CGIL: “Lettera aperta ai candidati sindaco”. Risposta di Luigi Alfieri

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“Sta entrando nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative: sia con il confronto relativo alle primarie del centrosinistra, una opportunità di partecipazione e discussione pubblica alla quale anche la CGIL di Parma non può che guardare con interesse, sia con l’esplicitazione di diverse altre candidature (a partire da quella del sindaco uscente).

Balza all’occhio, tuttavia, la quasi totale assenza dal dibattito e dal confronto di alcuni temi che riteniamo cruciali.

Il primo è la “questione lavoro”: per parafrasare un recente intervento pubblico di un economista del nostro ateneo, il lavoro deve diventare il fulcro delle priorità di Parma. Questi anni ci hanno consegnato, anche in città, un tessuto sociale minato dall’insicurezza economica quando non dal vero e proprio impoverimento, da lavori precari e malpagati quando non dalla vera e propria disoccupazione. Occorre ricostruire anche sul territorio un modello sociale nuovo, che non lasci indietro nessuno, che metta al centro il valore del lavoro e della coesione sociale e i diritti di chi lavora. È poi quello che la CGIL chiede, a livello nazionale, attraverso i due referendum su voucher e appalti, sui quali mi piacerebbe sentire l’opinione di chi si candida ad amministrare la città.

Il secondo è la “questione legalità”. Si parla giustamente molto di sicurezza, ma nessuno considera che il primo problema che abbiamo a Parma concerne la sicurezza economica e civile minacciate dalle mafie che ci bussano alle porte (come dimostra lo spaccato uscito dall’inchiesta Aemilia). Gli appalti sono spesso il canale attraverso il quale la criminalità organizzata entra nel sistema economico e il Comune di Parma è una delle principali stazioni appaltanti di tutto il territorio, per cui può svolgere un ruolo di guida e di volano, evitando le gare al massimo ribasso (più o meno mascherato), chiedendo il rispetto della clausola sociale e dei diritti contrattuali dei lavoratori, inasprendo le sanzioni contro gli appaltatori inadempienti. A Parma abbiamo già a disposizione diversi strumenti che adesso occorre far funzionare.

Il terzo è la “questione welfare”. L’impoverimento della popolazione e l’emergere di nuovi bisogni sociali impongono di ridisegnare un sistema di welfare locale all’altezza dei tempi, che recuperi responsabilità collettive e competenze, e un forte ruolo di governo del Comune su tutta la filiera dei servizi agli anziani, dei servizi per l’infanzia, dei servizi per la disabilità, dei servizi per l’inclusione  culturale e sociale.

Faccio una proposta: chiedo a tutti i candidati alle elezioni amministrative di impegnarsi a istituire tre tavoli permanenti di confronto sui tre temi evidenziati, aperti alla partecipazione e al contributo delle forze sociali.

Se poi all’impegno seguiranno i fatti, mi sento di poter dire che la CGIL sarà interlocutore leale e propositivo”.

Segretario Cgil di Parma – Massimo Bussandri

Incontrare, ascoltare, sollecitare e fare proposte per la città sono le attività che più di ogni altra stanno caratterizzando in queste settimane il mio impegno in vista delle primarie di coalizione che si svolgeranno il prossimo 5 marzo.

Una scelta di metodo e di indole, che ritengo l’unica possibile, tanto più in questa fase di disaffezione e sfiducia verso la politica. Una scelta che ritengo in ogni caso doverosa per chi si candida ad amministrare la cosa pubblica e a rilanciarne lo sviluppo -economico, produttivo, culturale- e la coesione sociale.

Non posso quindi che apprezzare la sollecitazione che giunge da Massimo Bussandri (leggi) che, nel suo ruolo di segretario del principale sindacato di lavoratori cittadino, chiede attenzione a temi che ho toccato con mano essere preminenti e strategici a questo scopo: questioni come lavoro, inteso come priorità delle priorità, legalità (a partire dagli appalti e dal contrasto alle mafie che proprio da lì spesso entrano nel nostro sistema economico), un nuovo welfare, di cui il Comune sappia essere artefice e garante (e non solo gestore).

