La scissione PD è servita: ripercussioni sulle primarie? I commenti dei dem parmigiani

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La scissione del PD è ormai certa. Alcuni hanno già dichiarato la loro uscita dal partito dopo l’incontro della direzione congressuale di oggi. Ma cosa accadrà a Parma? L’abbiamo chiesto ai maggiori esponenti del partito democratico cittadino.

Giorgio Pagliari, Senatore PD – “Non posso che prendere atto di questa scelta. Scelta che danneggia fortemente l’immagine di tutta l’area del centro sinistra, che incide sul percorso di valorizzazione che stava prendendo il PD. Sulle primarie di Parma il danno d’immagine è ancora più evidente. Spero non ci siano incidenze. Ora bisogna vedere se sorgeranno altri movimenti di sinistra e quali saranno”.

Patrizia Maestri, Deputata PD –  “Penso che il segretario nazionale del PD non sia adeguato a governare un partito complesso come il PD. Il segretario ha il compito e la responsabilità di unire e non di dividere come sta facendo Renzi: i compagni che stanno decidendo di uscire dal partito pongono questioni vere, politiche, non di date ma di necessità di approfondire e discutere i temi, i motivi per cui abbiamo perso iscritti, abbiamo perso le elezioni amministrative, stiamo perdendo il partito.

Di tutto questo Renzi non se ne occupa e continua a rappresentare una Italia che non c’è. Comprendo bene quindi i motivi di coloro che pensano ad una nuova forza di sinistra ma sento anche la responsabilità di fare una battaglia dentro al partito perché i tanti militanti iscritti o anche elettori che hanno creduto al pd e non al partito di Renzi possano avere una speranza di tornare ai valori fondanti del partito che al momento sembrano scomparsi”

Giuseppe Romanini, Deputato PD – “Una cosa sbagliata, una collezione di errori da entrambe le parti. Di fronte a noi sta l’aumento delle diseguaglianze, l’angoscia dell’esclusione di di strati sempre più larghi di popolazione e di una classe media in declino. Gli alfieri di un mondo nuovo e pauroso come Donald Trump, Marine Le Pen, Viktor Orbán hanno anche in Italia una varietà di portabandiera.

E noi, di fronte a tutto ciò, ci stiamo dilaniando per dinamiche interne. È incomprensibile. Dopo la sconfitta del 4 dicembre c’e’ bisogno di capire, di cambiare. C’è bisogno di un congresso vero. Ma se il congresso arriva, abbandonare il Partito proprio nel momento in cui ci si può impegnare per far nascere una vera discussione è una scelta incomprensibile. Un Congresso si può vincere o perdere, ma con la scissione avremo perso tutti”.

Giampaolo Serpagli, segretario Provinciale PD – “Tutta questa voglia di scissione a Parma non la vedo, Abbiamo ricevuto dai nostri sostenitori la richiesta di ricreare quel senso di unità necessario oggi per la sinistra. Un cambio di volto è indispensabile. Dobbiamo prendere atto dei risultati del referendum del 4 dicembre. Molti NO sono stati dati per mandare un messaggio al partito. Dalla nostra base arriva la richiesta di tornare a pensare ai lavoratori e alle fasce deboli non serve un partito che ruoti intorno alla figura del singolo (Renzi) ma deve tornare a concentrarsi sui tanti attivisti che svolgono eventi e manifestazioni importanti. Tornare a dialogare con i lavoratori, le imprese e soprattutto le piccole medie imprese che sono il più importante tessuto economico di questo Paese”.

Ma potranno esserci ripercussioni sulle primarie del centro sinistra programmate per il prossimo 5 marzo (tra soli 12 giorni)? “Mi auguro che non ci sia nessuna ripercussione appunto perché qui a Parma non noto questo desiderio di dividersi. Se ci sarà la scissione inevitabilmente perderemo alcuni pezzi ma resta indubbio il lavoro e gli sforzi che abbiamo fatto sino ad ora. I candidati alle primarie hanno firmato un patto politico in cui si impegnano ad appoggiare il vincitore rispettando il voto popolare. Mi auguro vivamente che si resti uniti e che episodi del passato non ricapitino più”.

Lorenzo Lavagetto, segretario Cittadino PD – “Se le motivazioni della scissione sono incompatibilità sulle politiche sociali per esempio del lavoro, o sui diritti fondamentali pur con grandi difficoltà, mi sembra che la scissione potrebbe essere evitata. Se invece le motivazioni riguardano l’assetto politico “proporzionale” allora qui mi fermo. Dobbiamo ancora attendere però che questa situazione si chiarisca, e si comprenda quali sono i punti in contestazione cosa che allo stato non mi è ancora del tutto chiara. Attendiamo per valutazioni più approfondite”.

Nicola Dall’Olio, capogruppo PD in Consiglio Comunale – “E’ una divisione assolutamente evitabile. Uno si scinde per un progetto politico per il paese non per le antipatie, per questo non apprezzo assolutamente questa situazione nel PD. Io per primo ho fatto uno sforzo per avere maggiore unione (rinunciare alla candidatura e appoggiare Paolo Scarpa) e spero che questa sia la strada che si deciderà di percorrere”.

“Ripercussioni sulle primarie? Potrebbero esserci. Per scongiurarle servono profili che sappiano aggregare invece che dividere. Io credo molto nell’idea del nuovo Ulivo e credo che Paolo Scarpa sia la persona che meglio sappia portare avanti questa idea”.

(Arianna Belloli)

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