Nuovo segretario PD? Romanini: “Sostengo Andrea Orlando”. Maestri: “Resto nel PD ma deve cambiare”

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“Penso di avere una dote: saper unire. Questo Paese ha bisogno di unità” con queste parole Andrea Orlando si è candidato alla segreteria del Partito Democratico. Il 30 aprile si terranno le primarie nazionali. A sostegno della sua candidatura anche il deputato parmense Giuseppe Romanini.

“Andrea Orlando è un candidato forte e qualificato. Ha un profilo personale e proposte capaci di rispondere alle richieste di unità e discontinuità nella conduzione del Partito Democratico, ma anche di maggior incisività nell’azione politica del governo a partire da una più forte attenzione alle persone che, più di altre, hanno subito gli effetti della prolungata crisi economica. A lui va il mio sostegno”.

“Con grande sofferenza, anche per la mia storia politica personale, vivo l’abbandono del partito da parte di alcune personalità stimate e autorevoli, che hanno contribuito alla fondazione del PD, ma le ragioni per restare sono più forti di quelle per lasciare” – ha spiegato Romanini – “Con loro, ma soprattutto con gli elettori che non si sentono più rappresentati dalla nostra proposta politica, occorre riaprire un dialogo e mantenere un canale di confronto perché solo il Partito Democratico, perno di un centrosinistra radicato ed inclusivo, può fare da argine alle derive populiste e xenofobe che, con rapidità, si stanno diffondendo in Italia e in Europa”.

“Questa settimana si concluderà la prima fase del congresso PD con la raccolta delle firme a sostegno dei candidati alla segreteria nazionale. Chi volesse potrà sottoscrivere la candidatura di Andrea Orlando recandosi personalmente presso la sede provinciale del PD (via Treves 2 a Parma) entro venerdì 3 marzo”.

CONGRESSO PD, Maestri: “Resto nel PD ma il Congresso dev’essere l’occasione per cambiare”

“Sono stati giorni non facili nei quali riflessioni personali e politiche si sono intrecciate con la volontà di mantenere uno stretto legame con le persone che in questi anni mi hanno sostenuta. Proprio raccogliendo l’appello della ‘base’ all’unità, ho deciso per ora di rimanere nel Partito Democratico e condurre fino in fondo la battaglia congressuale per correggere quegli errori che, nella conduzione della nostra comunità politica e del governo del Paese, abbiamo commesso e che hanno portato tante persone ad allontanarsi dal PD”.

“Matteo Renzi ha dimostrato di non saper essere la sintesi di cui il centrosinistra, per essere forza di governo e maggioranza nella società, ha bisogno. Non ha avuto rispetto per la nostra collettività e ora è il partito a pagarne le conseguenze” – ha spiegato Patrizia Maestri – “Il PD deve tornare ad essere, anzitutto, una comunità di valori e ideali e non solo l’arena in cui combattere per le proprie ambizioni personali. In questi anni di Governo sono state fatte riforme importanti che spesso, per arroganza, sono state calate dall’alto sui lavoratori, sui giovani, sugli insegnanti, sui corpi sociali intermedi, e questi le hanno respinte con forza. Come dimostra l’esito referendario del 4 dicembre”.

“Restare nel Partito ha senso se ci saranno le condizioni per un vero cambiamento. Altrimenti le scelte non potranno che essere diverse. Pur rispettando e comprendendo le motivazioni politiche alla base di coloro che hanno scelto di uscire dal partito” – ha concluso – “ho deciso di rimanere nel PD e sostenere la candidatura di Andrea Orlando al congresso nazionale e alle primarie del 30 aprile. Insieme a Cesare Damiano e a Gianni Cuperlo siamo impegnati per arricchire la piattaforma programmatica del PD con i temi del lavoro e della solidarietà sociale, centrali per il nostro Paese. Orlando può, insieme ad altri, farsi interprete di queste istanze nel Partito e nella costruzione di un centrosinistra inclusivo e di governo”.

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