La proposta della CGIL di istituire tavoli permanenti di confronto sui temi indicati non solo mi sembra sensata, credo che sia esattamente la strada maestra per riallacciare i troppi nodi allentati tra l’amministrazione comunale e la città. Un dialogo che è esattamente il motivo per cui ho deciso di affrontare questa avventura e di mettermi a disposizione di un progetto che ritengo più che necessario, improrogabile. Un metodo che rispecchia quanto già ora stiamo facendo.

Parma, 26/11/2016: Luigi Alfieri.

RISPOSTA LUIGI ALFIERI- Nella sua lettera ai candidati sindaco, il Segretario Generale della CGIL di Parma, Massimo Bussandri, pone alcune questioni di rilievo alle quali cercherò di rispondere per quello che ritengo possa essere la competenza di un Sindaco.

La questione LAVORO è certamente la questione primaria. La sicurezza economica del lavoro, per chi ce l’ha e lo vuole mantenere e per chi non ce l’ha e lo vuole trovare, ma aggiungerei anche la sicurezza sul lavoro (visto purtroppo la quantità di infortuni che colpiscono anche la nostra provincia) deve essere al centro dell’agire del Sindaco. Occorre creare tutte quelle condizioni affinché si possa ricreare nuovo lavoro nel tessuto produttivo della città attraverso sia la cultura (quindi il turismo) sia il commercio oggi profondamente in crisi. Sia stimolando le imprese. Ma non solo. Il Sindaco deve essere parte attiva nelle crisi aziendali affinché si tutelino i lavoratori e le loro famiglie oltre che parte attiva per limitare i tentativi di delocalizzazione delle imprese. Occorre inoltre essere protagonisti per incentivare progetti innovativi per i giovani che devono trovare l’istituzione Comune al loro fianco. Il Comune deve attuare politiche attive per il lavoro attraverso sinergie con altre istituzioni (penso all’ufficio per l’impiego della Provincia di Parma) proponendosi come soggetto della rete degli intermediari tra domanda di lavoro di aziende ed offerta dei disoccupati. Per quanto riguarda i voucher credo che lo strumento sia in sé giusto, ma spesso l’utilizzo sbagliato. Occorre certamente una modifica legislativa affinché vengano eliminati gli abusi e gli usi illegittimi magari vietandone la fruizione ad alcuni specifici settori.

Vorrei porre l’accento anche sul lavoro pubblico, cioè quello del Comune, quello che, se ben funzionante ed organizzato può facilitare anche la creazione di nuove attività. Occorre riorganizzare in modo efficace ed efficiente la macchina comunale, ridare ruolo e dignità ai lavoratori, cambiare sistema di valutazione e premialità troppo spesso “guidato”, far emergere le vere professionalità che esistono, senza discriminazione politica, partitica o sindacale.

Sugli APPALTI. La legalità prima di tutto. Purtroppo il nostro territorio non è esente da mafie. La creazione del tavolo interistituzionale tra Comune, Prefettura e Organizzazioni Sindacali credo sia la strada giusta. Prendendo inoltre atto del Nuovo Codice deli appalti del 2016 e delle linee guida

ANAC in materia di appalti, ritengo che occorra seguirli con estrema puntualità ed attenzione, con un occhio di riguardo ai lavoratori interessati, comunque già compresi nelle clausole sociali del nuovo Codice degli appalti e/o linee guida. Legalità inoltre significa per me anche rafforzare la lotta all’evasione e all’insoluto per poter realizzare eguaglianza tra cittadini.

Sul WELFARE. Ritengo che tutti i servizi alla persona ed educativi necessitino di una revisione dei regolamenti di accesso, ma fondamentale sarà la revisione del sistema tariffario al fine di poter essere fruibili da un numero sempre maggiore di cittadini.

