Latte contaminato da aflatossine nel Parmigiano: maxi patteggiamento

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Si è conclusa, con oltre venti patteggiamenti fino a due anni di reclusione l’inchiesta del Nas di Parma, coordinata da Fabrizio Pensa.

Le accuse rivolte erano quelle di aver prodotto, previo accordo, false certificazioni sulle analisi del latte vaccino. Questa manomissione ha permesso alle aziende agricole e ai caseifici di utilizzare nella propria produzione di Parmigiano Reggiano latte contaminato da aflatossine. Certificazioni false che permettevano anche di ottenere i contributi regionali.

Sono 29 gli imputati: tra cui ex dirigenti, funzionari e tecnici del Centro Servizi per l’alimentare di Parma e titolari di aziende agricole parmensi. La gran parte di loro, tra lo scorso ottobre e oggi, ha raggiunto un accordo con l’accusa. La sospensione condizionale della pena è stata concessa a tutti gli imputati, poiché incensurati. Rinviati a giudizio invece Enrica Pezzoni e Angelo Reverberi.

Contestata, per undici di loro, l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falso in atto pubblico, alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e per tentata truffa aggravata con lo scopo di ricevere cifre pubbliche della Regione destinate al latte di qualità, adulterazione e contraffazione e vendita di sostanze alimentari non genuine.

Lo scandalo, esploso a giugno 2014, aveva costretto i Carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura di Parma, a sequestrare 2.400 forme di Parmigiano Reggiano. I militari avevano arrestato 4 persone tra cui Sandro Sandri: ex direttore del centro servizi per l’agroalimentare Bizzozzero che ha dovuto rispondere di associazione a delinquere. Secondo gli inquirenti era lui che decideva e impartiva ordini. Gli altri avrebbero occultato o modificato i dati di laboratorio rispondendo a Sandri. Lo stratagemma ben oliato avrebbe dovuto anche portare alla certificazione “Latte Qualità” da parte della Regione nel 2014 ma i Nas sono intervenuti prima. Non solo i dirigenti e dipendenti del centro servizi per l’agroalimentare sapevano dei dati truccati, anche 7 imprenditori agricoli operanti a Parma e provincia ne erano a conoscenza ed erano “clienti fidelizzati” di Sandri. Questi sono stati accusati di commercio di sostanze alimentari nocive. Altri 8 imprenditori sono stati accusati di tentata truffa.

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