Per quanto riguarda le armi, queste venivano prese da un istituto militare. Mereu acquistava le armi da guerra tramite un noto armaiolo e perito balistico, Renato Bazzan e suo figlio Willy, entrambi agli arresti, da una struttura dell’Esercito, con la complicità del luogotenente Giuseppe Mattei e di un impiegato civile del ministero della Difesa, Paolo Paris. Il tutto attraverso le procedure di rottamazione delle armi del 15° Centro Rifornimenti e Manutenzione dell’Esercito di stanza a Padova, dove lavoravano Mattei e Paris. Bazzan modificava la matricola e consegnava le armi anche a Mereu che le immetteva sul mercato nero, vendendole anche alle ‘ndrine calabresi, a volte in cambio di partite di droga.

Sono state ritrovate e sequestrate tantissime armi. Solo nel parmense sono state scoperte più di 100 armi nascoste in casa di uno dei collaboratori della testa dell’organizzazione che risiedeva a Traversetolo. Le armi sono state scoperte in una cantina, mansarda all’interno di numerosi armadietti metallici.

Sono 60 i Carabinieri della stazione di Parma e Provincia che hanno dato esecuzione all’arresto e alle perquisizioni: usati anche artificieri e unità cinofile.

L’attività investigativa è partita dalle attività illecite di Graziano Mesina, l’ex primula rossa di Sardegna, condannato a 30 anni nel dicembre scorso per traffico di droga, e si è poi allargata all’attività di spaccio della banda di Orgoloso.

Tutto ha inizio nell’ottobre 2007 quando viene messo a segno il sequestro-lampo dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce, conclusosi con un bottino di 50mila euro portati via dalla filiale della Banca Intesa di Orosei di cui Cosseddu era direttore. Le persone coinvolte in quel sequestro erano in qualche modo legate a un traffico di droga che dopo 10 anni ha portato all’operazione di ieri notte, 27 marzo.

I nomi della banda

Nel complesso la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari ha richiesto ed ottenuto l’arresto per Giovanni Antonio Mereu, di 47 anni, residente a Traversetolo (Parma); Pasquale Musina, di 40, Antonio Mereu, di 27, e Antonello Mereu, di 26, questi ultimi residenti a Orgosolo (Nuoro); Giovanni Succu, di 49, residente a Villanova Sull’Arda (Pc); Antonio Francesco Pipere, di 51, e Antonio Francesco Mereu, di 54, residenti a Orgosolo; Francesco Riillo, di 46, domiciliato a Viadana (Mn); Giuseppe Mattei, di 56, residente a Cadoneghe (Pd); Paolo Paris, di 52, residente a Stanghella (Pd); Renato Bazzan, di 58, residente a Conselve (Pd); Willy Bazzan, di 29, residente a Conselve (Pd); Cesare Agresti, di 65, residente a Traversetolo (Pr); Stefano Agresti, di 31, di Traversetolo (Pr); Emanuele Cianciotto, di 52, di Fonni (Nu); Antonello Lutzu, di 52, di Mamoiada (Nu); Graziano Lutzu, di 26, di Nuoro; Antonino Modafferi, di 37, di Parma; Velio Tomaso Marini, di 52, di Basilicanova (Pr).
Agli arresti domiciliari Giulio Cesare Mulas, di 45, di Tertenia (Nu); Agostino Pudda, 66, residente a Montechiarugolo (Pr); Marco Arzu, di 33, residente a Montefiorino (Mo); Roberto Mezza, di 50, residente a Fombio (Lo).
Applicazione dell’obbligo di dimora per Lucio Baltolu, di 56, di Olbia; Andrea Piredda, di 58, di Nulvi (Nu); Peppino Puligheddu, di 52, di Orgosolo; Gentijan Tusha, di 35, albanese; Gaetano Friio, di 51, residente a Viadana (Mn); Giampiero Serra, di 55, Sogliano al Rubicone (Fc); Antonio Giordano, di 52, Gattico (Re); Costantino Nieddu, di 63, residente a Volterra; Luca Carboni, di 46, residente a Orani (Nu); Edoardo Sari, di 74, residente a Graffignana (Lo); Luciano Canu, di 75, residente a Parma. Ci sono poi anche vari denunciati (quattro della banda Mesina ora detenuti) e sette a piede libero.

 

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