Su questi punti, se condivisibili sarò interlocutore attento ed affidabile ritenendo fondamentali i corpi intermedi tutti nella nostra comunità cittadina, ma prima ancora nella nostra società.

costiRISPOSTA DARIO COSTI- 

Incontrare, ascoltare, sollecitare e fare proposte per la città sono le attività che più di ogni altra stanno caratterizzando in queste settimane il mio impegno in vista delle primarie di coalizione che si svolgeranno il prossimo 5 marzo.

Una scelta di metodo e di indole, che ritengo l’unica possibile, tanto più in questa fase di disaffezione e sfiducia verso la politica. Una scelta che ritengo in ogni caso doverosa per chi si candida ad amministrare la cosa pubblica e a rilanciarne lo sviluppo -economico, produttivo, culturale- e la coesione sociale.

Non posso quindi che apprezzare la sollecitazione che giunge da Massimo Bussandri (leggi) che, nel suo ruolo di segretario del principale sindacato di lavoratori cittadino, chiede attenzione a temi che ho toccato con mano essere preminenti e strategici a questo scopo: questioni come lavoro, inteso come priorità delle priorità, legalità (a partire dagli appalti e dal contrasto alle mafie che proprio da lì spesso entrano nel nostro sistema economico), un nuovo welfare, di cui il Comune sappia essere artefice e garante (e non solo gestore).

La proposta della CGIL di istituire tavoli permanenti di confronto sui temi indicati non solo mi sembra sensata, credo che sia esattamente la strada maestra per riallacciare i troppi nodi allentati tra l’amministrazione comunale e la città. Un dialogo che è esattamente il motivo per cui ho deciso di affrontare questa avventura e di mettermi a disposizione di un progetto che ritengo più che necessario, improrogabile. Un metodo che rispecchia quanto già ora stiamo facendo.

Alimadhi (1)RISPOSTA DI GENTIAN ALIMADHI- Le e’ innanzitutto dovuto, gentile Segretario, un ringraziamento per aver dimostrato, con il Suo intervento, interesse per la campagna e per gli argomenti dei candidati alle Primarie per Parma, tra i quali il sottoscritto; e anche per la garbata critica rivolta all’insufficiente attenzione dedicata ad alcuni temi di indubbia importanza. Non mi sottraggo alle domande poste. Sappiamo tutti che quello del lavoro e’ il problema piu’ sentito oggi dagli italiani e dai parmigiani pure, anche se la situazione qui, come nel resto dell’Emilia e in larga parte del Nord si presenta in termini meno drammatici che altrove.

Il Comune, lo dico con chiarezza, non puo’ fare molto in proposito. Non ne ha i mezzi, non ne ha il mandato istituzionale. La Sua affermazione che “occorre ricostruire anche sul territorio un modello sociale nuovo,…”, e’ una perorazione tanto condivisibile quanto generica che, quanto meno, va rivolta all’intera societa’ parmense, istituzioni, forze politiche, imprenditori e sindacati in testa. Il mio programma amministrativo contempla la massimizzazione degli investimenti per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali e artistici. Nonche’ il massimo impegno verso la Parma dei teatri e della musica. Fonti queste di lavoro diretto e di lavoro indotto nella misura in cui al citta’ diventa piu’ attraente.

Il Comune deve e puo’, con le sue azioni e i suoi poteri, favorire e facilitare l’insediamento e lo sviluppo dell’impresa produttiva; deve fare ogni cosa per sostenere e aiutare gli investimenti e per alleggerire il peso delle procedure burocratiche. Avere consapevolezza che ogni ritardo nel rilascio di un permesso o di una concessione e’ un colpo dato allo sviluppo e alla buona volonta’ di chi vuole lavorare e per questo investe e rischia. Il Comune deve essere al fianco dei lavoratori nella gestione delle crisi e nella gestione del conflitto sociale. Ma non deve mai dimenticare che in uno stato liberale e democratico come il nostro, e’ l’impresa che crea ricchezza (e dell’impresa e’ parte essenziale il lavoratore, non solo la proprieta’, non solo il management).

