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Parma, quanto ti costa il pari interno contro il Forlì?

Un pareggio. Due punti persi, due punti in più da recuperare al Venezia con una gara in meno . L’allenatore e la punta di diamante squalificati due giornate. Cinquemila euro di multa. Ecco i costi della battuta d’arresto casalinga contro il Forlì. (RILEGGI: “Attentato all’arbitro”, 5mila euro di multa al Parma Calcio – Calaiò e D’Aversa squalificati per due giornate).

Un prezzo alto, già per i due punti persi che rischia di diventare altissimo. I due punti persi potrebbero non essere una tragedia, ce ne sono trenta in palio. C’è tempo e modo di recuperare, confiando inciampi anche il Venezia, come successo al Parma. A far paura, il come, sono stati persi. Con un atteggiamento di sufficienza, un adagiarsi sulla sola rete di vantaggio figlio di un momento di stanca fisico, di infortuni che concedono pochi cambi e costringono a molti sforzi, già notato a Bergamo e Salò.

Una fase di calo che in una stagione ci può stare. Ma di cosa è figlia? Dello sprint fatto nella gestione D’Aversa, probabilmente. Degli infortuni, che costringono a esperimenti, prove, coperta corta. Dello stress mentale, che logora molto di più di quello fisico. Di giocare sempre dopo il Venezia. Sempre costretti a vincere. Sempre sapendo già cosa hanno fatto “loro”, mentre dirigenza e allenatore dalla laguna continuano con quelle frecciatine di bassa leva che gridano vendetta.

A questo si sommano le due giornate di squalifiche per D’Aversa e Calaiò. Non c’è giustifiicazione per le loro proteste. Non c’è razionalità nell’insistere, offendere o rincorrere in cerca di spiegazioni il direttore di gara. Il “meritiamo e dobbiamo esigere rispetto” lanciato dal tecnico al termine della gara lascia trapelare parole pesanti in campo, ma nulla potrà mai vendicarle. Da un tecnico che è stato calciatore, e da un ultratrentenne che sa di essere necessario, confidi di vedere calma.

Ma anche qui è lo stress nervoso, che gioca un brutto assist. Il dover vincere, e pareggiare. L’avversario che trova un gol, poi frena. Cerca falli, perde tempo a fiumi. Fa quello che deve per tenersi stretto il pari: spezza il gioco che tu vorresti far scorrere per ritrovare il vantaggio. E il Venezia è la che si allontana. Le parole diventano sassi, fanno male, ti difendi. Forse anche dal giudice sportivo sarebbe lecito aspettarsi quel buon senso mancato a Robilotto nel compilare il referto, mancato ai ducali nel tacere.

Non si vuole vedere il male, il marcio, lo schifo. Ma nel giorno che Tavecchio rimane al timone dal quale affondò il Parma Fc, sbeffeggiandone anche la memoria con promesse mai mantenute, pare che tutti remino con la gondola veneziana.

E non resta che essere più forti di quella. Crederci.

Nonostante i cinquemila euro per una presunta, tentata, aggressione a male parole verso Robilotto di un sedicente dirigente ducale non precisato, seppur facilmente individuabile. Diciamocelo: chi non avrebbe sfogato il nervoso in malo modo contro arbirtro e avversario, avesse potuto, lunedì sera? Non è karma e non è cabala. E’ solo calcio. E il Parma deve ricordarci di saperlo giocare bene. Per essere più forte dello stress nervoso. E dei gufi.