Villa Alba, nuove accuse alle operatrici: un’anziana sarebbe morta a causa dei maltrattamenti

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Orrori a Villa Alba, ennesimo capitolo. Dopo che l’ospizio lager in Via Emilia Ovest è stato chiuso il 10 febbraio di un anno fa, la società che lo gestiva chiusa, le tre operatrici, Maria Concetta Neri, la titolare, la sorella Caterina, e la madre Concetta Elia rinviate a giudizio ma a piede libero grazie al non rischio di reiterazione del reato (RILEGGI E RIVEDI I VIDEO DELLA VICENDA) su di loro si addensa la nube della morte di una anziana ospite a causa del maltrattamenti subiti.

Lo rivela la Gazzetta di Parma: l’inchiesta, chiusa nelle scorse settimane, rivelerebbe come un’anziana e fragile 87enne, affetta da numerose patologie e sottoposta alle angherie delle tre, come gli altri ospiti, sottoposti a botte, percosse, ore legati al letto, insulti, offese, sarebbe morta per disidratazione. Forse non causa primaria del decesso, ma una concausa importante in un quadro clinico compromesso.

Ora è facile attendersi un batti e ribatti di perizie medico legali di parte, poi, un lungo processo dibattimentale: se non sceglieranno un rito alternativo o abbreviato, che garantisce lo sconto di un terzo della pena, le tre rischiano, a vario titolo a seconda delle responsabilità riconosciute (la titolare era la sorella maggiore, Maria Concetta, ma la minore Caterina è accusato di aver trafugato in ospedale materiale medico che riutilizzava nella casa protetta) fino a 24 anni di reclusione.

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