ParmaPress24

Resistenza ad antibiotici: alti livelli in Italia. Preoccupante per allevamenti suini e vitelli

Sicurezza alimentare sempre più a rischio a causa dell’uso spropositato degli antibiotici negli allevamenti intensivi e all’uso medico di questi farmaci sempre più frequente anche quando non serve. I batteri, che a dispetto delle dimensioni sono abbastanza intelligenti da mutare ed evolvere, stanno diventando sempre più resistenti agli antibiotici brevettati. Questo fenomeno sta portando a più di 25 mila morti ogni anno nell’Unione Europea.

A riferirlo è il rapporto dell’Efsa e dell’Ecdc divulgato ieri sui dati dell’anno 2015.

Dato preoccupante soprattutto per l’Italia che risulta lo stato dell’unione con i tassi più alti. La percentuale di batteri resistenti è maggiore nel sud e nell’est del continente.

La Salmonella in particolare è multiresistente in quasi un terzo dei casi registrati, il 29,3% delle infezioni umane, una cifra che per il ceppo S. Typhimurium arriva all’81%. Nei campioni contaminati da salmonella di carne di maiale invece gli esperti europei registrano tassi vicini al 50% per ampicillina, sulfametossazolo e tetracicline, tre dei principali antibiotici usati, e leggermente più alti per quella di manzo. Più basse, ma superiori al 10% per il batterio Campilobacter.
“La resistenza è una minaccia allarmante – afferma Vytenis Andriukaitis, commissario europeo alla Salute – che mette la salute umana e animale in pericolo. Abbiamo fatto sforzi sostanziali per fermarne l’ascesa, ma non è abbastanza. Per questo la Commissione lancerà un nuovo Action plan entro quest’estate per coordinare le azioni per diminuirne la diffusione”.

Le analisi compiute dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare e dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie mostrano per l’Italia fenomeni di resistenza molto alta negli allevamenti di suini e vitelli.

Per quanto riguarda il batterio escherichia coli, la resistenza ad antibiotici comunemente utilizzati nei farmaci veterinari è stata riscontrata nel 60% dei campioni negli allevamenti suini. Un enzima dello stesso batterio, legato alla multi-farmaco resistenza, è stato rilevato nel 64% dei campioni di suini (contro una media del 31,9% negli altri 27 paesi Ue) e nell’80% vitelli (la media dei grandi paesi produttori è del 36,8%).

“Avere una chiara visione della situazione aiuta a prevenire il problema – dice all’agenzia Ansa Pierre-Alexandre Beloeil dell’Efsa, che ha curato il rapporto – in Paesi dove i programmi di controllo del fenomeno sono attivi da anni come l’Olanda o la Francia abbiamo riscontrato un calo delle resistenze”.

Il rapporto include anche i seguenti risultati che possono avere un impatto sulla salute pubblica:

Scientific Report: La relazione di sintesi Unione europea sulla resistenza agli antimicrobici in zoonotici e batteri indicatori dagli esseri umani, gli animali e il cibo nel 2015