Industria pomodoro, Confapi: “Agricoltori non pagati. Danno da 20 milioni”

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In merito alla grave situazione che si è creata nel comparto pomodoro da Industria a causa di mancati pagamenti e ingiustificati ritardi che stanno fortemente penalizzando in primo luogo centinaia di produttori agricoli che, senza per altro alcun preavviso da parte delle Associazioni Produttori coinvolte, si sono visti decurtare di quasi un 20% il saldo a loro dovuto e di riflesso anche quelle industrie sia cooperative che private che invece hanno puntualmente e totalmente pagato il pomodoro ritirato, Confapi Industria Emilia Romagna ha preso una posizione forte e decisa a tutela delle realtà industriali e agricole virtuose, per portare elementi certi di chiarezza.

“Confapi Industria è stata la prima oltre venti giorni fa, – scrive l’associazione – a denunciare la situazione inviando una lettera all’OI (Organizzazione Interprofessionale) del pomodoro del Nord, a tutte le OP (Organizzazioni dei Produttori ) e a tutte le industrie aderenti chiedendo alla stessa OI di assumere iniziative a tutela dei diritti lesi da comportamenti scorretti e in contrasto con le norme di legge e contrattuali. Questo per la difesa dei produttori agricoli e delle industrie del territorio  che hanno regolarmente pagato (come ad esempio la parmense Emiliana Conserve) e per evitare che vi siano intollerabili situazioni di concorrenza sleale.

La presenza di soggetti che non rispettano o ritardano i pagamenti – continua la nota di Confapi Industria – produce un illegittimo danno alle industrie corrette, che si trovano a sopportare oneri molto più gravosi rispetto agli altri soggetti  inadempienti che in più, non osservando le norme contrattuali, possono permettersi di agire sul mercato del prodotto finito con estrema disinvoltura finendo per svendere il prodotto rovinando tutto il mercato.

Per questi motivi Confapi Industria scriverà al Presidente Bonaccini e all’assessore Caselli e sta valutando, oltre alle azioni già intraprese, di  sottoporre al Commissario Europeo per la libera concorrenza, la situazione distorta di mercato che si è venuta a creare nel settore pomodoro da industria, anche a causa di strumenti quali la ristrutturazione dei debiti o del concordato in continuità,  affinché valuti le azioni del caso .

Questo conferma che il sistema del pomodoro è sano «e può affrontare i mercati, perché rispetta le regole della legge 27/2012, che hanno rivoluzionato i contratti nell’agroalimentare, e osserva scrupolosamente le norme dell’Organizzazione Interprofessionale pomodoro da industria del Nord».

Chi non ha ancora pagato, dimostrando di non essere in grado di operare sul mercato è bene che dal mercato venga espulso; questo  per il bene di tutto il sistema del pomodoro.

Facciamo questo – rimarca Camisa- per tutelare una filiera che è un’eccellenza a livello nazionale.

Il valore del pomodoro non pagato si aggira attorno ai 20 milioni di euro. Inoltre dai dati pubblicati dall’OI (Organizzazione interprofessionale) circa la situazione dei pagamenti delle varie industrie, risulta che oltre il 17% del pomodoro del Nord non è stato pagato e che oltre a due industrie Emiliano Romagnole che non hanno pagato, ce ne sono altre quattro che hanno pagato solo in parte.

La situazione è molto difficile, in quanto alcune OP (che avrebbero dovuto comunque avere prima dell’inizio della campagna le fidejussioni come garanzia delle consegne) non incassando e non avendo evidentemente preteso garanzie adeguate, non sono in grado di procedere al pagamento degli agricoltori. In questo quadro è comprensibile  la rabbia dei singoli produttori e delle cooperative che devono ancora essere pagate.

Confapi Industria ha chiesto e chiederà nuovamente all’OI di verificare non solo  il puntuale rispetto del pagamento da parte delle industrie morose in tutto o in parte, ma anche di rendere pubblici e trasparenti i nomi di queste industrie nonché di quelle Organizzazione dei Produttori coinvolte in questa pericolosa situazione,  affinché ciascuno si assuma le proprie responsabilità.

In ogni caso Confapindustria Emilia Romagna tramite le aziende aderenti, valuterà se attivarsi presso l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato per l’applicazione puntuale della legge 27/2012 , che prevede infatti al comma 8 dell’’art 62 “.  L’Autorità  Garante  per  la  Concorrenza  ed  il  Mercato  è incaricata   della   vigilanza   sull’applicazione   delle   presenti disposizioni e all’irrogazione delle sanzioni ivi previste, (fino a 500.000 Euro) ai  sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689. 

Non arretreremo di un millimetro – continua la nota di Confapi Industria – e continueremo questa battaglia per ristabilire quelle regole che dovrebbero essere sacrosante in un Paese civile: il lavoro va pagato senza se e senza ma.

La filiera del pomodoro è un’eccellenza del territorio emiliano Romagnolo e potrà continuare ad essere competitiva, a livello internazionale, solo se tutti gli attori rispetteranno le regole.

Noi ci impegneremo percorrendo tutte le strade possibili perché questo avvenga –conclude il Presidente Camisa -. Le imprese virtuose sappiamo che Confapi Industria sarà al loro fianco”.

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