Ospedale Maggiore: convegno nazionale di pneumologia

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Si sono dati appuntamento a Parma, alla sala congressi dell’Ospedale Maggiore, gli  oltre 120 esperti di pneumologia italiani per parlare del trattamento del paziente critico. Dopo il successo del convegno nazionale tenuto, sempre a Parma, nel duemila, la struttura complessa di Pneumologia endoscopia toracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, diretta da Angelo Gianni Casalini, fa il bis e chiama a un confronto i principali specialisti, promuovendo la seconda edizione dell’evento “Il Malato critico in pneumologia” in programma giovedì 16 e venerdì 17 febbraio negli spazi ospedalieri.

“In questi anni – spiega Casalini – la pneumologia ha fatto notevoli passi avanti sia dal punto di vista delle conoscenze che delle nuove tecnologie che si sono rese disponibili. E anche lo specialista viene chiamato ad affrontare situazioni e pazienti di sempre più elevata complessità che necessitano di competenze di altissimo livello in svariati campi come la cardiologia, la radiologia e l’infettivologia. E’ da tempo tramontata la figura del pneumologo armato solo di un buon fonendoscopio!”.

La pneumologia è diventata una delle specialità con il più elevato livello di complessità e il pneumologo è impegnato contemporaneamente su più fronti che richiedono aggiornamento continuo. Il Convegno del 16 e 17 febbraio riunirà a Parma autorevoli professionisti che si confronteranno sulle novità diagnostico-terapeutiche e le tecnologie a disposizione per la cura dei pazienti affetti da grave insufficienza respiratoria, intesi come “malati critici” che necessitano di un’assistenza trasversale. Perché “malato critico”? “Va detto che non esistono malati facili, – prosegue Casalini – ma ci sono situazioni particolarmente difficili, che necessitano di competenze di alto livello, sia per gli aspetti diagnostici sia per quelli terapeutici, che solo una Pneumologia aggiornata dal punto di vista scientifico e tecnologico e collegata ad altre specialità in un costante lavoro di equipe è in grado di affrontare”.

 

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