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Confesercenti, il neo Presidente Francesca Chittolini ai candidati sindaco: “Siate preparati, amate Parma più di voi stessi”

Francesca Chittolini, neoeletta Presidente di Confesercenti Parma, scrive un’accorata lettera ai cittadini di Parma.

E’ una lettera di amore e poesia, quasi una preghiera, un mantra in cui vengono evidenziate le carenze della città, come illuminazione, mezzi pubblici e degrado, la nascita a capicollo di centri commerciali mentre il centro storico muore.

Un invito, a essere preparati e innnamorati della città, per riportarla dove merita.

“Egregio Candidato,

è cominciata la campagna elettorale e come sempre le Associazioni vengono sollecitate per il sostegno ad uno o all’altro candidato.

Il più delle volte, per fortuna, siamo ascoltati per capire quali siano i temi “caldi” che più dovrebbero interessare l’opinione pubblica e i nostri soci.

Per questa tornata elettorale Confesercenti vuole rendere pubblico questo dialogo perché si possa conoscere cosa Confesercenti pensa e cosa vorrebbe che si facesse. Essere trasparenti è per noi un dovere, un atto di correttezza verso la città e verso a chi ha deciso di impegnarsi per essa.

Chiediamo, dopo anni di pura follia dove tutti costruivano grandi e architettonicamente brutte superfici commerciali, devastando un settore vitale formato da piccole e medie imprese locali, che ci si renda conto forse, ed uso il forse non a caso “a buoi scappati dalla stalla”, che occorra intervenire per cercare di lenire i problemi creati a questo vitale settore economico.

Negli ultimi anni, in molti, anche per chi non è del settore, si saranno accorti come anche il Commercio sia diventato un problema sociale.

Oggi abbiamo centri  degradati, i negozi chiudono, la micro criminalità impazza, gli spacciatori hanno preso il posto dei negozianti e la “desertificazione” dei centri urbani preoccupa, a parole, un po’ tutti.

Fra non molto dovremo affrontare il problema dei centri commerciali costruiti come cattedrali nel deserto i quali inizieranno a cannibalizzarsi clientela e ridurre margini con promo sempre più focalizzate sul breve periodo.

Sono state aperte migliaia di superfici commerciali nei posti più impensati, una difronte all’altra o in mezzo ai prati, senza nessuna logica, pur di incassare gli oneri di urbanizzazione e di avere opere compensative con cui farsi lustro agli occhi dei cittadini e oggi ci si stupisce se cominciano a chiudere.

Scopriamo che le grandi concentrazioni commerciali fanno morire la piccola impresa, che creano traffico, inquinamento e cementificazione del suolo.

Facciamo questo mestiere da più di 40 anni e oggi sentire dire le cose che, come Confesercenti sostenevamo moltissimi anni fa, passando per disfattisti, è veramente scoraggiante.

In passato, ma anche adesso, ci siamo sentiti dire di tutto: da beceri corporativisti, contro il progresso, contro l’ambiente, contro il futuro che avanza, contro le liberalizzazioni, contro le pedonalizzazioni, contro la libertà d’orario e via dicendo.

Insomma, eravamo contro tutto e tutti per difendere i “soliti interessi di bottega”.

Certo difendiamo i commercianti e le piccole medie imprese di vari settori. E’ ilnostro mestiere, ma lo abbiamo sempre fatto tenendo presente il bene comune.

Ma non siamo contro il nuovo. Anzi! Siamo stati fra i primi a sostenere l’innovazione del settore, facendo crescere al nostro interno la distribuzione al dettaglio organizzata, fatta però con i singoli dettaglianti che si associavano fra di loro e quindi uomini e donne imprenditori del territorio.

Abbiamo sempre pensato e sostenuto che occorresse una crescita programmata ed un’innovazione pensata, non semplicemente la liberalizzazione selvaggia.

Siamo stati i primi a sostenere che occorressero norme per la tutela dei Centri urbani e dei paesi, delle loro imprese commerciali e turistiche.

Abbiamo usato per primi il brutto sillogismo “desertificazione” dei centri oggi tanto in auge. Abbiamo sostenuto le piccole e medie imprese convinti che fossero un punto di forza per le città e per il Paese.

