La “maestra cattiva” di Traversetolo accusata di lesioni e calunnia

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Torna alla ribalta il caso della “maestra cattiva di Traversetolo”, che scosse le coscienze a breve distanza del caso analogo di Collecchio (RILEGGI) per il quale Erica De Sanctis ha patteggiato due anni di reclusione.

Disturbo post traumatico da stress: questo accusano i due bimbi vittime degli scherni razziali della “maestra cattiva” di Traversetolo. Sull’insegnante, poi trasferita a Parma dopo che una sentenza del riesame aveva derubricato i maltrattamenti e gli insutli razziali in abuso di correzione, pesa anche l’accusa di calunnia.

L’imputazione più seria con cui la cinquantenne campana finirà davanti al GUP è sicuramente quella di lesioni ai danni del piccolo alunno senegalese e del compagno di classe, figlio di immigrati: sono le perizie dei consulenti di parte medico-legale delle due famiglie a sostenere che i due ragazzini accusino un leggero disturbo post traumatico da stress.

La calunnia è stata invece denunciata da altre maestre: la donna le accusava di aver espresso anch’esse insulti verso gli alunni, ma le registrazioni dimostrano che gli scherni erano ironici e tra colleghe, non rivolti agli studenti.

I FATTI – I carabinieri di Traversetolo, a seguito di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno notificato due avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di una insegnante e del dirigente dell’Istituto Scolastico comprensivo di Traversetolo.
La prima è ritenuta responsabile di aver maltrattato reiteratamente gli alunni della classe a lei affidata, con l’aggravante di aver commesso il fatto con finalità di discriminazione e di odio etnico-razziale, mentre la seconda è accusata di favoreggiamento personale, per aver omesso di denunciare tali condotte all’Autorità Giudiziaria.
Le indagini, iniziate nell’aprile del 2015, sono partite dalla segnalazioni alla caserma di Traversetolo, dei genitori di due alunni esasperati dall’atteggiamento della maestra. Le attività, anche tecniche, svolte dai militari, hanno permesso di accertare che la maestra durante il precedente anno scolastico aveva tenuto una serie di condotte improntate a violenza fisica e psicologica nei confronti degli alunni.
Alcuni di essi venivano ingiuriati e minacciati con espressioni quali: “siete un branco di scemi, non capite niente, siete degli asini, tornatevene nella giungla da dove siete venuti, branco di scimmie ladre ecc,” e ancora “stai fermo altrimenti ti spacco la faccia, ti prendo a calci nel sedere, meno male che finisce la scuola così quando non ti vedrò più, stapperò lo champagne”, “ma guarda se devo occuparmi di un bambino che ha la faccia colore della merda”, e simili.
Tali parole venivano accompagnate da strattonamenti e azioni ‘decise’ per trascinare i ragazzi fuori dalla classe, alcuni dei quali, nel tempo, hanno manifestato reazioni di sofferenza psico-emotiva e rifiuto di recarsi a scuola. Tali comportamenti ingiuriosi e denigratori non erano risparmiati, anche alla presenza dei bambini, ai genitori che avevano manifestato doglianze sui suoi metodi educativi. Il dirigente scolastico, messo a conoscenza di quanto accadeva nella classe, di fatto non ha adottato alcun provvedimento e, al solo fine di dare illusoria soddisfazione alle famiglie, avviava aleatori provvedimenti disciplinari, omettendo di darne comunicazione all’Autorità Giudiziaria.
Visti gli elementi raccolti il Gip di Parma, su richiesta della locale Procura, ha emesso un’ordinanza di sospensione dal pubblico ufficio per l’insegnante, eseguita nei confronti dell’educatrice a settembre prima dell’inizio dell’anno scolastico, con successiva notifica, effettuata dai militari la scorsa settimana, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

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