Bando trasporti pubblici: BusItalia in provvisorio. Tep: “Verificheremo legittimità”. Comune: “Colpa della strategia di Rizzi”

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Secondo TEP sarebbe un’offerta eccessivamente a ribasso quella presentata da BusItalia nel bando comunale per l’assegnazione temporanea del servizio trasporto pubblico a Parma. Già dallo scorso ottobre, ben prima che si concludesse l’assegnazione del bando, polemiche si erano sollevate per la probabilissima perdita di TEP nonostante i 70 anni di presenza sul territorio. Effetto Parma, il gruppo di maggioranza in Consiglio di Pizzarotti, aveva dato la “colpa” al presidente Rizzo non aperto al dialogo e non flessibile con l’amministrazione. Pizzarotti dal canto suo ha assicurato che il cambio di gestione non comprometterà i posti di lavoro.

Ora la vicenda è in mano al Tar ma in via provvisoria la gestione è stata affidata a BusItalia. TEP risponde con un comunicato dove promette che farà tutto quello in suo potere per “veder chiaro” su questa vicenda: “Offerte eccessivamente al ribasso possono poi avere pesantissime ripercussioni sul servizio, sugli utenti che pagano il biglietto, e sui lavoratori, sia quelli coperti che quelli, purtroppo molti, non coperti da clausola sociale”.

Soddisfatta invece BusItalia che “conferma la volontà e l’impegno a perseguire, a Parma come nelle realtà dove già opera con successo, gli obiettivi delineati dal piano industriale di FS Italiane. – scrive l’azienda in una nota – Tra questi, quello di offrire servizi sempre più sostenibili, efficienti ed efficaci, ben integrati con le altre modalità di trasporto, ammodernando la flotta e investendo in tecnologie, anche digitali, per implementare informazione, sicurezza e rete commerciale”.

Il Comune di Parma riferisce l’aggiudicazione del bando a BusItalia e prende atto che “la strategia portata avanti dal presidente Rizzi di far gareggiare TEP da sola, contro gli indirizzi ricevuti da entrambi i soci, ha portato alla perdita della titolarità pubblica del servizio del territorio. Abbiamo più volte rappresentato in sedi ufficiali la nostra volontà di trovare nella partnership con le altre aziende regionali, un elemento che ci avrebbe permesso di sostenere con maggiore forza la concorrenza di aziende nazionali ed europee di dimensioni ben più grandi di TEP, ma il CdA, purtroppo, non ha seguito questa strada con la sola eccezione del nostro delegato che ha riportato in assemblea i nostri propositi. Ora diventa fondamentale che il CdA valuti tutte le azioni da intraprendere per verificare un eventuale ricorso contro l’aggiudicazione provvisoria per non lasciare nulla di intentato”.

“Successivamente, – continua il Comune nella nota – come già richiesto dal socio Comune nell’assemblea di ottobre, e non sottoscritto dal socio Provincia, ribadiamo la richiesta di rimettere il mandato ai membri del CdA; richiesta, questa, che allora fu motivata dal mancato perseguimento di strategie di area vasta e di possibili associazioni temporanee d’impresa che venivano dai soci.Vogliamo comunque rassicurare i lavoratori e gli utenti del trasporto pubblico di Parma e Provincia che già nella costruzione del bando di gara abbiamo dato forti indirizzi a SMTP affinché sia garantita la continuità del servizio e dei rapporti con i lavoratori. Nel caso si dovesse confermare, anche dopo ulteriori azioni del management di TEP, l’esito della gara,  non nascondiamo che vi potrebbero essere ricadute positive per il servizio vista l’ingente quantità di investimenti che Autoguidovie/Bus Italia si sono impegnati a portare sul territorio per aggiudicarsi l’offerta”.

“Da parte nostra continueremo ad avere la massima attenzione affinché il miglioramento del servizio non avvenga a discapito delle condizioni di lavoro di autisti e personale. – conclude il Comune – Purtroppo il risultato che si è determinato non deriva da volontà dei soci ma da precise normative che impongono di mettere a gara il trasporto pubblico anche in situazioni come quella di Parma dove il servizio è sempre stato gestito in maniera ottimale con soddisfazione di utenti e con i bilanci in ordine”.

EFFETTO PARMA: “TEP PAGA LE SCELTE DI RIZZI, SORDO AI NOSTRI RIPETUTI APPELLI”- I nostri timori si sono purtroppo rivelati fondati: Tep ha perso l’affidamento del servizio del trasporto pubblico locale a Parma. E non c’è soddisfazione nel notare come il nostro appello ad adottare una strategia diversa e di squadra avrebbero potuto cambiare l’esito della gara.

