Primarie- Alimadhi: “Politica obsoleta. C’è bisogno di novità”

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“Mi sono stufato di parlare di barconi, ora voglio parlare di programmi e della mia visione di città!”. Si presenta così Gentian Alimadhi, noto avvocato, di origini albanesi ma ormai parmigiano da più di 10 anni e candidato alle primarie di Parma in vista delle elezioni.

Impegnato nella sua campagna elettorale e il suo lavoro tra studio e Tribunale, Alimadhi porta avanti la sua filosofia che guarda non solo gli stranieri o “nuovi parmigiani” ma anche ai “vecchi parmigiani” per una politica che sia realmente inclusiva.

La vita di un immigrato si divide in 3 fasi. – ha spiegato il candidato oggi, 11 febbraio, all’incontro/aperitivo organizzato con i sostenitori – Nella prima fase si cerca di sopravvivere, si chiede cibo e vestiti. Nella seconda fase c’è l’integrazione, il lavoro e la famiglia. Nella terza fase invece, quella dove mi trovo io, c’è la voglia di donare, dare qualcosa in cambio alla comunità che ci ha ospitato. Io oggi sono qui per ricambiare alla città che non è solo mia ma anche dei miei figli. Non è un atto di presunzione o una sfida personale ma un atto di responsabilità”.

Sicurezza e immigrazione sono alcuni dei temi principali che porta avanti l’avvocato. “In Italia siamo in ritardo perché l’immigrazione è arrivata più tardi rispetto ad altri paese ma questa non è una giustificazione. Ora bisogna recuperare e governare questo fenomeno, non subirlo. I populismi prendono il sopravvento perché c’è una sinistra che col troppo buonismo non sa trattare questi temi con consapevolezza. La destra a volte fa un uso improprio dei problemi di sicurezza solo per attirare consensi. Propongono soluzioni immediate ma non definitive e a lungo termine. Non si deve parlare solo di illuminazione e telecamere, che sono fondamentali, ma anche di educazione civica sta tra gli italiani che tra gli stranieri che arrivano qua”.

Educazione quindi che crea quel senso di appartenenza. “Chi è nato qua ma non sa niente di Parma deve essere educato all’enorme giacimento culturale di Parma. Il senso di appartenenza si crea anche così, conoscendo la propria città, ed è importantissimo per creare inclusione”. Nella visione inclusiva di Alimadhi ci sono anche gli anziani, ma non per essere lasciati ai centri ricreativi ma per “coinvolgerli nel volontariato facendoli tenere corsi di formazione a giovani e stranieri. Per insegnare la lingua italiana per esempio. Perché è attraverso la lingua che si nasconde l’identità di un popolo”.

“Vorrei fosse chiaro che non mi presento superiore agli altri ma insieme agli altri. Vorrei che fosse “insieme possiamo fare qualcosa”. Io so parlare di rifiuti, infrastrutture e ambiente? Bene, insieme parliamo per delle soluzioni. Non farò niente da solo ma farò insieme alle persone che si riconoscono in questa missione. Sono circondato da un grosso gruppo di lavoro di tutte le età che si confrontano con me e mi hanno aiutato a creare il programma nello specifico. Ritengo sia importante che un futuro sindaco sappia circondarsi di persone brave e capaci perché non può fare tutto da solo. Il futuro sindaco deve avere quel senso di responsabilità che lo porti ad ascoltare sempre i cittadini. Il mio unico debito ce l’ho con questa città e con la mia squadra vogliamo portare un’idea di nuova Parma”.

Il panorama politico attuale? “Obsoleto. Rimasto indietro di 40 anni. Serve innovazione e trasformazione su tutti i fronti: politica, economica, culturale e sociale. Questa città è abituata al cambiamento. Si è visto con Ubaldi e Pizzarotti. Forse Parma è pronta anche a un sindaco immigrato ed ex clandestino!”- conclude Alimadhi con un pizzico di ironia.

(aribe)

 

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