I danni dell’ignoranza- Coldiretti: “In crescita gli incidenti coi cinghiali”. Ma chi ha creato il problema? Replica degli animalisti

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“Un’altra famiglia è costretta a piangere un lutto assurdo a causa di incidente stradale causato da cinghiali, che conferma l’escalation dei danni, degli incidenti e delle aggressioni, che hanno causato purtroppo vittime in varie parti d’Italia”. Così Coldiretti Emilia Romagna, mentre esprime le sue condoglianze ai familiari della vittima, commenta l’incidente mortale avvenuto in località Moretta di Borgonuovo in provincia di Piacenza.

“Il ripetersi di questi incidenti – afferma Coldiretti regionale – è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali che è raddoppiato negli ultimi dieci anni in Italia, raggiungendo un milione di capi e superando le 100 mila unità in Emilia Romagna, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. La sicurezza delle aree periurbane è in pericolo. Nel 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite”.

Dinanzi a tale situazione gli agricoltori di Coldiretti chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici che non  sia solo risarcimenti ma anche per la sicurezza dei cittadini.

Coldiretti si sa, protegge gli interessi economi degli imprenditori agricoli. Ora però è in ballo anche la sicurezza cittadina? Ma di che pericolo si sta parlando? Il pericolo vero è che ora la società deve pagare il prezzo della caccia sportiva e degli interessi economici e politici; di una politica ignorante che non sa gestire dal punto di vista ambientale il territorio.

Simonetta Rossi di Parma Etica replica a Coldiretti: “E’ l’ennesima dimostrazione dell’ignoranza. Il ministero vuole approvare una legge dove è ammesso l’abbattimento del lupo. Vogliono uccidere l’unico animale che sia veramente predatore del cinghiale e poi si lamentano dei danni agli agricoltori da parte degli ungulati. L’ignoranza si paga. Il problema c’è quando uno non sa gestire territorio, servono persone competenti che sappiano come monitorare le nascite degli animali selvatici. Il lupo è stato reinserito apposta per diminuire gli animali selvatici che distruggono i campi degli agricoltori.  I cittadini, con le tasse, pagano milioni e milioni per dare i risarcimenti agli agricoltori. Che Coldiretti scenda in piazza con gli animalisti e difenda realmente gli interessi dei suoi agricoltori invece di invece di chiedere l’abbattimento”.

Forte posizione anche di Oipa nazionale e di Parma che parla ai nostri taccuini attraverso Moira Anna Balbi: “Gli abbattimenti programmati non risolvono niente. E’ lo stesso discorso dei lupi e delle nutrie. Purtroppo la lobby dei cacciatori è ancora forte. Queste politiche di abbattimento, avvenute per esempio a Genova per i cinghiali, non hanno rispetto per la vita. Perché di vita si sta parlando. A Genova è cambiato qualcosa? Assolutamente no perché non è questa la modalità corretta per gestire il territorio. Gli abbattimenti programmati sono inutili. Lo dimostrano studi scientifici di moltissimi etologi”.

Tra l’ironia e il risentimento parla anche Davide Celli, disegnatore, attore, ex consigliere comunale a Bologna e da tanti anni attivista ecologista: “Coldiretti non può professarsi Dio. Esistono tanti libri di ecologia e biologia che ogni tanto andrebbero aperti. In natura tutto è in equilibrio: il numero dei predatori (lupi) e delle prede (cinghiali) devono essere proporzionati e l’ecosistema è in grado di farlo autonomamente senza che l’uomo ci metta mano. Moltissime associazioni di categoria come Coldiretti fanno passare il messaggio che la natura è qualcosa da regolare e controllare ma l’uomo dovrebbe solo stare fermo e lasciare che le cose vadano in equilibrio da sole. Non abbiamo ancora imparato niente dall’abbattimento programmato delle nutrie? Da 20 anni va avanti questa politica che non porta nessun risultato. Stiamo parlando dell’ABC che a quanto pare Coldiretti non conosce. Perché abbiamo questo numero in crescita dei cinghiali? Non si può ignorare il mercato nero di carne di cinghiale. Quella dichiarata porta un fatturato superiore al milione ma quella non dichiarata? Finché ci saranno gli allevamenti abusivi che rilasciano i cinghiali al momento della caccia è inutile che ci lamentiamo degli incidenti stradali causati dai cinghiali e dei danni all’agricoltura”.

Replica anche Gabriella Meo, ex consigliera regionale di Sel-Verdi per la regione Emilia Romgana: “Quando ci scappa un morto siamo sempre tutti dispiaciuti. Ma bisogna guardare la situazione nel più ampio quadro possibile: gli incidenti stradali causati da animali selvatici sono solo un minimo del numero totale degli incidenti. Esistono tantissimi modi per disincentivare l’attraversamento delle strade da parte degli animali. Alcuni sono costosi ma fattibili. Da sempre i cinghiali sono tra le prede dei cacciatori ma il numero continua a crescere. Perché? Ci sono degli interessi. Non possiamo ignorare il fatto che il proliferarsi sia stato incentivato dai cacciatori che per anni e tuttora alimenta e alleva i cinghiali perché sono una fonte di reddito significativa. Prove scientifiche dimostrano che i piano abbattimento sono inutili. Si sta denunciando a gran voce che ci sono troppi lupi e allo stesso tempo che ci sono troppi cinghiali. E’ un ossimoro dettato dall’ignoranza. Gli incidenti di caccia sono più numerosi di quelli per attraversamento degli animali selvatici ma nessuno si sta scandalizzando chiedendo l’abolizione della caccia”.

(Arianna Belloli)

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