Omicidio Habassi: Del Vasto voleva uccidere, Alberici incapace di intendere e volere?

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Un cocktail di alcool e droga avrebbe dato la carica a Luca Del Vasto e Alessio Alberici per raccogliere quattro clienti albanesi del bar del primo, recarsi nell’alloggio di Basilicagoiano, occupato dal tunisino Mohamed Habassi, che non pagava l’affitto ma non voleva andarsene, ed ucciderlo. Ma se Del Vasto era in grado di intendere e volere, per Alberici potrebbe profilarsi la semi-infermità mentale.

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Habassi, la ricostruzione della mattanza

Quel nove maggio fu consumato un delitto brutale, una mattanza, fatta di dita e naso staccati con una tenaglia, di una violenza inaudita perpetrata con tirapugni, bastoni, mazza da baseball, strumenti atti ad ogni genere di violenza, tanto che, secondo le ultime ricostruzioni e le parole di un super testimone, anche l’unico dei quattro rumeni assoldati dai due per la missione punitiva ad essere entrato nella casa, sarebbe fuggito spaventato da tanta aggressività (RILEGGI).

Una delle poche certezze è che l’uomo sia morto, dopo una lunga agonia, dissanguato o forse soffocato dal proprio stesso sangue. (RILEGGI).

Mercoledì mattina in Tribunale, gip Alessandro Conti, la prima udienza contro i due uomini accusati del delitto, assenti: Luca Del Vasto, proprietario del Buddha Bar a Sala Baganza e il noto fumettista parmigiano Alessio Alberici, appunto. 

In attesa delle ultime perizie dei RIS e dei dettagli dall’esame autoptico, è stata depositata la relazione del perito psichiatrico della difesa Mirella Scorsonelli, nominata d’ufficio lo scorso ottobre: i due sarebbero stati imbottiti di vino cocaina e rum.

Ma mentre Del Vasto era solito trascorrere venerdì e sabati sera a base di alcool e cocaina, Alberici no. Inoltre, Alberici, 42 anni, soffre dall’infanzia di problematiche psichiatriche diagnosticate che gli causano un parziale vizio di mente, una semi infermità mentale che potrebbe anche non aver inciso sulla scelta di uccidere, ma rappresentare un’attenuante in sede di giudizio.

Del Vasto invece no: nessuna patologia pregressa, nessuna infermità lo ha condotto a tanta violenza. Ora, chiuso l’incidente probatorio, resta da attendere la chiusura delle indagini: per i sei indagati rimarranno le pesanti accuse di omicidio premeditato in concorso aggravato dalla crudeltà?

 

 

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