Vieni al club, c’è un cliente. Questo l’sms inviato dal cellulare di Luca Manici, in arte Kelly, dalle mani di Samuele Turco, già sporche del sangue del trans, appena ucciso nella notte di Natale, a Gabriela Altamirano, la ex che lo aveva lasciato pieno di livore, gelosia e debiti, un mese prima.
Ma come ha attirato l’oste catanese residente a Cassio Parmense, con un locale in fallimento e la storia con la Altamirano terminata dopo litigi, costrizioni a prostituirsi e declami d’amore la Kelly al club? Difficilmente Manici avrebbe accettato un confronto con l’uomo. E ancora, perchè si è vestito da donna, come se dovesse “lavorare”?
Probabilmente perché Turco, in carcere con l’accusa di omicidio plurimo aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione in concorso con il figlio Alessio, figlio che ora l’uomo sta cercando disperatamente di scagionare, collaborando con gli inquirenti dopo lunghi silenzi, l’ha attirata con una messa in scena.
E’ questa l’ultima ipotesi investigativa che emerge: nel corso di una perquisizione a tappeto nell’alloggio dove Alessio Turco viveva con la madre e la sorella, nel quartiere Montanara, poco distante dal parco dove il ragazzo aveva nascosto il coltello della mattanza, è infatti stato rinvenuto un telefono cellulare.
Non quello abitualmente in uso a lui, o al padre, ma quello da cui sarebbe partita una chiamata poco dopo mezzanotte al cellulare della Kelly, poi rinvenuto a Cassio, in una vecchia stalla, occultato insieme ai computer dei sistemi di sorveglianza del casolare, ad alcuni tablet e altri cellulari in una borsa dell’Ikea.
Probabilmente da quel numero una voce sconosciuta fissava un appuntamento con un nuovo cliente. Un cliente per il quale “la Kelly” si è messa in ghingheri e fata trovare all’Angelico Vip Club. Un cliente vestito da furia omicida, portatore solo di morte e vendetta, che si è lasciato dietro un puzzle che piano piano vede i pezzettini andare al proprio posto.