Negli anni abbiamo denunciato con tenacia che sarebbe successo quello che oggi è un’emergenza e una priorità. Purtroppo inascoltati per anni!

A noi oggi piacerebbe sapere come e quali e quanti sono gli interventi che i candidati a Sindaco propongono per il nostro settore.

Leggiamo, che alcuni candidati, parlano di “riequilibrio del comparto”, di interventi utili a creare migliori condizioni per riqualificare i centri storici e le prime periferie. Bene. Ottimo!

Però ci serve sapere come e con che risorse. Non sono più tollerabili generiche formule miracolistiche.

Le imprese del commercio e del turismo hanno bisogno di sapere oggi che cosa si intenda fare per affrontare quello che i più pensano sia una emergenza reale.

Non ce la fanno più a sopportare la miriade di balzelli, raccolte differenziate rifiuti impossibili con costi insostenibili, multe per infrazioni modeste come un cartello mal appeso o un documento amministrativo non esposto, adempimenti furbeschi come i diritti di segreteria, addirittura superiori alle abolite marche da bollo nazionali, regolamenti e delibere farneticanti, tasse comunali alle stelle, burocrazia asfissiante e complicante anziché le semplificazioni tanto citate sulla stampa. Chiediamo da anni l’introduzione della diffida amministrativa prevista dalle norme Regionali, per far in modo che le imprese si possano mettersi in regola, o capiscano nei dettagli in cosa consista la regola, senza essere dissanguate.

Non possiamo accettare la rigidità con cui vengono gestite situazioni dove dovrebbe essere il buon senso a regnare. Facciamo riferimento al costante quanto improduttivo accanimento con cui vengono controllate e sanzionate aziende del territorio mentre notiamo un pericoloso lassismo verso tutte quelle pratiche abusive portate avanti da attività border line.

In questi anni abbiamo notato essere più proficuo essere inflessibili con gli imprenditori che cercano di rispettare tutte le regole, piuttosto che sancire chi fa dell’irregolarità il proprio modus operandi.

In un anno ogni imprenditore ha circa 170 adempimenti standard, uno ogni due giorni, che costano denaro e migliaia di ore di lavoro perse.

Sono in balia della burocrazia senza certezza, degli umori del burocrate del momento.  Le imprese di qualsiasi genere hanno bisogno di certezze almeno nel breve medio periodo. Invece, oggi, ognuno interpreta a suo uso e consumo ogni norma creando regolamenti, divieti, oneri, vessazioni e via dicendo pur di complicare la vita a chi pensa di poter svolgere questo antico mestiere.

Questo è il contesto di riferimento a cui deve tener conto un imprenditore nel momento in cui va a aprire una piccola attività nel nostro territorio.

Noi ai candidati chiediamo concretezza e preparazione. Sì! per guidare questo settore occorre professionalità. Persone che sappiano di che cosa stiamo parlando.

Affermare che si intende riequilibrare il settore è troppo vago. Gli imprenditori sanno benissimo che non ci sono le condizioni per riequilibrare ciò che si è devastato negli anni.

Però qualcosa si può e si deve fare! Servono, per ora, piccole cose a volte semplici, per cercare di mitigare i problemi creati a questo settore. Occorre a nostro avviso partire da qui con obiettivi fattibili e raggiungibili.

 Per noi a Parma si dovrebbe fare:

Abbiamo bisogno di Amministratori preparati. Il nostro è un settore economico importante che dà lavoro a migliaia di imprenditori e di lavoratori, attira tanti giovani, nonostante tutto desiderosi ed entusiasti di entrare nel lavoro autonomo.

Non può più essere considerato un settore marginale dell’economia e trattato come l’ammortizzatore sociale naturale come era considerato fino ad alcuni anni fa.

Insomma, chiediamo ai Candidati cose concrete e se ci sono idee migliori le approfondiremo con passione come sempre abbiamo fatto cercando di coniugare gli interessi delle aziende con il bene comune della nostra bella città.

Grazie per l’attenzione e buona campagna elettorale, sempre disponibili al dialogo”.

Il Presidente Confesercenti

     Francesca Chittolini