Tep, da 70 anni attiva in maniera egregia sul territorio, paga le scelte del presidente Rizzi, di nomina provinciale, che ha ignorato l’invito del Comune e dei sindacati a fare rete con soggetti regionali; il solo modo per tenere testa ai grandi operatori nazionali ed europei.
Prendiamo atto che è rimasto inascoltato il parere del delegato comunale in CdA, unica voce fuori dal coro, e che è stata lasciata cadere la richiesta di dimissioni del presidente Rizzi che il socio Comune ha avanzato già ad ottobre: nonostante il palese rifiuto a perseguire quella strategia di area vasta che con ottimi risultati la città porta avanti, la proposta di Parma non ha finora trovato il sostegno del socio Provincia. Alla luce dei fatti, Effetto Parma sostiene nuovamente questa richiesta.

In attesa che Tep verifichi i margini per un eventuale ricorso, così da non lasciare nulla di intentato, apprezziamo il senso di responsabilità con cui l’amministrazione comunale si è già attivata per garantire la continuità dei rapporti con i lavoratori e la regolarità del servizio. Effetto Parma si impegna a monitorare il concretizzarsi delle garanzie offerte da Autoguidovia/Bus Italia, Ati aggiudicataria del bando, riguardo agli importanti investimenti finalizzati al miglioramento di un servizio già di alto profilo.

COMUNICATO DELLA TEP- E’ stata comunicata da SMTP la conclusione della fase istruttoria sulle offerte di gara svoltasi negli ultimi 4 mesi, che assegna in via provvisoria all’Associazione temporanea di imprese (ATI) Busitalia/Autoguidovie la gestione dei servizi di trasporto pubblico nel bacino di Parma.
Da quanto riportato recentemente dagli organi di stampa, le verifiche di anomalia non si sono esaurite con la prima richiesta di chiarimenti, né con la seconda. Sembra si sia giunti all’audizione finale, necessaria per legge prima di escludere un’offerta anomala.

Già in fase di apertura delle buste relative all’offerta economica, nel segnalare la presunzione di anomalia TEP aveva evidenziato come i numeri presentati dall’ATI suscitassero notevoli perplessità sulla tenuta del piano economico finanziario.
TEP conosce perfettamente un mercato come quello del trasporto locale di Parma, avendovi operato per quasi 70 anni.
TEP sa perfettamente quanto l’offerta che lei stessa ha presentato fosse già impegnativa e sfidante, ma comunque sostenibile dal punto di vista economico e finanziario.
TEP sa anche che investimenti che sembrerebbero quasi doppi e ribassi sul prezzo di gara superiori del 25%, avrebbero reso il raggiungimento del pareggio di bilancio pura utopia. Un comportamento irresponsabile sarebbe stato quello di voler vincere a tutti i costi, presentare numeri finti, insostenibili, e scaricare il problema sulle gestioni future. Non è stato fatto, né mai l’idea ha lontanamente sfiorato l’azienda.

Ora che, come prevede la legge, sarà possibile effettuare l’accesso agli atti, sarà quindi interessante capire i dettagli dell’offerta temporaneamente aggiudicataria e su che voci i concorrenti intendono realizzare le economie. Personale? Manutenzioni? Sicurezza?
Sarà interessante capire l’esito delle due richieste di chiarimenti, come mai sembrerebbe essere stato necessario giungere all’audizione finale e cosa sia stato prodotto di così rilevante durante l’audizione stessa.

Sicuramente sarebbe molto più semplice per il Consiglio d’Amministrazione dimettersi, come invocato da qualcuno addirittura già all’apertura delle buste, e lasciare la questione in mano a malcapitati catapultati su un treno in piena corsa.
Oppure galleggiare, lasciare che le cose facciano il loro corso, senza fare accesso agli atti e eventuali ricorsi, in modo da chiudere rapidamente una fase di transizione durata sicuramente fin troppo – ma non certo per colpa di TEP – arrivare ad aggiudicazione definitiva all’ATI e portare in liquidazione l’azienda, con una dote di svariate decine di milioni di euro da dividere tra i soci.

Il CdA invece non esiterà ad assumersi le sue – e solo le sue – responsabilità e ad assicurare l’impegno che questa delicata fase richiede. Effettuerà l’accesso agli atti, verificherà la legittimità dell’assegnazione e, qualora ne ravvisasse le condizioni, intraprenderà tutte le azioni necessarie affinché gli interessi della città e del territorio vengano tutelati.