Questo faro non deve mai venir spento nella conduzione del governo della citta’. Non sfuggo infine all’invito del Segretario a dire cosa si pensa del prossimo referendum sui temi del lavoro. Ho troppa stima della CGIL per non dire con amichevole franchezza che i due quesiti non mi paiono idonei ad essere sottoposti ad un referendum al quale e’ chiamato a partecipare l’intero corpo elettorale. I quesiti come noto, non hanno nulla a che fare con la riforma del mercato del lavoro (job act). I voucher svolgono una funzione positiva se fanno emergere il lavoro nero, assicurando maggiore trasparenza e protezione per la persona coinvolta: per questo furono introdotti; per converso producono un effetto negativo se consentono la trasformazione di lavoro regolare in lavoro accessorio col conseguente abbassamento dello standard di trattamento della persona coinvolta: nei fatti si sono prodotti abusi. Se e’ cosi, si tratta, come il governo sta facendo, di contrastare l’uso improprio dei voucher e ricondurli al loro uso originale, escludendo inoltre la loro applicazione in interi settori quali l’edilizia. Quanto al quesito in materia di appalti, esso mira a sopprimere la modifica dell’articolo 29 della cosiddetta Legge Biagi del 2003, in materia di solidarieta’ passiva tra committente e appaltatore nei confronti dei lavoratori, disposta dalla legge Fornero del 2012. La modifica che verrebbe soppressa non e’ spiegabile in poche parole.

Anche qui, si tratta di promuovere una attenta verifica orientata ne’ piu’ ne’ meno a garantire la tutela dei diritti del lavoratore, con azione diretta o mediata dal sindacato. Nulla, ritengo, che possa essere meglio fatto affidandosi ad un referendum piuttosto che alla azione legislativa e sindacale. A me pare tuttavia che i due quesiti non abbiano gran che a che fare con il condivisibile obiettivo conclamato dal Segretario di ricostruire anche sul territorio un modello sociale nuovo. In generale, diro’ della mia contrarieta’ all’abuso che, negli ultimi 20 anni, si e’ fatto del referendum abrogativo. Materie complesse non si prestano ad essere oggetto di scelte draconiane tra il si e il no, ma piuttosto ad essere oggetto di iniziativa politica, di discussione e quando serve di mediazione. Ancor meno e’ accettabile un uso del referendum in chiave propositiva/legislativa attraverso operazioni di taglia e cuci finalizzate a dare al referendum un ruolo che la Costituzione non prevede. Non parlo sia chiaro del referendum confermativo del dicembre scorso, che ha giustamente visto una grande partecipazione di popolo, trattando materia di assoluto interesse generale in applicazione del dettato costituzionale.

Il secondo e’ la questione legalita’. Ho gia’ detto che il criterio dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa negli appalti di opere e di servizi diventa quello preferenziale nella scelta del contraente ed e’ stato reso obbligatorio in alcuni campi in cui e’ fondamentale l’utilizzo di manodopera (es. servizi di pulizia, servizi sociali ed assistenziali, ristorazione ospedaliera e per i servizi scolastici). Il nuovo codice degli appalti del 2016 introduce finalmente nella norma il principio di trasparenza nella partecipazione dei portatori di interessi e lo strumento del dibattito pubblico: in particolare tale strumento viene reso obbligatorio per le grandi opere infrastrutturali aventi impatto rilevante sull’ambiente, sulle citta’ e sull’assetto del territorio. Con il progetto di fattibilita’ tecnica ed economica, il rating di impresa, e il nuovo contratto di partenariato pubblico-privato rappresentano, a mio avviso, assieme al grande ruolo affidato all’ANAC, sono stati finalmente introdotti presidi molto utili a garanzia della legalita’ nella gestione amministrativa.

