Rottamazione delle cartelle esattoriali, Parma dice “NO”

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Parma non aderirà alla “rottamazione” delle cartelle esattoriali perché non c’è convenienza per i cittadini.

Ecco i perché del Comune:

“Il Comune di Parma, che dal 2006 ha affidato la gestione della riscossione delle proprie entrate ad una Società concessionaria (Parma Gestione Entrate S.p.A.), si trova oggi nella condizione di dover decidere se applicare la cosiddetta “rottamazione” delle ingiunzioni per tributi locali e infrazioni al Codice della Strada come previsto dal decreto fiscale n.193/16 convertito in legge n.225/16. Questa decisione interessa unicamente quegli Enti che, non impiegando Equitalia, hanno affidato la riscossione coattiva ai propri uffici, a concessionari o società in-house, come il Comune di Parma che ha affidato tale attività di riscossione a Parma Gestione Entrate.

Dopo un’attenta valutazione, anche il Comune di Parma, come molti grandi capoluoghi, ha optato per non aderire alla “rottamazione” poiché non risulterebbe assolutamente conveniente per il cittadino e neppure per l’Ente, oltre a poter risultare in certa misura iniqua per i contribuenti. Utilizzando infatti come modalità di riscossione l’ingiunzione di pagamento, è stato previsto da regolamento che sulle somme ingiunte gli interessi siano calcolati al tasso legale aumentato di solo 1,5 punti percentuali, contro i 3 punti che sarebbero consentiti e, comunque, in misura inferiore rispetto agli interessi applicati da Equitalia. In secondo luogo, sulle sanzioni per violazioni amministrative, comprese quelle del Codice della strada, Parma Gestione Entrate, a differenza di Equitalia, non ha applicato la maggiorazione del 10% a semestre dalla data di esigibilità a quella di emissione dell’ingiunzione.

Quindi il beneficio che il contribuente avrebbe in caso di “rottamazione” sarebbe soltanto apparente e non effettivo. Ad esempio, con la “rottamazione” di ingiunzioni relative a sanzioni del Codice della strada, il cittadino otterrebbe lo sgravio dei soli interessi legali, ma dovrebbe comunque corrispondere la multa raddoppiata e con le spese di procedimento e di notifica, ripartendo il debito in un numero di rate ridotto (5) a fronte delle 72 rate concesse dalla normativa vigente in tema di riscossione coattiva. Oltre a ciò, il periodo di durata del piano di rientro verrebbe ad essere più ristretto (di soli due anni), rispetto al maggior lasso temporale degli ordinari piani di rientro rateali oggi applicati.

L’unico canone che avrebbe potuto portare un vantaggio per i cittadini, in termine di “rottamazione”, è il COSAP. Anche su questo specifico tema il Comune di Parma, in un’ottica di equità verso tutti i citadini, ha preferito non aderire, non volendo “discriminare” tutti i contribuenti che in questi anni hanno pagato puntualmente i canoni COSAP comunali, data inoltre la scarsa rilevanza degli importi e il basso numero di contribuenti coinvolti.

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