Dall’Olio: “Mafia a Parma, urgono maggiore attenzione e più controlli”

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“L’arresto a Parma del boss di mafia Massimiliano Salvo (LEGGI) ci ricorda due cose che tendiamo costantemente a rimuovere: che a Parma c’è un carcere di massima sicurezza dove sono detenuti molti dei principali esponenti della criminalità organizzata; che, anche per questo, la criminalità di stampo mafioso ha una ramificata presenza nella nostra città e territorio. Non pare un semplice caso che il padre del boss fermato a Parma risulti incarcerato proprio in Via Burla.

Quando si parla di sicurezza in modo generico, come fanno alcuni in questo periodo elettorale, si tende a indicare i fenomeni più vistosi, come lo spaccio, peraltro alimentato da una forte domanda locale, e a dimenticare altre fondamentali sicurezze, come quella dall’infiltrazione della criminalità organizzata che rischia di inquinare il nostro tessuto economico e sociale (e che gestisce lo stesso smercio di droghe).

Di fronte a questo fenomeno, che cresce laddove c’è silenzio e rimozione, bisogna tenere l’attenzione alta mettendo in campo azioni preventive e di contrasto che partono dalla sensibilizzazione, all’informazione e alla formazione di chi opera nei settori più a rischio dando piena attuazione a tutti gli strumenti previsti dal testo unico regionale sulla legalità di recente approvato.

Bisogna rilanciare il centro studi per il contrasto all’infiltrazione mafiosa, istituito dal Comune a inizio mandato con fondi della Regione, che purtroppo in questi anni è rimasto sostanzialmente sulla carta: nessuna attività continuativa, nessuna strategia, nessuna chiara volontà politica di farlo realmente funzionare come succede in altre città (ad esempio Milano) dove questo strumento ha fornito contributi importanti.

E occorre poi intervenire sul lato dell’investigazione, del controllo e della repressione rafforzando le dotazioni di mezzi e personale delle forze dell’ordine. Non è accettabile che Parma, con un carcere che sta per essere ulteriormente ampliato fino ad una capacità di 800 detenuti di massima e media sicurezza, abbia una dotazione di forze dell’ordine inferiore alla media delle città di analoga popolazione. Deve essere il contrario, e su questo fronte si devono impegnare tutte le istituzioni e rappresentanze politiche, locali come nazionali. Serve un’azione corale e convinta a tutti i livelli. Senza aspettare la prossima inchiesta di mafia”.

Nicola Dall’Olio, Capogruppo PD

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