Poste Italiane, confermata la chiusura sportelli nei Comuni di montagna

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Continuano i tagli di Poste Italiane. Il nuovo progetto di privatizzazione dell’azienda aveva già la scorsa primavera sollevato non poche polemiche a causa dell’annuncio della soppressione di alcuni sportelli nei paesi montani e all’accumulo di posta nei magazzini che si era creato per la decisione di attuare la consegna a giorni alterni.

Entrambe le decisioni sono ora state riconfermate nel nuovo piano industriale di Poste Italiane che prosegue quindi con il ridimensionamento.

A denunciare il rischio di ulteriori pesanti disservizi, con una interrogazione parlamentare, il Senatore Giorgio Pagliari e i deputati Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini (Pd). “Poste Italiane ha annunciato di voler procedere, nel corso dell’anno 2017, con la riduzione della consegna della corrispondenza in 2.632 Comuni, che si sommano ai 2.632 dove la corrispondenza viene consegnata cinque giorni su quattordici già dal 2015 e dal 2016 – ricordano i parlamentari – Poste ha attivato, inoltre, sulla base di un accordo con Governo e Federazione degli Editori, una rete parallela di consegna dei quotidiani e dei settimanali che tocca 1.900 Comuni italiani, ma esclude completamente le aree montane e interne del Paese”. Pagliari ricorda come tra le aree montane ve ne siano alcune, come Borgo Val di Taro nell’Appennino parmense, che vivono per queste decisioni una situazione “di disagio che interessa non solo i singoli cittadini ma tutto il tessuto economico e sociale”.

“Questa razionalizzazione rischia, inoltre, di tradursi in gravi disservizi per la popolazione – affermano – soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati”. I parlamentari Pd chiedono dunque “quali iniziative il Ministero abbia in essere e in progetto per ovviare a tale situazione di disagio al fine di proseguire, tra l’altro, il lavoro nel tavolo di concertazione con le Amministrazioni locali per la discussione sull’oggetto dell’ipotetico ridimensionamento al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali nei comuni più piccoli” e “se si intenda intervenire allo scopo di impegnare Poste ad attivare, nei Comuni delle aree interne del Paese, cento Postamat per prelievi e versamenti, nuovi servizi negli sportelli, la tesoreria per Comuni e Unioni”.

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