Sul welfare. Dico con chiarezza che nella mia idea amministrativa, la continuita’ prevale sui cambiamenti. Parma ha alle spalle una grandissima tradizione di amministrazione dei servizi sociali creata dalle storiche amministrazioni della sinistra, alla quale le amministrazioni via via succedutesi hanno giustamente dato sostanziale continuita’. L’asse politico rimarra’ quello del rapporto pubblico / privato, che nella nostra specifica realta’ ha dato complessivamente risultati buoni o piu’ che buoni. Alla gestione diretta dei servizi, da non abbandonare, va proseguito l’affiancamento del ricorso all’appalto, all’attivazione delle societa’ miste, al projet financing e all’accreditamento delle strutture di qualita’.

Fondamentale che nelle mani dell’Amministrazione rimangano i poteri di indirizzo e di controllo. La copertura dei servizi per l’infanzia e’ a Parma gia’ al di sopra degli standard medi europei. Cio’ non impedisce di pensare e agire per un ulteriore sviluppo delle coperture, nella consapevolezza dell’importanza di questi servizi per l’occupazione femminile e per il sostegno conseguente del reddito familiare.

Analogo discorso per i servizi socio assistenziali alla disabilita’ e alla quarta eta’. Andra’ invece rivista in profondita’ la politica tariffaria, da adeguare alle crescenti difficolta’ di molte famiglie e da rapportare ai benefici indotti dall’aiuto che i servizi rendono alla famiglia e particolarmente alla donna. Una valutazione approfondita dovra’ essere portata alle politiche di sostegno ai redditi insufficienti e di mitigazione delle poverta’, nel contesto di una piu’ generale azione di sviluppo dell’economia, di incremento dell’occupazione, di lotta alle diseguaglianze sociali.

Sulla proposta finale del Segratario Bussandri: volentieri partecipera’ a tavoli di confronto sui temi qui trattati, ai fini di un maggiore chiarimento e dell’auspicabile avvicinamento delle posizioni. A questi tavoli siano chiamati i soggetti interessati, a cominciare dai sindacati di tutte le tre confederazioni. Interpolando la frase finale di Bussandri diro’ che se poi all’impegno seguiranno i fatti, mi sento di poter dire che Gentian Alimadhi sara’ interlocutore leale e propositivo”.

Fare-con-Tosi- parmaFARE CON TOSI PARMA RISPONDE- “I corpi di rappresentanza intermedi sembrano iniziare a dialogare tra loro. Tornano – commenta il Direttivo – a svolgere il ruolo di rappresentanza per cui sono nati. La crisi dei corpi intermedi danneggia il tessuto sociale. Al Segretario un nostro ringraziamento perché è esattamente la direzione che auspichiamo“.

“Crediamo che il Comune e le Istituzioni tutte dovrebbero tornare ad essere autorità morali. Se si dovessero usare forme di precariato per vari motivi, come stage, tirocini o altre prestazioni a rimborso, crediamo che il Comune debba istituire un fondo per mettere la differenza e portare le retribuzioni almeno sopra la soglia di povertà assoluta. Crediamo che il Comune non debba utilizzare i voucher. Anche se viene da sorridere visto che i dati dell’INPS dicono che i primi utilizzatori degli stessi sono gli stessi Sindacati”.

“Sulla legalità gli strumenti ci sono già. La proposta di Cgil è di assoluto buonsenso. Evitare le gare al massimo ribasso. Chiedere il rispetto della clausola sociale e dei diritti contrattuali dei lavoratori. Inasprire le sanzioni contro gli appaltatori inadempienti. Sono tutte regole che non dovrebbero nemmeno essere ribadite“.

“Sulla questione welfare probabilmente si gioca la partita vera. Tra servizi dati in appalto esterno, gestioni di fondi più o meno trasparenti e/o virtuose, frammentazione delle gestioni e dei fondi di finanziamento. Occorre istituire una cabina di regia, potenziare dove serve e rendere più efficiente la macchina per migliorare il servizio”.

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