Il fatto è che offerte eccessivamente al ribasso possono poi avere pesantissime ripercussioni sul servizio, sugli utenti che pagano il biglietto, e sui lavoratori, sia quelli coperti che quelli, purtroppo molti, non coperti da clausola sociale.

E’ per senso di responsabilità, quindi, che l’attuale management continuerà a lavorare duro, e a fare tutto il possibile per tutelare il patrimonio che quest’azienda, con una storia alle spalle lunga quasi settantanni, rappresenta per la città, il territorio, e i lavoratori.

 

 

PAOLO CHIACCHIO: SEGRETARIO GENERALE FILT CGIL PARMA- Apprendiamo, ma era nell’aria e lo si poteva immaginare, dell’assegnazione del servizio di Tpl della nostra città all’Ati composta da Bus Italia ed Autoguidovie. E con l’informazione partono anche le più svariate dichiarazioni in materia. Anche da parte di chi, fino ad oggi, ben poco ha fatto per gestire questo percorso. Noi, in quanto rappresentanti dei lavoratori, non possiamo non ribadire quelle che fin dall’inizio sono state le nostre preoccupazioni. Anche nella fase di predisposizione del bando.

Un’offerta migliore in gara può significare una migliore gestione del servizio ed una migliore organizzazione aziendale, ma può anche rappresentare (e purtroppo rappresenta pressoché sempre) una contrazione dei costi. E ad una contrazione dei costi, specie se molto forte, si accompagnano molto spesso un decadimento del servizio ed un peggioramento delle condizioni dei lavoratori.

Noi vogliamo scongiurare questo. La nostra parte l’abbiamo fatta ottenendo gli importanti accordi di clausola sociale che oggi, in parte, ci tranquillizzano; ma questo non è sufficiente se il sistema non regge. Da oggi quindi ci aspettiamo, anzi pretendiamo, che ogni soggetto coinvolto faccia la propria parte per garantire ai cittadini di Parma ed ai lavoratori di Tep che i recuperi non siano fatti sulla loro pelle.

 

1 commento

  1. Tep rischia di essere cancellata dalla storia di Parma, il trasporto pubblico potrebbe finire in mano a Bus Italia e da Pizzarotti nemmeno una parola, da colui che si dice sempre così attento ai problemi parmigiani.
    La questione è in mano al Tar, stando alle notizie di ottobre scorso Bus Italia ha presentato l’offerta migliore ed è in testa alla classifica per l’assegnazione per nove anni del trasporto pubblico.

    Di fronte a un momento così importante il solito assente è il Sindaco Pizzarotti che non ha detto nulla di importante a ottobre scorso e continua a rimanere nel più rigoroso silenzio mentre ci sono diversi problemi piuttosto spinosi.

    Il primo è quello dei lavoratori, che nei primi giorni di febbraio sono scesi in piazza a protestare per la totale assenza di rapporti sindacali con l’azienda e con la proprietà Comune-Provincia. I sindacati lamentano la carenza di notizie in “una situazione di grande incertezza” e ” la totale assenza di proficue relazioni industriali” come si legge nel loro comunicato.
    Il Comune di Parma si è limitato a dire, oltre quattro mesi fa, che i livelli occupazionali verranno garantiti. Affermazione che non va oltre al “minimo sindacale” di quanto sancito dal primo articolo della Costituzione e, soprattutto, dai patti parasociali inseriti nel bando di concorso per il trasporto pubblico. In altre parole il Comune ha preferito non dire nulla sulle modalità, sui tempi e nemmeno sui trattamenti.

    Il secondo è invece un problema politico di rilievo. Effetto Parma oltre quattro mesi fa ha attribuito la colpa al presidente Tep, Rizzi che si era chiuso a riccio e, secondo il gruppo di appoggio al Sindaco Pizzarotti, “ha applicato una politica controproducente e isolazionista”.
    Possibile quindi che il Comune non sia riuscito a far sentire il proprio peso in una società con due soli proprietari al 50%? Come mai le parti non riescono a mettersi d’accordo per il bene della città? Si è forse arrivati al muro contro muro interno a Tep?

    Il grande assente, come sempre è Pizzarotti che finora ha saputo distruggere piuttosto che creare o dar vita a nuove idee.

    Giuseppe Pellacini
    Capogruppo Consiglio Comunale
    Centristi per Parma

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